L’Italia si mobilita: raccolte fondi, raccolta dei beni di prima necessità, da Mediaset a Sky, non c’è italiano che non stia in ansia per Genova, capoluogo ligure messo in ginocchio dalla pioggia. Una pioggia torrenziale che non sembra voler cessare, una pioggia che porta con sé sei morti, lasciando sgomenta un’intera nazione. Ci uniamo al dolore di una città che seppur lontana è molto simile alla nostra, ci uniamo al dolore perché noi messinesi possiamo capire cosa si prova in queste circostanze: perdere un parente, perdere un amico, perdere un figlio, perdere la casa, perdere tutto ciò che si è costruito nel corso della propria vita.
Due anni fa, l’uno Ottobre 2009, sono caduti su Messina 300 millimetri di pioggia in tre ore causando la morte di 37 persone e la perdita di ogni bene per centinaia di famiglie. 37 persone di cui però nessuno si ricorda più. E centinaia di famiglie lasciate sole. Centinaia di famiglie alle quali è stato detto che se la meritavano questa tragedia. Centinaia di famiglie alle quali l’Italia non ha dato né un aiuto economico né un aiuto in termini di beni di prima necessità. Centinaia di famiglie che hanno dovuto non solo rialzarsi con le proprie forze ma che hanno dovuto combattere anche contro tutti coloro che li accusavano di abusivismo. Centinaia di famiglie che vivevano nelle loro case da generazioni. Centinaia di famiglie che sono state abbandonate nel momento di bisogno e che ancora lottano per dare giustizia a quei 37 morti che è stato facile dimenticare “perché se lo meritavano”.
Ma la legge non era uguale per tutti? Siamo nel 2011, nel XXI secolo, ognuno vede i propri diritti rispettati, almeno nei cosiddetti paesi ricchi. E l’Italia è un paese ricco visto che i ristoranti sono tutti pieni e la crisi non è poi così grave come vogliono farci credere.
No, la legge non è uguale per tutti. Ci hanno dimostrato, e ogni giorno continuano a farlo, che in Italia esistono morti di serie A e morti di serie B, esistono tragedie annunciate e tragedie naturali impossibili da prevedere. Ci hanno dimostrato che l’Italia è sensibile a tutti i disastri naturali, anche a quelli lontanissimi come lo tsunami in Indonesia, ma che non è sensibile se il disastro avviene al Sud. Perché al Sud siamo abusivi, al Sud abbiamo selvaggiamente costruito in ogni dove non rispettando l’equilibrio ambientale, al Sud esistono case costruite sui torrenti, al Sud non ci sono più alberi sulle montagne perché sono stati abbattuti o bruciati dall’inciviltà della gente.
Al Sud le tragedie ce le meritiamo.
E quindi è giusto che non ci aiutino e l’Italia, proprio ieri, ha deciso di non farlo negandoci ogni aiuto economico. E per Genova invece? Per Genova invece si mobilitano tutti, da tutt’Italia, da Sud a Nord. Perché l’Italia è una sola, perché i morti di Genova sono gli stessi di Messina, gli stessi di Sarno e gli stessi che potrebbero esserci in qualsiasi altra città d’Italia, perché le tragedie sono tragedie di uguale importanza sia che avvengano in un paesino del meridione sia che avvengano in una metropoli del Nord. E noi del Sud, noi abusivi, ladri, violenti, arretrati, pigri e nullafacenti, noi questo lo sappiamo. E anche se nessuno in Italia ci ha aiutato e continua ad ignorare le nostre esigenze, noi Genova l’aiutiamo. Perché il loro dolore è il nostro dolore, i loro morti sono i nostri morti, la loro paura è la nostra paura.
Non siamo due città diverse, siamo la stessa città che vive la stessa tragedia.