Inaspettati cambiamenti, novità inattese per una Palermo che non smette mai di stupirci: il noto Malizia Sexy Bar, locale a luci rosse da tempo ritrovo di giovani curiosi e scapoli intraprendenti, lascia il posto, incredibile a dirsi, ad una chiesa. Si tratta della Chiesa Evangelica della Riconciliazione “Canto di Sion”, in precedenza situata in periferia, difficilmente raggiungibile per un gran numero di fedeli. Inaugurata sabato 13 Giugno, la parrocchia è già adibita alla celebrazione delle singolari funzioni domenicali, officiate dai due pastori del luogo, pronti ad accogliere chiunque chieda d’essere accolto.
Noi del Carrettino delle Idee abbiamo incontrato il Dottor Mauro Adragna (nella foto), insostituibile guida della comunità evangelica palermitana e coordinatore delle chiese del Sud Italia. Il pastore, medico specialista in psichiatria, ci ha ricevuto nel suo centralissimo studio privato, dove abbiamo avuto modo di conoscerlo un po’ meglio.
Come la maggior parte dei palermitani sa bene, i locali adesso sede della sua Chiesa erano adibiti ad un uso ben diverso. Cosa vi ha spinto a scegliere proprio questo fra i tanti luoghi possibili?
“Innanzitutto ci ha convinto la sua posizione: è situato nel cuore della città e questo ci consente di essere più vicini ai nostri fedeli, di condividere la loro quotidianità. Inoltre desideravo fortemente poter cambiare il volto di questo posto, ormai abbandonato a sé stesso ed in precedenza destinato a ben altro. Ho pensato che sarebbe stato bello se in questo posto i giovani avessero trovato non più droga e donne in pose provocanti, ma speranza e nuove prospettive.”
Come hanno reagito i suoi fedeli alla notizia che presto avrebbero pregato in quello che sino a poco tempo prima avrebbero definito un “luogo di perdizione”?
“Alcuni si sono mostrati un po’ perplessi, altri hanno storto il naso, ma la maggioranza di loro è stata ben felice di poter dare nuova vita a questo posto. Del resto il messaggio di Dio è proprio per gli ultimi, per chi ha peccato.”
In qualità di pastore, come si relazionerebbe con i precedenti avventori e frequentatori del locale a luci rosse? Come reagirebbe se uno di loro bussasse alla sua porta?
“Se decidono di incontrarmi, di parlare ad un pastore, probabilmente sono già alla ricerca di pace, di armonia interiore. La grazia di Dio ha il potere di mutare immediatamente la nostra condizione spirituale, di portarla dalla morte alla vita. Noi accogliamo chiunque lo voglia, crediamo fermamente che il male che attanaglia gli esseri umani non debba portarci ad esprimere giudizi affrettati. Il nostro compito è quello di liberare gli animi dalle sue componenti negative, non quello di condannare. Aiutiamo chi lo desidera con consulenze, colloqui, consigli: in questo clima le persone scoprono finalmente di poter essere diverse, migliori di quanto credano.”
In che stato avete trovato i locali? Quanto è cambiato il volto del Malizia Sexy Bar?
“Le pareti, le finestre, ogni cosa era tinta di nero. Il buio assoluto. Inoltre la struttura era devastata da atti vandalici, probabilmente ad opera dei precedenti affittuari, sfrattati perché morosi.
Ci siamo impegnati notevolmente in opere di restauro tutt’altro che semplici, ma fortunatamente i membri della comunità ci hanno aiutato molto, ciascuno nei limiti delle proprie competenze e possibilità.”
È accaduto qualcosa di insolito: nella società odierna è più facile che pub e discoteche soppiantino i luoghi di culto, mentre questa volta è accaduto il contrario. A cosa pensa sia dovuto?
“Negli ultimi tempi bene e male hanno definito ancor meglio i loro contorni, hanno preso forme più definite. Sembra che oggi imbrogli, crimini di ogni genere stiano venendo alla luce con maggiore evidenza, ma lo stesso sta avvenendo per le opere di bene: c’è un forte desiderio di portare speranza ad una generazione di disperati inconsapevoli, giovani in apparenza sereni ma che nascondono turbamenti non indifferenti. Da parte nostra c’è la volontà sempre crescente di venire incontro a chi ne ha più bisogno, con centri d’ascolto ed opere assistenzialiste, di accogliere chiunque voglia lasciar emergere il proprio dolore, nella speranza di star meglio.”