Palazzo Zanca assediato dai servizi sociali in protesta

La protesta dei lavoratori dei servizi sociali arriva dopo santo Stefano. Il clima natalizio però per i 700 lavoratori i è stato scandito dalla preoccupazione.
Oggi questo è stato il sentimento predominante alla manifestazione davanti palazzo Zanca, unito allo sdegno per una classe dirigente che ha amministrato male la città dello Stretto, come la signora Maria Mazza, presente alla manifestazione insieme al marito, ha chiarito:”Invece di pensare ad opere inutili, devono sistemare i lavoratori. Non ci interessa la città bella se le persone non lavorano. Luigi Croce poi ha inflitto l’ultimo colpo.
Il marito di Maria, il signor Sandy Saverio, ci esprime tutta la sua preoccupazione: “Io ho 74 anni e non posso lavorare, perché sono gravemente malato. Vivo con 500 euro di pensione. Come si fa a vivere? Vogliamo una risposta dall’amministrazione. Potrebbero loro rinunciare a qualche privilegio svuotandosi le tasche piene”. A protestare anche una signora che riferisce che negli anni ha sofferto di depressione ed è stata supportata dalle assistenti sociali che l’hanno aiutata con i suoi due figli di dieci e dodici anni, procurandogli anche il contributo del pedagogista. I centri di aggregazione-ha ancora aggiunto- sono un beneficio per i giovani che spesso non hanno riferimenti culturali. Un assistente sociale Rosanna Santoro, invece ci ha chiarito il campo d’azione del loro lavoro” Noi ci occupiamo di 185 disabili.
Per due ore al giorno gli operatori prestano aiuto alla famiglia in base al caso clinico. Qualcuno aspetta l’operatore per alzarsi. Qualcuno lo aspetta per pranzare. Qualcuno vuole essere aiutato per sbrigare pratiche o comprare medicine”. Lì a reclamare i propri diritti anche Roberto e Placido, disabili. Placido dice solo poche parole: “E’ bello essere aiutati”mentre Roberto spiega la necessità di avere al suo fianco, quegli operatori, che sente come la sua famiglia:”Ho bisogno dei servizi perché se no rimango inchiodato al letto.
Loro mi aiutano ad alzarmi, mi lavano, mi fanno uscire, Che bello uscire! Oggi si capisce anche che molte persone sono rassegnate come la signora Giuseppina, che si scusa più volte con noi perché l’età avanzata le ha fatto perdere l’udito e non capisce le nostre domande ma nonostante tutto ci stringe la mano dicendoci: “Io faccio come vuole il signore”. Intanto, mentre in comune si discute, qualcuno come Francesco Bertucelli si chiede come mai l’amministrazione comunale si nasconde dietro l’approvazione del bilancio, quando l’impegno del presidente della regione e del prefetto c’è stato.