Nina Lo Presti (non) chiede le dimissioni del Vicesindaco di Messina.

“Signorino dovrebbe dimettersi, non chiedo le dimissioni continua la Lo Presti, ma dovrebbe fare i conti,  dovrebbe prendere atto, dopo i nostri due voti contrari, che vi è una nuova realtà politica. A meno che non dovesse decidere di dire apertamente che la maggioranza su cui la Giunta fa riferimento non è più quella che li ha votati, ma PD, DR e UDC. E anche se oggettivamente gli atti per passare in consiglio hanno bisogno dei voti di quei partiti (come sottolinea Luigi Sturniolo) il nodo politico rimane. Tanto è vero che ha messo in sicurezza (il Vicesindaco) la delibera prima di partirsene per Roma”.

Le dichiarazioni della Lo Presti sono una conseguenza logica dei fatti che si sono svolti recentemente in consiglio comunale rispetto alla risposta che si doveva dare alla Corte dei Conti. Ad onor del vero l’amministrazione, che ogni sei mesi deve relazionare la Corte sulle misure correttive che l’Ente sta adottando per ripianare i debiti, aveva detto che la risposta poteva darla direttamente senza passare per il Consiglio. E’ stata la Presidente Emila Barrile che facendo valere un riferimento al Consiglio contenuto nella nota della Corte dei Conti ha preteso che la discussione fosse portata in Consiglio.      

Da parte sua ed è da tempo che Nina Lo Presti, la consigliera di CMdB, si trova, si vede ed è ritenuta una “scomoda” all’interno del movimento. Per questo non deve stupire l’idea che le frulla per la testa e cioè quella di passare al gruppo misto. Quel gruppo consiliare che vede tutti i fuoriusciti dalle forze politiche tradizionali che non ritrovandosi più nella linea del partito preferiscono agire in Consiglio Comunale come outsider.

“ E’ una domanda che mi sta frullando nella testa quella di passare al gruppo misto. In effetti, se la maggioranza nuova è costituita da PD, UDC e DR, io non ho più motivo di stare in questo gruppo (CMdB)…si è configurata una nuova maggioranza che sostiene in maniera incondizionata la Giunta sui documenti più importanti…loro dicono che lo fanno senza “chiedere” niente in cambio, fatto sta che sono loro gli “amici” dell’amministrazione”.

In realtà, quello che la Lo Presti denuncia e che viene confermato anche da Luigi Sturniolo, l’altro consigliere di CMdB, è che il documento dell’amministrazione, cioè l’atto di risposta alla Corte dei Conti sulle misure correttive che l’Ente deve adottare, fosse già “blindato” prima ancora di essere portato in aula. In altri termini si sarebbe trattato soltanto di una vetrina che i consiglieri si sono voluti concedere .

Ma forse quello che ha dato veramente fastidio ai due consiglieri di CMdB è il canale preferenziale che si sarebbe creato tra il Vicesindaco Guido Signorino, eletto con i voti del movimento di cui fanno parte i consiglieri “dissidenti”, e Franco Mondello dell’UDC e Giuseppe Santalco di Felice per Messina, i quali riuscendo ad “indirizzare” i voti del civico consesso hanno abbandonato il loro ruolo d’opposizione per diventare la nuova maggioranza di fatto della Giunta Accorinti.

“L’ha detto Mondello in aula che i telefoni squillavano…ora a me e a Nina i telefonini non hanno squillato, ci dichiara Luigi Sturniolo, quindi…L’ha messo in sicurezza, continua la Lo Presti, cioè (Signorino) ha telefonato a Santalco che tiene il PD e DR e Mondello che tiene l’UDC per avere il voto favorevole in aula”.

Il dato che ne viene fuori, se fosse vero, è impietoso e i Consiglieri Comunali coinvolti non ci fanno una bella figura. Apparirebbero come dei coscritti dal voto utile. Politici che senza personalità ed autonomia, politicamente intesa, servono solo a raggiungere le maggioranze necessarie ai disegni politici dei grandi. Il problema principale non è quello di aver votato favorevolmente l’atto della Giunta, che da certi punti di vista è un atto quasi dovuto, ma l’apparire come incapaci di pensare e votare autonomamente. Tutto questo unito a quel sentimento diffuso da “legenda metropolitana” che vuole in Signorino, il Vicesindaco del Comune di Messina, la reale mente pensante della Giunta Accorinti consente di gridare alla scandalo più di un osservatore.  

Se le accuse mosse da Sturniolo e la Lo Presti dovessero rilevarsi vere, significherebbe che la maggioranza dei Consiglieri Comunali seguono acriticamente e passivamente le decisioni di terzi, un Mondello e un Santalco, che per altro verso non sono neanche i rispettivi capogruppo. In altri termini, non può parlarsi neanche di una linea politica adottata scientemente e autonomamente dai gruppi consiliari del Comune di Messina, perché il Vicesindaco non si è relazionato con Mario Rizzo, il capogruppo dell’UDC, o con Paolo David, il capogruppo del PD, per blindare l’atto, ma ha preferito rivolgersi a due vecchi volponi della politica. Dimostrando in tal modo che anche in CMdB l’innovazione politica, rispetto ad uno stagnate qual modo di fare politica del passato, non si è ancora realizzata. Al di là dei proclami, delle aspettative e delle promesse elettorali.

“Signorino non può mettere tra parentesi che due voti dei consiglieri del suo movimento hanno votato contro, non può fare finta che il fatto non esiste e cedere alla sindrome del lievitamento pure lui. Hanno tutti la sindrome del lievitamento”.

Il riferimento neanche tanto nascosto è all’anima da filosofia orientale che la Giunta Accorinti, agli occhi della Lo Presti, ha assunto. “Paradossalmente si sono canditati, il Sindaco, gli Assessori e la Giunta, con l’idea che la partecipazione, il dialogo e la condivisione fossero presupposti necessari per la propria azione politica e poi…Cacciola nel momento in cui assiste a dei voti a lui contrari comincia ad avere atteggiamenti di tipo personale e non politico …personalizza lo scontro ?…Si. Mantineo si arrabbia e cerca visibilità come una donzella che deve fare la velina. E la Panarello ?…E’ tanto fortunata che…

Pietro Giunta