“Attualmente c’è una cultura mafiosa che purtroppo non si riesce a sradicare. A parer mio estirpare la mafia è una cosa molto semplice, chi dice che è impossibile dice una grandissima baggianata. La mafia va ignorata, piuttosto bisogna pensare a ristabilire il sistema culturale nel nostro Sud Italia – a parlare è Ninni Bruschetta, attore messinese di fama nazionale ed internazionale, da sempre impegnato nel sociale e nella lotta alla mafia – Per combattere realmente la mafia partirei dalle scuole, questa può rappresentare la vera cura, agire sui bambini e far capire loro di cosa si sta realmente parlando. La mafia non è un’entità astratta, esiste davvero è ha anche mietuto vittime in tutta Italia”.
Parole forti, ma altrettanto veritiere, quelle pronunciate da Ninni Bruschetta, che ormai da anni realizza film, fiction o opere teatrali che come tema principale hanno la mafia e la sua storia.
Ninni Bruschetta iniziò ad occuparsi di questo argomento grazie anche alla sua amicizia con Claudio Fava: “Claudio Fava è un mio carissimo amico ed è figlio di una vittima della mafia – commenta il noto attore messinese – Ricordo ancora una straordinaria intervista di Enzo Biagi a Giuseppe Fava, l’ultima che rilasciò nel dicembre del 1983, prima di essere assassinato. Ho conosciuto Claudio Fava verso la metà degli anni ’90 e nel 2001 abbiamo fatto il primo spettacolo assieme. Ebbi la fortuna di entrare in contatto con lui, con tutti coloro che lavoravano con lui e di conseguenza con persone che avevano un’idea della mafia alla quale mi avvicinai parecchio, la stessa idea di Giuseppe Fava. Da allora iniziai a documentarmi e ad approfondire questo tema e anche nel mio lavoro iniziai ad interpretare personaggi che hanno combattuto la mafia, storicamente o nell’attualità. Sono del parere che nulla avviene per caso, infatti molti registi o sceneggiatori, successivamente, contattarono me proprio per questa ragione, perché mi sono sempre occupato di questo argomento. Di conseguenza ho avuto il piacere di passare attraverso personaggi come Ninni Cassarà e Pio La Torre, fino ad arrivare al film di Pif, La mafia uccide solo d’estate”.
La mafia uccide solo d’estate è l’ultimo dei film che trattano un argomento scottante come la mafia, un film che ha visto Ninni Bruschetta tra i protagonisti nel ruolo di Fra Giacinto: “La mafia uccide solo d’estate è un film bellissimo, Pif mi ha contattato proprio perché sapeva del mio interesse nei confronti dell’argomento e anche perché sono siciliano, dunque abbiamo sin da subito condiviso questo bellissimo progetto assieme. Il problema della mafia, ancora prima del braccio armato o dell’associazione a delinquere, è proprio la mentalità, il film racconta la mafia con quell’ironia geniale che Pif traduce in un racconto cinematografico con una semplicità incredibile, ma mai con banalità. Ritengo l’ironia un veicolo straordinario e Pif è stato bravissimo perché è riuscito anche a metterla da parte in determinate situazioni per lasciare spazio ad una piccola e sana retorica, che non può che fare bene quando si tratta un tema importante come la mafia”.
Quanto può incidere un film come La mafia uccide solo d’estate a livello di informazione e di sensibilizzazione sull’argomento?
“Nel nostro Paese, purtroppo, vedo tanta ignoranza. Mi sono spesso trovato in disaccordo con tante persone che ritengono che questi film, soprattutto le fiction, possano in un certo senso esaltare il criminale e la violenza in generale, io invece non sono assolutamente d’accordo. In Italia, purtroppo, un film come La mafia uccide solo d’estate non può incidere particolarmente, o almeno non ancora, perché prima andrebbe fatto un lavoro approfondito sulla cultura, partendo dal basso e sensibilizzando i più piccoli, come ho detto prima. Sono stato invitato in una scuola di Reggio Calabria, presto sarò lì proprio per parlare di questo film, i bambini sono il nostro futuro e bisogna ripartire da loro. Inoltre, esiste una commissione antimafia, esiste la magistratura ed esistono le forze dell’ordine, bisogna anche fare in modo che i giovani riescano a ritrovare la fiducia nelle istituzioni”.
Ninni Bruschetta ritiene essenziale utilizzare l’arte e le proprie doti per combattere un organo criminale come la mafia: “Come diceva Amleto, l’arte deve fungere da specchio per l’uomo, deve fare capire chi siamo realmente e cosa accade attorno a noi, di conseguenza ritengo che teatro, cinema e musica debbano dare un importante messaggio alla gente, così come l’arte in generale. Penso che di mafia più se ne parla e meglio è, la gente ha il diritto e il dovere di conoscere la verità. Per via del mio lavoro mi trovo spesso in giro per l’Italia e mi sono reso conto che uno dei problemi principali è la mentalità nordica, vedo troppa gente che parla di mafia senza la minima cognizione di causa, senza sapere realmente di cosa si sta parlando, anche perché solo chi l’ha vissuta in prima persona può sapere realmente cos’è la mafia. Al Nord vedono la mafia quasi come un’entità astratta, come qualcosa di folkloristico, senza sapere che poi i primi ad andarci di mezzo sono proprio loro, perché sappiamo benissimo che la mafia è come un vampiro, succhia il sangue e si espande, non solo in Sicilia, in Calabria o in Campania, ma in tutto il mondo”.
Urge un cambio di mentalità secondo Ninni Bruschetta, perché sconfiggere la mafia è possibile, ma ognuno di noi deve impegnarsi a fondo, lottando per i propri ideali: “Il cambio di mentalità è necessario, a volte tendiamo quasi a rassegnarci di fronte ad una determinata situazione di disagio, questo è sbagliato, bisognerebbe cercare di imporre le proprie idee e lottare per i propri ideali”.
Fabrizio Bertè