Come Rita Borsellino, l’associazione sceglie di non condannare a priori. Ma si dice colpita dall’atteggiamento della stampa nazionale e locale che ha scelto il linciaggio e che ha ‘dimenticato’ di ricordare il valore delle inchieste di Telejato. Anche sull’inchiesta penale e sulle intercettazioni non manca qualche dubbio…
Finora hanno scelto la prudenza. Si sono astenuti da giudizi frettolosi e si sono tenuti fuori dal violento linciaggio mediatico. Hanno raccolto informazioni e hanno ascoltato anche la difesa. L’associazione Antimafia e Antifascisa “Rita Atria’ – molto conosciuta anche per le sue battaglie contro il Muos di Niscemi- ha diffuso solo ora un comunicato stampa in cui dice la sua sul Caso Maniaci. Come ha già fatto Rita Borsellino (e pochissimi giornalisti, tra i quali Riccardo Orioles, Enrico Mentana -e noi sia su questo blog che sul lavocedinewyork.com), ha scelto di non condannare a priori, ma di aspettare gli esiti di una inchiesta che pure appare “zoppicante” qua e là. Un passaggio è dedicato anche al comportamento “ambiguo” della stampa e, in generale, a tutti quelli che con troppa facilità hanno ‘dimenticato’ il valore delle inchieste di Maniaci e della sua Telejato.
Ecco la loro nota:
“Il direttivo dell’Associazione Antimafie ed Antifascista RITA ATRIA, si è riunito a Bari il giorno 7 Maggio 2016 per valutare la posizione da assumere nella vicenda di Pino Maniaci, indagato per estorsione nei confronti di alcuni Sindaci, ed abbiamo valutato e deciso che
– Intendiamo attendere, sul lato penale, gli esiti di una inchiesta che appare, da una prima lettura del dispositivo, un po’ “zoppicante”, e sulla quale manterremo comunque una attenzione costante, finalizzata a valutare tutti i comportamenti, già ampiamente esercitati dalla stampa nazionale, di negazione pregiudiziale di una esperienza antimafia quale quella della televisione Telejato che invece noi riteniamo di non rinnegare assolutamente per il suo indubbio valore sociale e di contrasto ai comportamenti mafiosi tenuti spesso anche da rappresentanti della pubblica amministrazione.
-Riteniamo molto ambiguo e poco giustificato- prosegue la nota dell’associazione ‘Rita Atria’- il comportamento della stampa locale e nazionale che, per gli ultimi fatti imputati a Pino Maniaci, sembrano voler negare con una serie di articoli che non brillano per quella coerenza e imparzialità che ci si aspetta da organi dell’informazione liberi e corretti, la lunga militanza antimafia della emittente che negli anni non è stata, non è e speriamo non sarà solo “Pino Maniaci”, ma è Riccardo Orioles, Salvo Vitale, i ragazzi di Telejato Junior, è Letizia Maniaci …siamo stati anche noi e valuteremo se continuare ad esserlo.
– Invitiamo chi oggi intende fustigare Pino Maniaci e negarne la storia ad impegnarsi per fare della propria professionalità di cronisti e giornalisti un modo per servire realmente la Società Civile e Politica di questo Paese al di la’ dei prezzi spesso disumani da pagare come auspicava Giuseppe Fava: “Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere.”
– Valuteremo- continua la nota- comunque se esistano le condizioni per partecipare alle attività per tenere viva ed accesa la voce della televisione Telejato per mantenere continuità al suo impegno antimafia che riteniamo imprescindibile non solo sul territorio locale ma su tutto lo spazio sociale nazionale. Necessità che la cronaca di questi giorni ci conferma di assoluta priorità sociale e politica.
– Riteniamo che gli organi di informazione avrebbero potuto essere molto più attenti alla attività antimafia precedente di TeleJato (alla quale si sono costantemente disinteressati) piuttosto che accanirsi, come nella fase attuale, per sottintendere che le attuali eventuali responsabilità penali del conduttore – tutte da accertare e verificare – getterebbero discredito generalizzato anche sulle attività pregresse della televisione.
– Sul piano etico ed umano invece intenderemo esprimere il nostro pensiero, per ora in forma strettamente privata, direttamente ed esclusivamente a Pino Maniaci per il quale non rinneghiamo affatto l’amicizia e la collaborazione in tanti anni di impegno e di condivisione di principi e comportamenti che non possiamo e non vogliamo certamente negare oggi, non solo in questa fase di indagini istruttorie, ma anche a fronte delle eventuali responsabilità penali di Pino Maniaci che fossero accertate. Perché altra cosa è il comportamento da tenere a fronte di eventuali tradimenti di compagni di viaggio, altra cosa è voler rinnegare per tali eventuali tradimenti una storia umana e socialmente condivisa di impegno antimafia.
Giudizio etico e morale che nasce dalle intercettazioni ascoltate e viste e dalla lettura del dispositivo. In tal senso desideriamo però dividere in maniera netta il problema: le intercettazioni sono state montate, secondo noi, ad arte. Chi ha provveduto alla diffusione ha scelto con molta cura cosa diffondere. Ma questo è un altro problema che approfondiremo nelle sedi opportune. Però, indipendentemente dal fatto che alcuni frammenti delle intercettazioni non sono pertinenti dal punto di vista penale, esistono e certe parole sono state realmente dette e certi atteggiamenti sono stati realmente tenuti. Atteggiamenti e parole che pesano e che non possono trovare di certo condivisione sul piano etico e morale. Abbiamo scelto al momento di comunicare il nostro pensiero solo a Pino Maniaci e alla sua famiglia, nonché ai collaboratori stretti, perché non desideriamo essere strumento di alcuno e/o strumentalizzati.
– Ribadiamo infine la nostra ferma intenzione di mantenere vivo l’impegno antimafie e antifascista che ci qualifica nella nostra stessa intestazione, perché viviamo momenti rilevanti di necessità che un simile impegno non muoia e piuttosto si rafforzi anche di fronte ad eventuali tradimenti. E non ci teniamo a strappare dal nostro vocabolario la dicitura “antimafie” perché non è cambiando i nomi alle cose che si risolvono i problemi… quindi non ci piegheremo alla mera propaganda di chi oggi “rinnega” la parola antimafia.
– Continuerà dunque il nostro impegno su ciascuna e tutte le vicende e questioni per le quali abbiamo speso le nostre facce e giocato la nostra reputazione, a partire dalla vicenda NO-MUOS e dalle tante altre vicende di cui si siamo occupati e ci stiamo occupando, nella speranza di restituire dignità, Verità e Giustizia a quanti in questo Paese le abbiano viste negate ed alterate per assecondare interessi di conventicole e gruppi di criminalità organizzata, fino alla invadenza di altri Governi nella nostra indipendenza sostanziale come Stato e come Popolo”.