Noi a Tony non lo diciamo.

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Il biglietto da visita di Tony

Ritiene di svolgere una funzione pubblica perché guarda e custodisce il Faro Santa Croce sul mare di Augusta, in provincia di Siracusa. Si è fatto un biglietto da visita con tanto di logo delle Repubblica Italiana. Nella Carta D’identità alla voce professio
ne risulta un anacronistico Guardiano del Faro. Lo definiscono vegano perché mangia solo frutta e verdura, perfino lui si sente vegano anche perché con 300 euro di pensione per invalidità oltre la frutta e alla verdura, e di quella in offerta o raccolta personalm

ente nei campi, non si può andare e difficilmente si può campare. Dopo la separazione con la moglie, vive solo con il suo cane in un monolocale ricavato alla base del Faro di Santa Croce nella provincia di Siracusa. Costruito dai Borboni e passato alla Marina Militare dopo il ventennio fascista, oggi è un bene della Regione Siciliana ed è anche la casa di Tony

Tony, per l’anagrafe Antonio Coira, un cinquantino con un’invalidità civile al 100%, dipinge e passa le sue giornate a guardare il mare dall’alto del suo Faro, di cui è custode e guardiano. Per questa sua attività di guardiano e custode del mare e del suo faro, Tony è convinto che gli devono dare almeno 8 anni di stipendio.

La poesia di Tony

E forse è vero che dovrebbe essere pagato per la poesia del suo modo di vivere, forse è vero che dovrebbe essere pagato per tutte le volte che patronati, avvocati e assistenti sociali di Siracusa e

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 Provincia l’hanno preso in giro. Per quella cooperativa che gli ha fregato i 10mila euro di TFR (Trattamento di Fine rapporto) oppure per il semplice male che la vita, con le sue regole, riesce a fare a certe persone piuttosto che ad altre.  

 “Sono in disabile grave, leggo e scrivo ma se lei mi parla e mi dice qualcosa faccio fatica a seguirla.” Inizia in questo modo l’intervista a Tony. “15 anni fa sono stato assunto da una società che aveva avuto dal Demanio la concessione del Faro per effettuare e avviare della ricerche marine. Per sette anni mi hanno pagato come custode e guardiano del Faro. Il mio incarico era quello di tenere pulito il Faro e tenerlo chiuso per impedire l’accesso a terzi. Ogni tanto venivano del professori dell’Università di Catania che partecipavano ad un progetto di biologia marina insieme all’ARTA. (ndr. Assessorato Territorio e Ambiente della Sicilia che ha preso il posto del Demanio Marittimo).

“In seguito la Società dove ero stato assunto, non ottenendo più finanziamenti, ha chiuso e mia ha licenziato. Allora, trovandomi a cercare di nuovo lavoro, mi sono fatto convincere a partecipare a una cooperativa di lavoro dove ho messo tutto il mio TFR (Trattamento di fine rapporto) di 10 mila euro. Le cose sono andate ancora male e mi hanno fregato tutti i soldi. Oggi sono quasi 8 anni che non mi pagano e pur svolgendo una funzione pubblica ai sensi dell’art. 358 del c.p. nessuno mi passa lo stipendio”.

La realtà di Tony 

In realtà, la struttura che sino dal 1955 era nella disponibilità della Marina militare, nel 1995 venne ristrutturata dalla Sovraintendenza di Siracusa e concessa all’Istituto di Ricerca Marina e all’Università di Catania per un progetto finanziato chissà da quale Ente Europeo o Nazionale. Per farsi finanziare il progetto la legge di solito prevede che vi siano coinvolte le fasce deboli della città ed è in questo periodo che Tony viene assunto come lavoratore disabile con trauma cranicocommativo. ecc. e il ruolo di custode. Nel 2009 quando il progetto viene abbandonato dall’Università di Catania, Tony viene lasciato a se stesso, non gli viene nominato un Amministratore di sostegno, i servizi sociali non ci sono e coloro che gli sono vicini preferiscono chiudere gli occhi e voltarsi dall’altra parte.

La speranza di Tony

Nel frattempo Tony si convince che il suo ruolo di custode continua e che qualcuno gli deve pagare lo stipendio. Si porta la residenza nel suo vecchio posto di lavoro, vi allaccia le utenze e continua a guardare il mare e a dipingere.

Detto tutto questo ora, secondo voi, chi lo dovrebbe dire a Tony? Che seppur vero che il guardiano del faro è un incaricato di una pubblico servizio, lui oggi non è più il guardiano né il custode del Faro dove abita o dirgli che tutte le sue funzioni di servizio pubblico sono cessate quando ha perso il posto di lavoro. E, soprattutto, che il Faro non è casa sua e che la residenza e le utenze non bastano a farlo proprietario?

Non teme che se viene qualcuno la possano buttare fuori?

“Non mi possono mandare via: primo perché io ho la residenza nel Faro, secondo perché qui ho le mie utenze (luce, acqua e gas a proprio nome) e terzo ai sensi dell’art. 358 del c.p. io sono responsabile del Faro e se me ne vado via mi possono denunciare per abbandono di servizio pubblico.”

Noi del carrettinodelleidee a Tony non lo diciamo.

@PG