Parlare di mafia e vedere la sordità della gente

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Quando ho iniziato ad occuparmi di antimafia, ero pieno di energie, avevo una voglia infinita di voler cambiare le cose, di parlare con la gente, di spiegare ed informare vedendo l’ignoranza delle persone in merito a cos’è la mafia.
Ricordo quando iniziai ad andare a fare il giornalista antimafia a telejato, ovviamente non ero un giornalista come non lo sono adesso, ma vedevo il mondo con occhi nuovi, capivo cose che non avrei mai potuto intendere da solo, intesi che molti, non avevano avuto la mia stessa fortuna di conoscere un grande uomo come Pino Maniaci, che mi aprì gli occhi e che mi fece capire tante cose.
Ricordo, mi sentivo come appena uscito da un lungo coma, un sonno che non rendeva partecipe di tutto quello che mi accadeva intorno; ricordo che tornavo da telejato la sera tardi, percorrevo l’autostrada Trapani-Palermo da Partinico, ogni giorno, passavo sempre da quel maledetto tratto, dove avvenne la strage di Capaci, guardavo quell’obelisco con una stella a coccarda, mi toglieva il fiato ed avvertivo un brivido nello stomaco, ero dunque anchio partecipe e protagonista del presente antimafioso; sentivo ogni giorno decine e decine di fatti di cronaca come: “hanno sparato a…”,”hanno bruciato quattro auto”,”hanno consegnato dei proiettili a …, “hanno minacciato tizio di licenziamento se parlerà con telejato”; incredibile.., cose che non uscivano nei giornali o nei tg ed io non capivo il perchè.
Tornando a Palermo stanco e privo di energie, ma con la consapevolezza e la soddisfazione di aver speso bene il mio tempo, ero pronto l’indomani a ricominciare, con la grinta ed un energia che niente, in tutta la mia vita mi aveva mai dato.
Poi inziai a voler anche io informare, creando questo profilo di libera informazione antimafia, che dall’ora, non ho mai smesso di occuparmene, mi ha dato, spesso molti risultati e soddisfazioni, come la prima volta che una persona mi raccontò la sua storia, una storia di pizzo, mi chiese cosa doveva fare, io la informai e lei, sentendosi rassicurata da me, denunciò il suo estorsore; mi vennero le lacrime quando lo seppi e dissi : “allora serve a qualcosa Antimafia di Sicilia”.
Poi però mi accorsi, che molti non volevano cambiare nulla in sicilia, si rassegnavano dicendo:”non cambierà mai nulla è tutto inutile,perchè mettersi in pericolo?”; di persone che la pensavano così, ne conobbi a migliaia, gente sorda, mi accorsi che la mia voce che gridava alla legalità, non veniva ascoltata e si perdeva nell’etere, molti amici che adesso non lo sono più, mi dissero:” se fai antimafia io non ci cammino con te”, mi sentii solo, abbandonato anche da i miei stessi amici, un po di rammarico e di impotenza, ma questo mi diede successivamente la forza per andare sempre più avanti e continuare a lottare, perchè ci credo profondamente; lo so che da solo non posso mica cambiare il mondo, ma se ognuno di noi lo facesse, andando contro tutti quelli che ti dicono:”ma chi te lo fa fare?!”, allora anche se molti dei vostri amici o parenti vi criticheranno, potrete quando la mattina vi svegliate e vi guardate allo specchio dire:” io non mi faccio schifo” ed avere intatta la vostra dignita di Siciliano.
Per ogni persona che si rassegna, che non lotta e che davanti a chi ti parla di legalità volta la testa dall’altra parte, tutte quelle persone continueranno, ogni giorno a dare un consenso silenzioso a cosa nostra e mentre ragazzi, giudici, poliziotti,carabinieri,associazioni rischieranno la vita per voler cambiare, anche per voi, la nostra sicilia,voi come in un mondo ovattato continuerete a far finta che nulla succeda, il sangue di quei martiri, morti, perchè ci credevano, anche se non più visibile, continuerà a macchiare la terra che ogni giorno calpestate.
A tutti quelli che vogliono lottare ed informare, senza voltarsi dall’altra parte, invio un caloroso abbraccio, perchè grazie a voi, io non mi sento più solo.

Daniele Carmona il fondatore di Antimafia Di Sicilia.

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