Reggio Calabria, bene confiscato alla ‘ndrangheta in fiamme

Gli incendi sono manifestazioni che portano con sé interessi speculativi nella maggior parte dei casi. Il fenomeno dei piromani – che si ripete ad ogni ricambio di stagione – è una delle piaghe più imponenti del nostro Mezzogiorno. Sicilia e Calabria sono le regioni in cui gli incendi dolosi sono assai diffusi, con danni considerevoli su beni, animali e piante. L’incendio è anche un atto di sfregio nei confronti di ciò che non si può avere o su cui rivendicare quasi un proprio dominio: è quanto successo a Melito Porto Salvo, nel reggino, con l’incendio di un agrumento da anni gestito da un Consorzio di cooperative sociali che da bene della’ndrangheta, lo hanno trasformato ad oasi di impegno socio-educativo e lavorativo.

Melito Porto Salvo (RC), bruciati quattro ettari di appezzamento nella notte tra il 24 e il 25 giugno scorsi. Si tratta di un agrumento confiscato alla ‘ndrangheta e assegnato dal Comune di Melito Porto Salvo a “Terre del Sole”, consorzio di cooperative sociali nato proprio sotto la scia delle esperienze legate alla gestione dei beni confiscati alla mafia e da anni impegnato soprattutto nell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nei comparti agroalimentari e commerciali, ed è presente ed operativo nell’intera provincia reggina essendo riferimento di legacoop calabria.

Il bene confiscato, denominato “Placanica Factory”, sorge nella località Placanica di Melito Porto Salvo e da quando è gestito dal consorzio è diventato un luogo dove vengono portate aavnti attività educative nei cosiddetti “campi di lavoro” che lo stesso consorzio promuove unitamente ad Arci e all’Associazione ProPentedattilo nei mesi estivi.Le fiamme hanno distrutto l’agrumeto e hanno messo in serio pericolo gli animali della fattoria raggiungendo le stalle. La tecnica è la solita: appicccare piccoli fuochi in diverse parti del terreno e complice il vento di quei giorni, in breve tempo le fiamme si sono sviluppate impedendo ai soccorsi di intervenire immediatamente.

Nonostante le autorità stiano accertando le origini del dolo, non è difficile pensare che dietro ci siano le schegge irredente delle cosche a cui è stato sottratto il terreno.

“Chi ha compiuto questo insano gesto – scrivono i rappresentanti di Terre del Sole – sapeva inoltre che giusto nella settimana dal 24 al 30 giugno non erano programmati i campi di lavoro che tradizionalmente si svolgono durante l’estate sul terreno confiscato, campi che invece proseguiranno a partire dal giorno 1 luglio con la partecipazione di un folto numero di scout provenienti dal Belgio. L’intervento dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri ha scongiurato che il fuoco arrivasse alla stalla degli animali ed alle case rurali che insistono sul medesimo terreno. Ciò nonostante si registrano ingenti danni all’agrumeto ed all’impianto di irrigazione che si è letteralmente squagliato, oltre che la devastazione di alcuni alberi da frutto che erano a ridosso della coltivazione di fragole. I dirigenti del consorzio hanno sporto regolare denuncia presso la Stazione dei Carabinieri di Melito da cui si evincono gli innumerevoli danni subiti. Denuncia corredata da una richiesta di maggior sorveglianza sul bene, dal momento che non è la prima volta che il bene confiscato è oggetto di atti vandalici (furti, scassi, sottrazione di ortaggi e frutta), ma non si era mai arrivati a tanto”.

“A fianco dello Stato e delle sue istituzioni senza se e senza ma, sempre !” Con queste parole il Consorzio ha voluto caratterizzare il proprio esserci nel contesto calabrese, un contesto che sta provando a reagire ai sopprusi e alle forme di mafiosità che qui spesso intersecano la cultura dei luoghi.

Ad esprimere vicinanza e conforto ai responsabili ed operatori del consorzio Libera e numerosi associazioni e cooperative, il Commissario straordinario del Comune di Melito Porto Salvo, la Provincia di Firenze e la Provincia tedesca di Darmstadt.