Palermo, Cani e frustrazione

Indignazione e rabbia tornano a serpeggiare fra gli animalisti palermitani, costretti ad assistere alla deportazione di otto fra i cinquanta quattro zampe in precedenza destinati a Chiara Notaristefano. Sembrerebbe che nonostante l’epidemia di cimurro in corso al Canile Municipale del capoluogo, il Dottor Marchese, nel ruolo di capo area, abbia autorizzato il trasferimento dei cani, ignorando una nota ufficiale dell’Asp in merito al pericolo di contagio da malattia virale.

I randagi di Palermo sarebbero stati prima ospitati da una struttura convenzionata nei pressi di Ragusa e successivamente ceduti all’associazione AIVAC, di cui la Notaristefano è attualmente responsabile.

Molte voci si sono levate fra quanti – già a conoscenza dei trascorsi della famigerata affidataria – si erano opposti al trasferimento degli animali, indicendo fra l’altro un sit-in di protesta davanti alla struttura di Piazza Tiro a Segno, appena un mese fa.

Se dinnanzi ad un presidio protrattosi per oltre settantadue ore il Dottor Marchese si era visto costretto a desistere, sembra che abbia trovato un modo alternativo per liberarsi dei cani senza padrone eludendo la vigile sorveglianza dei volontari. Naturalmente il gesto del capo area ha scatenato un susseguirsi di reazioni mediatiche: dichiarazioni infuocate sui social a cui Marchese ha prontamente ribattuto tacciando gli animalisti palermitani di maltrattamento ai danni dei quattro zampe ospitati dal canile. Un’insinuazione a cui i cittadini, ben a conoscenza del buon cuore degli individui sotto accusa, non sembrano aver dato alcun peso.

“Sono state mandate a Leoluca Orlando diverse richieste di intervento per fermare le azioni di questo impiegato – scrive Laura Girgenti, referente per l’associazione UGDA di Palermo – ma lui non si degna di rispondere né intervenire per far rispettare la legge.” E così il destino dei cani sarebbe in mano ad un dipendente comunale, un burocrate che agirebbe ignorando leggi e direttive superiori.

I volti più noti dell’animalismo palermitano non cessano di manifestare il proprio sdegno, con la ferma intenzione di non soccombere alle sopraffazioni di chi, più o meno consapevolmente, si è reso responsabile di un gesto tanto illegale quanto deprecabile.