Con questa citazioni biblica che ha risvegliato la nostra curiosità, il Dott. Giuseppe Linares, ha voluto salutare il nuovo prestigioso incarico di dirigente del centro DIA di Napoli che il Ministro dell’Interno Angelino Alfano gli ha voluto conferire. Ne abbiamo chiesto il significato, ma la risposta che ci ha lasciato in attesa di una pietanza più gustosa è stata: “Io non posso lasciare dichiarazioni…poi lo vedrà perché tutto è compiuto, ancora non è, non si può dire. Noi parliamo solo quando facciamo servizi o operazioni. E’ inutile parlare adesso non avrebbe senso.”
Ma non abbiamo resistito e poiché la frase oltre ad essere biblica poteva essere considerata anche come sibillina, abbiamo continuato chiedendo se considerasse o meno il trasferimento come una promozione, come di fatto è da considerarsi a tutti gli effetti: “ Io sono un Funzionario di Polizia e sono agli ordini del Capo della Polizia. Se la polizia ritiene che io debba svolgere questo, io sono grato per questa fiducia…poi sarà il tempo a dire se sono le scelte più giuste…cinicamente potrei anche dire che è una scelta giustissima…però quello che penso io non importa.”
Etichettato dai suoi ammiratori come il “superpoliziotto” della Procura di Trapani , Linares per vent’anni è stato il deus ex machina dell’attività investigativa antimafia della provincia di Trapani. Prima come capo della Squadra Mobile e poi come dirigente della Divisione anticrimine della Questura di Trapani ha ricostruito le storie e i fatti di Mafia di tutta la Provincia. L’arresto di boss come Virga, Mangiaracina, Sinacori, Bonafede, Milazzo, le varie fasi delle operazioni Rino e Peronospera I e II sono a dimostrare i risultati, ove ce ne fosse bisogno, raggiunti.
Anche a noi il superpoliziotto ha confessato di aver fatto a Trapani un’esperienza straordinaria, irripetibile e dalle sue parole emerge un noi ripetuto più volte che sottolinea la vicinanza con i suoi uomini e con tutti gli operatori di giustizia che in questi anni ha conosciuto o hanno collaborato con lui. Tutti accomunati in un unico grande obiettivo, combattere la Mafia. “ Quando abbiamo iniziato noi, subito dopo le stragi, non sapevamo nulla di Cosa Nostra, nulla. Non sapevamo nulla della struttura mafiosa della Provincia di Trapani ed oggi siamo arrivati a scrivere enciclopedie. Quindi è stato fatto una grande opera. Siamo stati veramente dei pionieri. Il problema che il tempo è passato, abbiamo iniziato che eravamo ragazzi ora siamo cinquantini.”
Considerato che abbiamo raggiunto il dott. Linares mentre era in macchina, sapevamo di non aver molto tempo ma un’ultima domanda su quale metodo investigativo intendesse portare a Napoli non potevamo non farla. “ La struttura mafiosa deve essere considerata come un virus che evolve, quindi bisogna studiare i processi dinamici di questa evoluzione e vedere se i ceppi del virus si sono trasformati in metastasi. Allora bisogna vedere quante di queste metastasi hanno compromesso il corpo sociale. “ E continuando …” se esiste una borghesia che è intaccata, cosi come abbiamo dimostrato da queste parti, ed è questa la sfida. Cioè capire quanto il sistema criminale s’infiltra all’interno di un corpo sociale oppure se vi è un corpo sociale pure non immune, capire quanto questa borghesia è espressione o è coesa con quella struttura criminale. Dobbiamo andare li e portare il bagaglio di questa esperienza, comunque lì è stato fatto un lavoro eccezionale, c’innestiamo in un lavoro eccezionale, non è che i colleghi li sono stati con le mani in mano“.
Mi piace concludere con le stesse parole che Dott. Linares, su Facebook ha postato ai suoi detrattori ed ai criminali che hanno tirato, davanti a questa promozione, un respiro di sollievo. “”A coloro che tirano un sospiro di sollievo dico invece che non si illudano… sono più vicino di quanto possano pensare”.
Pietro Giunta.