Perché pungenti, affilate, penetranti tra le carni per raggiungere l’anima e lo spirito insieme. Io non ti ho mai detto quanto ti amo mamma, ma anche quanto ti odio. Ti amo per te, e ti odio per me. Per questa esistenza donata in un mondo dannato. C’é l’ho con te per la tua speranza e la tua dolcezza, per la tua educazione alla tolleranza ed all’onestà. Non lo vedi dunque mamma che la società ha diviso gli esseri umani? Non lo vedi che le speranze si assottigliano e la vita lascia i corpi rendendole inutili involucri presto morti. Io non ti ho mai detto quanta pace nelle tue vicinanze, quanta armonia rubata all’esistenza ai tuoi lati, quanta voglia di vivere per vedere te sorridere ispiri nella mia vita. Ma quella sei tu mamma. E di te, c’é ne solo una. Io non ti ho mai detto, che tutta la mia vita, ho aspirato ad una donna come te, non ti ho mai detto, che il tuo profumo addosso ad un altra donna mi fa girare la testa. No, mai. Perché mamma, il mio amore é puro, e quindi duro, legato, imbavagliato dalla società, dai valori, dal tutto inutile che rovina le nostre vite. Ed ecco che l’abbraccio, il bacio, diventano laccio, che lentamente, strangolano i miei istinti di vita, quelli che mi spingono senza ritegno tra le tue braccia. Non ti ho mai detto mamma, quanto ti amo, semplicemente, perché un Uomo in Africa, non dice del suo amore. Le tue labbra per me sono sempre state il contorno della saggezza, ma baciarle diventa incesto, toccarle, maleducato. Io non ti ho mai detto quanto maledica tutti i giorni il mondo per aver deciso che la tenerezza tra una madre ed un figlio adulta debba cessare. Non ti ho mai detto mamma, che sarei voluto vivere insieme a te ed alla mia nuova famiglia, al fine di riunire i miei amori nel mio grande cuore, e poi mamma, devi sapere , che non ti ho nemmeno detto, quanto geloso di papa, sono stato. Quell’Uomo integro ed intero. Tutto di un pezzo, capace di riportare il silenzio assoluto nella nostra casa con la sua sola presenza. Io, nemmeno a lui, non glielo mai detto.
Non ti ho mai detto papa quanto ti abbia odiato ed ammirato. Tu eri un idolo, poi, diventasti un mostro, poi, un eroe mostro, un punto focale, un Uomo di cui a volte mi fidavo, altre no. Non ti ho mai detto papa la verità sul perché me ne andai lontano da te e dal dolore provocato dall’incoscienza e da ricordi dolorosi. Già, papa, non ti ho parlato di ciò che hai fatto di me, forze senza volerlo, forse senza capirlo. Devi sapere papa, che l’amore non giustifica tutto, a volte, provoca il contrario di ciò che desideriamo. In fondo caro papa, l’ho sempre saputo che le botte erano per amore, ma oggi, ammettilo anche tu, un pò per idiozia. Non te l’ho mai detto papa, che quando mi picchiavi, le mie lacrime non erano di dolore fisico, ma bensì di rabbia interiore. non te l’hanno mai detto papa che i bambini non si picchiano? Eppure, tu volevi che noi c’é la facessimo a tutti i costi. Noi, piccoli neri occidentali spodestati della nostra cultura ed erranti in un mondo di pazzi. Papa, tu, di pazzi, te ne intendi, dato che sei professore in psichiatria. Ma io non te l’ho mai detto quanto abbia odiato i tuoi lunghi studi di cui vai così fiero perché al termine, lo stesso non capivi. Non te l’ho mai detto papa, perché avevo paura di te, che volevo fare il sognatore inamoratore. L’idea stessa dell’amore mi piaceva già da piccolo, la parola stessa mi faceva sognare. Non potevi saperlo, ne accettarlo, per te, la vita é sempre stata su terra, e ciò che non si vede, non si crede. Non te l’ho mai detto papa, ma mi sentivo male a volte per la tua visione delle cose perché ingiusta eppure vedevo in te chi era in grado di capire, vedevo e percepivo la tua forza che mi guidava e mi portava verso i tuoi desideri. I miei, non contavano, ero un ragazzino, e tu, un Uomo deluso. Non te l’ho mai detto papa, vero. Non ti ho mai detto che ogni volta che mamma piangeva, le lacrime rotolavano con un po del mio amore per te. Non te l’ho mai detto che l’amore non può esaurirsi papa, che non ti voglio capire ne spiegare, ma semplicemente dire che ti amo. Già, in Africa, un Uomo non dice a suo padre di amarlo. Ti imbarazzeresti, tanto, forse troppo, abbasseresti gli occhi, e cambieresti discorso. Non te l’ho mai detto papa che sono diventato grande? Come a te mia sorella benamata. Te l’ho mai detto che quando ti penso oggi le lacrime mi escono dagli occhi e sorrido? Sicuramente no. Anche tu ti imbarazzeresti e cambieresti discorso. Io ti ho odiata, a tale punto che mi batteva forte il cuore, ti ho amata, in una misura tale che diventai abbastanza Uomo da affrontare un altro Uomo che ti aveva offesa. Ti ho mai detto che sei stata la mia guida e la ragione per cui da bambino mi vestivo sempre da donna? Tu così forte e sicura, polo di tutte le amiche del quartiere, capace di opporti a nostro padre e di subire delle punizioni che hanno segnato per sempre la tua pelle. Ricordo di te ieri ed oggi come una donna che é sempre andata avanti. E ti ho odiata per aver abbassato le braccia, per esserti adeguata e per non aver proseguito in ciò che sapevi fare di meglio. Tu che una notte sei tornata con la corona di miss del nostro paese e che per due giorni sei stata legata e riempita di botte da nostro padre ti ho mai detto quanto abbia pianto nel buio della mia stanza per te? E ce ne sono tante di cose che avrei da dirti, sono come te, in preda a pensieri e nella morsa della vita, ma so che la tua presenza nella mia vita non é indelebile per la parentela, ma per qualcosa di più profondo. Ricordo che avevi quindici anni quando fondasti un associazione per aiutare i bambini di strada. Io non sapevo nemmeno che i bambini dormissero per strada! E non ti ho mai detto che dal quel momento il mio sogno era di creare un associazione. Non te l’ho mai detto, ma ti ho sempre guardata, ed al di la del mare di oggi che ci separa, percepisco le tue ansie, le tue paure, ed i tuoi amori, e spero che tu diventi ogni giorno più felice di ieri. Io non te le ho dette queste cose perché non mi avresti nemmeno lasciato parlare, come non ho detto a mio fratello quanto sia importante per me. Lui, é sensibile, molto, tanto. Non ti ho mai detto caro fratellino dell’orgoglio mio per aver impedito che tu subisca ciò che ho dovuto subire sui campi di basket dove mi seguivi. Tu eri piccolo, e come ogni piccolo, dovevi subire. Non ti ho mai detto che anche se litigavamo spesso e tu quando giocavi contro di me ci mettevi l’anima mi facevi sorridere e quasi piangere di gioia? Ti vedevo concentrato, volevi diventare un buon giocatore, volevi non deludermi, e ti impegnavi, anche se penso che il tuo sport sarebbe dovuto essere la lotta. Ti ho mai detto di quei momenti in cui ti volevo uccidere e poi pensavo subito che semmai lo facessi non saprei a cosa servirei più in questo mondo? No. Ricordi dell’ultima volta che ci prendemmo a botte? Perché tu difendesti nostra sorella. Lei non aveva ragione, ma nessuno Uomo ha ragione di alzare la mano su un altro Uomo. Forse lo facevi per altre ragioni, ma io ti amavo per ciò che eri e che sei. Semplice, il sorriso facile, buono al punto di dividere anche tu il poco che hai senza ripensarci. Non ti ho mai detto che ti guardavo con curiosità e con tanto amore, forse perché ci saremmo anche abbracciati e li da noi, gli uomini, tra di loro, non si abbracciano. Non ti ho mai detto quanto ero preoccupato per te quando andai via, perché eri così piccolo, e rimanevi indifeso, senza di me, ed avevo paura, che ti toccassero. Non ti ho nemmeno detto, che se l’avessero fatto, sarei tornato, e li avrei esplosi, per difendere te. Non vi ho mai detto a voi, del mio passato, del mio presente, e del mio futuro, del mio sogno. Non vi ho mai raccontato di ciò, anche perché i miei occhi, rifiutano ciò che vedono, ma la mia bocca, non può ripetere all’infinito ciò che vede che non va, e le mie parole al vento, non devono sembrare lamentele. Ti ho mai detto mondo di quanto ti odio? Col tuo carico di uomini incoscienti interessati solamente ed esclusivamente alla propria sopravvivenza e divisi in razze, pesi, bellezze, ricchezze, altezze? Non ti ho mai detto mondo che per te il mio sentimento é stato sempre negativo da quando persi la facoltà dell’infante di sognare? I mie occhi una volta aperti, hanno amato la vita, ma non te. Sei così complesso, e non sei stato capace di capire che l’intelligenza andava data alla tartaruga? Chi sei dunque mondo, o Dio, o Allah, o Buddha, per permettere lo scempio di un pianeta per gli errori di una specie? Ho sperato che i vulcani eruttassero, che i mari trabocchino ed invadano la terra ferma, che il fuoco divorasse le foreste e le città, poi ho avuto speranza, e poi, di nuovo l’ho persa. Ti ho mai detto mondo di quanto sei ingiusto ed illogico? Io non ti amo mondo. Nei tuoi valori e nelle tue individualità, nel tuo amplesso e nella tua organizzazione. Non mi riconosco nella tua società, non mi rifletto nel tuo amore, non ritrovo la mia via, e sono triste di vivere i sentimenti degli altri, la vita di altrui. Ti ho mai detto mondo di quando abbia voluto abbandonarti e partire li lontano nello spazio infinito o semplicemente, li sotto di te, sepolto nella tua terra? Non é facile, viverti mondo, sei pietoso, all’ultimo soffio, levi la vita invece di darla, ed io c’é l’ho con te. Tu che hai messo gli altri sul mio cammino, e così facendo hai inventato la meraviglia, poi, hai permesso l’odio, e pertanto, creato il male. Ti ho mai detto mondo del mio colore di pelle, che a volte fa di me un bersaglio, solo per la melanina, e dal mio continente una miniera, solo perché siamo deboli. Non te l’ho detto quanto tu sia ingiusto nel dare tanto ad alcuni e quasi nulla ad altri? Mi dirai che siamo uguali, ma saprai di mentire, mi dirai che abbiamo le stese chance, ma saprai ugualmente di non essere nel vero. Una pallottola non da molte possibilità, e ti odio per aver permesso all’Uomo di inventare la violenza. Ti ho mai detto mondo di quanto ti trovo ridicolo con le tue istituzioni internazionali e le tue leggi abusive che sminuiscono il nostro essere stesso. Ti ho mai detto di quanto mi senti da solo. Una bomba di amore, che possa azzerare il tutto, e far rinascere il sorriso sulle labbra di un popolo unico. Ti ho mai detto della gioventù arrabbiata, insieme agli anziani, insieme anche gli adulti? Non crediamo più in te, il tuo sistema é remoto, le banche non possono disegnare le frontiere e tu li lasci fare, tu che ti travesti da Dio. Non abbiamo più fede nel corso del tempo che hai disegnato per noi altri umani. Ora, gli approdi offrono ben poco, solo rovi, e se non te l’ho mai detto io ti odio dal profondo del cuore. Tu che prendi gli altri e li metti nel tuo ingranaggio, li macini, lentamente, permetti la loro trasformazione in mostri, fai di loro delle persone senza fede nell’amore e nel sorriso. Io ti odio davvero mondo. Sono le cose che non ti ho mai dette.
Ouango K judicael