Rapporto SVIMEZ, il Sud affonda. Sicilia ultima per occupazione femminile

Il
Mezzogiorno naviga alla cieca tra disoccupazione e mancato sviluppo. Sicilia ultima
in Europa per occupazione femminile.

Le
ragioni della stagnazione italiana al centro dell’annuale rapporto SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno),
che mette in luce la drammatica situazione del Sud Italia, questa volta anche
in un’ottica di divario Italia /Europa. 

Il
quadro generale non lascia molte speranze. Aumentano i lavoratori poveri, prosegue l’abbandono scolastico e diminuisce il peso
demografico.

Nel
corso dei prossimi 50 anni, secondo lo SVMEZ,  il Sud perderà 5 milioni di residenti: -1,2
milioni sono giovani e -5,3 milioni persone in età da lavoro. La Sicilia figura tra le regioni « del Mezzogiorno che nel complesso vedono
accrescere i saldi negativi dei flussi verso l’estero, sino a superare le 20
mila unità annue nell’ultimo triennio ».

La
“nuova migrazione” meridionale riguarda però 
giovani, con elevati livelli di istruzione. Dall’inizio del nuovo secolo
dei 2 milioni e 15 mila residenti che hanno lasciato il Mezzogiorno,  la metà sono giovani di età compresa tra i 15
e i 34 anni, quasi un quinto laureati. Oltre 850 mila di loro non tornano più
nel Mezzogiorno.

C’è
poi da riflettere sul fatto che molti vivono di “pendolarismo di lungo
periodo” che nel Mezzogiorno interessa nella media del 2018 circa 236 mila
persone. 57 mila (7 mila in più rispetto all’anno precedente), si muovono verso
altre regioni dello stesso Mezzogiorno, mentre 179 mila verso le regioni del
Centro-Nord o verso l’estero.

Nel
Sud, inoltre, crescono i working poor con
oltre un quarto degli occupati a rischio povertà
. “La ripresa
occupazionale di «bassa qualità», effetto di ricomposizione verso tempo
parziale e atipici-precari vede nel Mezzogiorno -295 mila occupati rispetto al 2008 contro un  +437 mila nel Centro-Nord“.

Allargando
lo sguardo all’Europa la situazione appare ancora più drammatica, soprattutto
per quanto riguarsa la condizione delle donne. Le regioni del Sud sono infatti
tra le ultime in Europa per tasso di attività e occupazione femminile. In
particolare La Sicilia con un tasso del
29,1 per cento, è ultima tra le Regioni italiane e penultima in Europa
seguita
solamente dall’isola di Mayotte denominata la Lampedusa francese d’oltremare.

Stoccolma,
prima in classifica ha un tasso di occupazione pari al 79.7 per cento. Lo
scarto è del 50,6 per cento.

Se
non bastasse l’occupazione femminile è inoltre caratterizzata da bassa valorizzazione delle competenze,
segregazione occupazionale e maggiore presenza, sempre meno volontaria, nel
lavoro non standard.

A
spiegare questi livelli “patologicamente bassi” secondo lo
Smivez  sono la carenza di domanda di
lavoro che già penalizza gli uomini e, in particolare, i giovani e
“l’incapacità delle politiche italiane di welfare e del lavoro di
conciliare i tempi della vita lavorativa e familiare, causando anche incertezza
economica e una modifica dei comportamenti sociali, tra cui la riduzione del
tasso di fertilità delle italiane.”

Le
regioni con tassi di occupazione più vicini alla media europea sono, infatti, quelle
con la migliore copertura dei servizi per la prima infanzia, i migliori tassi
di istruzione femminili e le strutture produttive più evolute.  Tutte condizioni che nel Mezzogiorno fanno
registrare trend negativi.