Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che parla di “evasione prevedibile”.
“I detenuti fuggiti nella notte sono due nordafricani”, denuncia Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania. “Ė già in atto una ispezione dipartimentale per ricostruire il grave evento. Ora è importante assicurare al più presto alla giustizia i due fuggitivi, ma è evidente che una riflessione seria deve essere fatta sul sistema generale della giustizia minorile “.
Aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “E’ una evasione frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sulle condizioni di sicurezza. Tutte queste evasioni hanno responsabilità ben precise. Cercate i colletti bianchi. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più.
Abbiamo registrato un numero di evasioni incredibili, da istituti e da mancati rientri, in pochissime settimane”, aggiunge. “Quel che denuncia il SAPPE da tempo si sta clamorosamente verificando ogni giorno: ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono almeno 5.000 nuovi Agenti rispetto al previsto… -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento?”.
“La realtà”, conclude, “è che negli ultimi anni sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili.
Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Auspico allora che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ed i vertici della Giustizia Minorile e dell’Amministrazione Penitenziaria si attivino concretamente per dare un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese.
Nelle carceri c’è ancora tanto da fare: ma senza abbassare l’asticella della sicurezza e della vigilanza, senza le quali ogni attività trattamentale è fine a se stessa e, dunque, non organica a realizzare un percorso di vera rieducazione del reo”.