Studiare, scegliere chi amare, scrivere su un blog un pensiero su un politico o una legge, poter indossare un jeans, decidere se raccogliere i capelli o meno, andare al concerto del nostro cantante preferito o semplicemente allo stadio a tifare la nostra squadra del cuore. Sembra tutto così scontato eppure in qualche parte del mondo non lo è, per le donne in qualche parte del mondo ancora non lo è. Ognuna di queste libertà è ancora una conquista da raggiungere.
Malala Yousafzai, 15 anni, pakistana, il più giovane premio Nobel per la pace, sparata da un gruppo di guerriglieri mentre tornava a casa con lo scuolabus perché continuava ad andare a scuola e denunciava sul suo blog la condizione delle donne nel suo paese a causa dei divieti imposti dai talebani.
Hina Saleem, 20 anni, anche lei pakistana, uccisa dal padre, lo zio e due cognati, perché si era innamorata di un italiano e aveva rinnegato il promesso sposo.
Ghoncheh Ghavami, 25 anni, arrestata il 20 giugno scorso dopo essere andata allo stadio per aver protestato contro il divieto per le donne di assistere ai Mondiali di pallavolo a Teheran.
Tuttavia, a distanza quasi di un anno, qualcosa per le donne iraniane sembra cambiare. Grazie al via libera giunto dalle autorità potranno assistere agli incontri internazionali di pallavolo valevoli per la World League in programma dal 19 giugno a Teheran. Secondo l’accordo raggiunto nel Consiglio di sicurezza nazionale, le donne possono ora assistere a partite di pallavolo, basket, tennis e altri sport, ma non ancora, a incontri di calcio, pugilato e nuoto.
Questo sarà il secondo appuntamento sportivo a cui potranno assistere liberamente. Pochi giorni fa, infatti, la finale del campionato di basket nel palazzetto dello sport Hakimiweh ha già visto molte donne entusiaste di tifare la propria squadra e lanciare slogan come “Oggi è il nostro giorno”. Ma l’appuntamento più importante resta quello fissato per il girone B di pallavolo del 19 e 21 giugno, quando l’Iran affronterà gli Usa, cui seguiranno le partite con la Polonia del 26 e 28 giugno. Nello stadio Azadi che tradotto in italiano significa ‘Libertà’ con una capienza da 12 mila posti, per le donne vi sarà un’area riservata.
Il gruppo ultra conservatore Ansar-e Hezbollah Hezbollah sul suo periodico Ya-Latharat avverte: “Ci sarà un terremoto”.