Policlinico di Messina: bagni con vista

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Se ti trovi al Policlinico di Messina e ‘ti scappa’, o sei un temerario, o meglio se resisti! Peggio ancora se sei donna. Impossibile se sei disabile.

Un singolo bagno ‘agibile’ su tre piani, e non adatto ai disabili. Questa la situazione del padiglione ‘E’ del Policlinico di Messina che si ripresenta, con caratteristiche diverse ma ugualmente insostenibili, nella quasi totalità degli edifici della struttura ospedaliera.

Scritte ‘GUASTO’ ormai scolorite dal tempo troneggiano sulla maggior parte delle porte dei servizi igienici. Negli unici due bagni cui si può accedere, di cui uno solo utilizzabile, la situazione è allarmante.

Cominciamo dalle porte, impossibili da chiudere. Sappiamo tutti che negli ospedali, per motivi di sicurezza, non è possibile chiudere a chiave le porte dei servizi igienici. Da qui, al dover utilizzare il bagno in mondovisione c’è una bella differenza. Le porte, che come previsto dal Decreto Ministeriale del Ministero dei Lavori Pubblici n. 236, dovrebbero essere dotate di maniglie a leva facilmente manovrabili, hanno le classiche maniglie con serratura. Su questo si potrebbe sorvolare, se non per il fatto che restano aperte, a meno che chi usufruisce del bagno non assumi pose plastiche degne di un maestro di yoga. Le poche porte fornite delle idonee maniglie, restano anch’esse aperte, o perché rotte, o perché le stesse maniglie sono montate in modo da fuoriuscire di parecchi centimetri fino ad impedirne la chiusura. Impossibile dunque usare il bagno (l’unico disponibile su tre piani) senza essere visti da chiunque si trovi nell’antibagno.

Passiamo quindi ad osservare gli antibagni, ai quali si può accedere anche se i locali sono fuori servizio. Più che delle caratteristiche possedute, sarebbe meglio parlare di quelle mancanti. Nessuna traccia di dispenser per sapone o per salviette asciugamani. Se presenti, sono rotte o vuote. Per non parlare della carta igienica e del relativo dispenser, assente ovunque, persino nell’unico bagno per disabili accessibile, ma non utilizzabile per la già menzionata serratura montata in modo da impedire totalmente la chiusura della porta.

Per concludere. Per andare in bagno, prepararsi a girovagare come chi si è perso nei parcheggi dell’aeroporto. Se la salute lo consente, approfittare di un allenamento per le gambe gratuito percorrendo minimo 6 rampe di scale alla ricerca di una porta senza la scritta GUASTO. Una volta trovata, superare il primordiale pudore nel mostrare le vostre parti intime al malcapitato che aspetta il suo turno nell’antibagno. Sempre se il fisico lo consente, potete sempre cercare di usare il bagno tenendo contemporaneamente bloccata la porta con il piede o con il braccio teso davanti a voi. Importante: non dimenticate i fazzoletti.

In alternativa, potete sempre chiedere un catetere. D’altronde, siete in ospedale!

GS Trischitta

 

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