Nuove collaborazioni, nuovi “amici”, come deliziosamente
amano definirsi i frequentatori del palco, si uniranno alla stabile compagnia
del Teatro dei naviganti, per regalare una nuova stagione che fonde una
proposta ormai insostituibile, con collaborazioni estere e grandi nomi del
teatro messinese.
Non un unico filo conduttore, ma una proposta che guardi alla qualità e all’intensità dei contenuti. Un’offerta, quindi, dalle tematiche disparate, dal delitto di mafia alla femminilità, dal dramma esistenziale della schiavitù antica e moderna, alla socialità che va a braccetto con la asocialità.
E poi ancora tanti omaggi, da Rosa Balistreri al teatro di Shakespeare, senza mai dimenticare i più piccoli, per i quali il teatro diventa un Magazzino di fiabe, continuando un percorso che da anni conquista grandi e piccini.
Vera novità di quest’anno però, la proposta “Giusto un
sabato”. Nata “per permettere agli spettatori di sentirsi veramente a casa”,
come ha ben specificato il direttore artistico Maria Pia Rizzo durante la
presentazione della stagione ai Magazzini del Sale dello scorso 12 ottobre, la
nuova offerta del cartellone si racchiude tutta nell’espressione “eventi e
condivisione”.
“Condivisione” è proprio la parola chiave della nuova
stagione. Condividere esperienze, pensieri ed emozioni. Ma anche condividere il
teatro stesso, in uno scambio continuo tra attore e spettatore, palco e platea,
per confermare come il teatro sia in realtà “casa”, per chiunque lo frequenti.
“Giusto un sabato” sarà quindi una proposta che unirà l’evento in sé con la partecipazione attiva degli spettatori, invitati a rimanere dopo la rappresentazione per, appunto, condividere idee ed emozioni davanti ad un buffet e ad un calice di vino. “Condividere un pezzo di pane e un bicchiere di vino – spiega romanticamente Maria Pia Rizzo – significa rompere il muro tra attore e spettatore, tra palco e platea, per far sì che anche chi assiste si senta a casa. Il teatro per noi è casa. L’arte è il nostro focolare. Vogliamo combattere una modernità in cui non ci sentiamo comodi.
Per questo il nostro desiderio è che lo spettatore non abbandoni subito il teatro per condividere poco dopo sui social le sue impressioni, ma che lo faccia prima qui, tra noi e CON noi”.
Un teatro vissuto, quindi, prima che “visto”. La riscoperta
della semplicità forse troppo spesso dimenticata. L’importanza del vivere in
comunione il teatro, perfettamente incarnata dalla visione del pane e del vino,
è il vero punto di forza di questa nuova stagione de I Magazzini del sale, che
si aprono al pubblico come un amico apre le porte di casa ad un altro amico,
vecchio o nuovo che sia.
Parafrasando Baudelaire quindi, di vino, di arte o di
teatro. Di qualsiasi di queste cose, ma ubriacatevi.
G.S. Trischitta