NINNI PANZERA, 30 ANNI AL SERVIZIO DELL’ARTE

Ninni Panzera e Taormina Arte, un connubio perfetto che dura dal 1987, anno in cui ha iniziato a ricoprire l’incarico di segretario generale della kermesse culturale.

“TaoArte è per me come una seconda figlia – afferma Panzera – perchè ho dedicato tutta l’attenzione e la passione possibile. Mi ha regalato – aggiunge – momenti di grande soddisfazione, ma allo stesso tempo anche tante amarezze e tante delusioni, però rifarei tutto quello che ho fatto”. L’avvocato Panzera, poi, delinea un bilancio dei suoi 30 anni di attività all’interno di TaoArte. “E’ stata una figlia ribelle, discola che mi ha dato e impegnato tanto, e questo perchè non c’è stato mai un anno in cui si sia potuto organizzare la manifestazione con tranquillità. Però alla kermesse ho dato tutto l’amore possibile e tutto quello che di bello, professionalmente, io potessi dare. Lo devo dire, non mi sono mai risparmiato”. Negli ultimi anni, Taormina Arte ha vissuto dei momenti difficili, a causa della mancanza di fondi e della quasi indifferenza della classe dirigente siciliana. Eppure, ci sono stati degli anni, cosiddetti “d’oro”, in cui nella perla dello Jonio si riusciva ad organizzare manifestazioni di grande spessore culturale. “Io sono entrato nel 1987 – ricorda Ninni Panzera – ed in quell’anno si svolgeva la quarta edizione.

Sicuramente gli spettacoli di maggior importanza sono stati organizzati nel primo decennio, vale a dire dal 1983 al 1992, perchè vi era non solo una maggiore dotazione finanziaria e tutto quello che si pensava poteva essere realizzato. Non c’era artista al mondo che non potessimo contattare e farlo venire a Taormina”. In quel decennio, infatti, sono da annoverare, in modo particolare, tre grandi produzioni: l’opera lirica “Faust”, portata al teatro antico in esclusiva nel 1987, con Giancarlo Sbragia nel doppio ruolo di attore e regista, sempre nello stesso anno “Macbeth”, per la regia di Gabriele Lavia, e “Liolà”, nel 1988, con l’intramontabile Gigi Proietti che in quella annata ricopriva anche il ruolo di direttore in pectore della sezione teatro. Anno di svolta fu il 2001, quando TaoArte si aprì alla musica pop, organizzando alcuni concerti. In particolare si ricorda quello di Bob Dylan, che fu più di un semplice spettacolo musicale. Ma in quell’anno, sul palco del teatro antico salì anche la “cantantessa”, come viene chiamata nella sua Catania, Carmen Consoli, che scelse lo splendido scenario taorminese per mettere in scena l’ambizioso progetto dal titolo “L’anfiteatro e… la bambina impertinente”. Ambizioso si, perchè quella sera venne registrato dal vivo, per la prima volta, il suo album.

La Consoli venne accompagnata dai 50 elementi dell’orchestra del teatro “Vittorio Emanuele” di Messina. Un altro grande concerto lo regalò anche Lorin Maazel che omaggiò Giuseppe Sinopoli, ex direttore artistico della kermesse, scomparso qualche mese addietro. Spazio anche per il musical, come quello sulla vita del bandito Salvatore Giuliano e la celeberrima “Febbre del sabato sera”, ispirata alla pellicola che vedeva John Travolta nei panni di protagonista. Per quanto riguarda gli spettacoli teatrali, infine, ben sei erano quelli presenti in cartellone. In particolare si ricorda “Falstaff e le allegre comari di Windsor”, per la regia di Gigi Proietti con Giorgio Albertazzi protagonista. Ninni Panzera, data anche la sua esperienza alla saletta Milani di Messina, dove ha ricoperto il ruolo di presidente, ha da sempre avuto una forte passione per il cinema. A Taormina, ormai da 62 anni, viene organizzato il Film Festival. Secondo solo alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia, rappresenta una della manifestazioni più importanti del panorama del grande schermo. Il segretario di TaoArte, negli anni, si è sempre speso per la buona riuscita del festival.

“Quando sono entrato a far parte di Taormina Arte – racconta Panzera – si erano già svolte 32 edizioni del Film Fest, quindi aveva già una sua connotazione, ma si erano già consumati anche i periodi d’oro, nei quali si svolgeva a Taormina il David di Donatello, il Gran Premio delle nazioni e vi era la presenza di numerose star di Hollywood”. Il Taormina Film Fest, nel corso della sua lunga storia, ha visto succedersi numerosi direttori artistici. “Era, nonostante il periodo d’oro fosse già passato, una fase di rilancio e ci furono, da quel periodo in poi, alcuni mutamenti nei direttori artistici. Nel 1989-1990 ritornò Gianluigi Rondi, che aveva ricoperto questa carica già negli anni precedenti, nel 1991 arrivò Enrico Ghezzi, che è rimasto fino al 1998 realizzando delle edizioni memorabili. Mi piace ricordare la standing ovation che ci fu al teatro antico, quando Bernardo Bertolucci consegnò il premio alla carriera a Michelangelo Antonioni. Fu commovente in quanto quest’ultimo usciva da un periodo di grave malattia. Dal 1999 – continua ancora Ninni Panzera – il ruolo di direttore artistico fu ricoperto da Felice Laudadio. Anche lui pose in essere alcune straordinarie edizioni, riportando a Taormina alcuni fra i più famosi divi americani come, ad esempio Tom Cruise nel 2000. Laudadio concluse il suo lavoro nel 2006. Dal 2007 al 2011 è stato il momento di Deborah Young. Anch’essa ha realizzato delle bellissime edizioni. Dal 2012, quando la gestione del Taormina Film Fest passò a Tiziana Rocca ed alla sua Agnus Dei, il ruolo di direttore artistico fu ricoperto da Mario Sesti che vi restò fino al 2013. Nelle ultime edizioni – conclude Panzera – si sono susseguiti alcuni giovani direttori artistici sotto l’organizzazione logistica generale di Tiziana Rocca”. Come ricorda l’avvocato Ninni Panzera, per alcuni anni Taormina ha ospitato il David di Donatello. “In città si vive molto di nostalgia, soprattutto quando si parla del David di Donatello. Nella mia carriera – racconta – ho sempre sentito parlare e favoleggiare di questa manifestazione che, innegabilmente, ha rappresentato un momento importante per Taormina. Ha avuto un importanza storica fondamentale, infatti quando vediamo i filmati storici, molti di questi sono stati girati a Taormina, legata a delle circostanze peculiari che si sono verificate fra gli anni ’50 e gli anni ’60 ed oggi assolutamente irripetibili.

Se tornassero i David di Donatello a Taormina, come molti auspicano, non darebbero nulla di più, anzi credo qualcosa in meno, rispetto ai Nastri d’argento che oggi, dal punto di vista qualitativo e delle presenze, sono nettamente superiori ai David di Donatello che, comunque, sono stati importanti per una ragione storica. Negli anni ’50 e ’60 – precisa Panzera – molti registi italiani e case di produzione, ingaggiavano artisti americani che venivano a lavorare Italia non solo per la qualità dei registi, ma soprattutto per un dato economico banale. Infatti, se stavano per 18 mesi lontani dall’America, gli incassi dei loro film venivano esentati dalle tasse”. Nonostante le avverse difficoltà economiche che l’ente sta affrontando negli ultimi anni, l’avvocato Ninni Panzera auspica un futuro migliore: “TaoArte esiste ancora perchè noi siamo un gruppo di persone che ha creduto disperatamente nella struttura in cui operiamo, anche se negli ultimi anni non c’erano le condizioni per andare avanti e nessuno immaginava che potessimo resistere fino a tal punto. Oggi – aggiunge – grazie ad alcune intuizioni della Regione Sicilia e all’istituzione della fondazione, che per la prima volta ha assunto una accelerazione, posso dire che, dopo aver attraversato un deserto, adesso cominciamo a vedere, anche se solo in lontananza, un’oasi per poterci riposare. Non sappiamo, però, se è un miraggio o una cosa concreta”.

Tante, infine, sono le proposte avanzate dall’avvocato Panzera come, ad esempio, la produzione teatrale legata a temi pirandelliani, grazie alla collaborazione del regista Gabriele Lavia e dell’attrice Monica Guerritore, ed il progetto del cine-teatro, in analogia al cine-turismo, vale a dire rappresentare dei spettacoli teatrali nei luoghi in cui gli autori li hanno ambientati. In questo modo si valorizza non solo la cultura, ma anche il territorio.

Da questo excursus sulla carriera dell’avvocato Ninni Panzera, si evince che ha sempre operato con passione, anteponendo il cuore, ma anche l’essere strategici, alle mille difficoltà affrontate da Taormina Arte negli ultimi lustri.