Passata la manifestazione della Notte bianca della Pace, un successo in termini di partecipazione e interesse per gli argomenti trattati e per le personalità intervenute, è giunto il momento di trarre le conclusioni di una vicenda che tra polemiche e confronti ha visto per la prima volta Palazzo Zanca essere, nel bene o nel male e che piaccia o meno, al servizio della comunità cittadina. Questa riflessione ci è venuta spontanea davanti a dei richiedenti asilo Eritrei che sono intervenuti con la loro Storia alla Notte della Pace. Un anno fa, quando ancora si richiedeva l’identificazione a mezzo carta d’identità di chiunque voleva accedere a Palazzo Zanca, non sarebbe stato possibile. Molti colleghi non avrebbero potuto scrivere e raccontare della loro emozione, del loro essere persone e non solo “migranti” e soprattutto la Città sarebbe stata ferma alle solite notizie numeriche e fattuali, “50 emigranti al Palanebiolo universitario”, 350 e più morti a Lampedusa o i profughi che arrivano sulle nostre coste”. Ma ve la immaginate una richiesta d’identificazione ad un “profugo”? Quantomeno dopo la manifestazione della pace Messina potrà dire che ha conosciuto una realtà che riguarda non i richiedenti asilo, gli emigranti o i profughi ma delle persone. Semplicemente delle persone, come siamo tutti noi.
Devo confessare che anche qualche dubbio circa le motivazioni politiche della manifestazione mi è sorto, anche perché non mi era chiaro il riferimento all’art. 11 della Costituzione. Cioè non riuscivo a spiegarmi il perché in tempo di pace ci dovessimo preoccupare dell’acquisto degli F 135 (i caccia di nuova generazione) o del Muos in rapporto all’art 11 della Costituzione, che è un articolo riferito alla Guerra. Il dubbio apparentemente stupido ha la sua logica se riflettiamo che nel nostro Diritto anche in tempo di pace esiste il Codice Militare, in altri termini non è detto che tutto quello che sia militare sia per ciò stesso incostituzionale ai sensi dell’art. 11 ed è per questo che siamo andati a chiederlo agli organizzatori della manifestazione. Ma prima vediamo cosa dice l’art. 11 della Costituzione.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Attivista del Movimento cambiamo Messina dal Basso
Vi è violazione dell’art 11 della costituzione perché gli F 135 sono strumenti d’attacco e non di difesa. Pure se non siamo in guerra… le guerre avvengono.
E se si volesse creare un esercito Europeo e gli F 135 rappresentassero la “quota” di a partecipazione Italiana ?
Vi è un punto di vista generale e a priori. Il disarmo totale. Noi siamo per il disarmo della Nazione e non crediamo che la guerra possa essere uno strumento per risolvere le controversie internazionali e crediamo che la nostra Costituzione dicendo “ripudia la guerra” dica esattamente questo. Quindi tutto quello che riguarda la guerra, gli attacchi militari …asset (attività ) che possano aiutare le forze armate, com’è il Muos (che dovrebbe aiutare le forze armate per le comunicazioni di guerra), sono strumenti di guerra che noi ripudiamo in toto.
Anche Internet è nato come strumento di guerra e poi è stata un’innovazione dirompente per la società civile, non può essere che anche con il Muos avvenga lo stesso ?
No. Sono tecnologicamente due cose completamente differenti. Internet è nato come comunicazione tra due computer che poi si è esteso a tutto il globo agendo nella società civile, mentre il Muos sono quattro grosse antenne per la comunicazione militare che non aggiungono niente di nuovo alle possibilità comunicative della società. Tecnologicamente parlando è un grosso ripetitore che ha una finalità ben precisa…la guerra. In realtà stiamo prendendo di una tecnologia che risale a Guglielmo Marconi e la stiamo utilizzando militarmente.
E’ chiaro che da certi punti di vista l’attivista non ha tutti i torti ed infatti gli F 135 sono dei caccia, cioè degli aerei, ontologicamente costruiti per l’attacco a prescindere se in tempo di guerra o di pace. Forse se avessimo acquistato dei canadair per spegnere gli incendi che sempre più spesso distruggono le nostre terre o degli elicotteri per il salvataggio in mare saremmo stati più aderenti alla costituzione e avremmo potuto partecipare lo stesso all’ipotetico costituendo esercito Europeo. Ed anche il Muos, se dovesse essere impiegato in un ottica esclusivamente militare, non appare essere molto aderente all’art. 11 della Costituzione. Anche perché le limitazioni di sovranità a cui fa riferimento l’articolo, che nel nostro caso significa aver rinunciato ad una grossa fetta del territorio di Niscemi, si riferiscono esclusivamente alla Pace e non alla Guerra.
Alla luce di quanto detto ci è sembrato giusto sentire anche quali erano le motivazioni politiche della manifestazione e dopo i rilievi, per così dire, costituzionali siamo andati ad ascoltare una delle organizzatrici dell’evento.
Il Consigliere Comunale Ivana Risitano.
“In questo evento, un po’ sintetizzato, vi è lo spirito del movimento Cambiamo Messina dal Basso perfettamente radicato nella Storia perché vi è tutta le questione delle Guerre, da quella in Siria a tutte quelle dimenticate nel mondo. C’è la trasformazione della Sicilia in un avamposto di guerra e non in un altro tipo (umanitario) come noi vorremmo. Quindi nell’evento c’è questa prospettiva fortemente realistica ma nel contempo c’è una dimensione…noi crediamo in un Mondo alto dove la Pace sia possibile e seppure sappiamo che nel “buon” senso comune questa è una cosa considerata dalla realtà, però sappiamo anche che per le nostre storie personali, per come siamo fatti abbiamo bisogno di inseguire una visione del mondo, una ideologia a cui tendere. Ed anche se non la potremo raggiugere domani vogliamo camminare in quella direzione. Un’altra prospettiva importante è il collegamento tra il locale ed il globale…perché la critica che ci è stata mossa a proposito di questo evento è che la Città ha altri problemi, quello dei rifiuti, del lavoro…quindi potrebbe essere troppo ideologico e astratto parlare di guerra. Noi crediamo che il locale e il globale siano strettamente interconnessi per cui il famoso principio geografico della farfalla (che sbatte le ali in Cina e crea un uragano in America) debba essere applicato anche alle relazioni umane. Pertanto provare compassione (empatia ) per i fatti che accadono in altre parti del mondo ci è richiesto non solo dalla globalizzazione ma dalla stessa natura umana. Mettere al centro al persona e sentire questa interconnessione, fermo restando che le ricadute pratiche delle guerre lontane sulla nostra vita quotidiana ci sono, le vediamo nei profughi che raggiungono le nostre terre, nelle radiazioni del Muos che fanno ammalare di tumore e di leucemia gli abitanti della nostra terra”
“Devo anche dire che qualche testata ha parlato di Peace and Love, in realtà la prospettiva di pace che noi portiamo ha un taglio politico molto forte, non è una visione blanda e astratta della Pace che potrebbe essere condivisibile in maniera trasversale. Noi chiediamo delle cose ben specifiche, per noi è una scelta politica ben precisa e non neutrale comprare F 135 piuttosto che dirottare tali somme sulla Sanità, come è una scelta ben precisa la costruzione del Muos piuttosto che no. Noi crediamo che la non violenza non sia un blando pacifismo ma che sia una non violenza attiva che consista in azioni si ostacolo alla violenza, quindi anche nelle lotte che possano bloccare le azioni violente.”