Regolamento antimafia. Repetita iuvant?

Il titolo completo è «Regolamento per l’attuazione di politiche antimafia. Misure di contrasto alla corruzione, al gioco d’azzardo, al racket e sostegno alle imprese che denunciano», ambizioso come l’obiettivo di Libera Sicilia, Addiopizzo Messina ed Avviso pubblico, che insieme ad altre associazioni locali, hanno deciso di sottoporre all’attenzione delle istituzioni comunali un atto innovativo, che va ben oltre le disposizioni legislative nazionali in materia. Ed in fondo, repetita iuvant. Perché già lo scorso settembre Addiopizzo, insieme alla terza Circoscrizione messinese, presentarono una proposta di regolamento antiracket, integralmente inglobato nell’attuale documento. Proposta mai approdata in consiglio comunale, che probabilmente giace insieme al regolamento di istituzione del registro delle unioni civili, in qualche polveroso cassetto di Palazzo Zanca. Repetita iuvant. Come per la creazione di Osservatorio antimafia, per il quale un anno fa già si sono svolti alcuni incontri interistituzionali – con prefetto, organizzazioni sindacali e di categoria, Università e Comune – e del quale si torna a parlare all’interno del regolamento presentato all’interno del Salone delle Bandiere di Messina.

«Sarà il primo regolamento antimafia organico in Italia», così Umberto Di Maggio, presidente di Libera Sicilia, anche se molte delle norme previste, singolarmente prese, sono già state adottate da altre amministrazioni nella penisola.

Tra i principali contenuti della proposta, la costituzione del Comune come parte civile nei processi per associazione di stampo mafioso, agevolazioni ed esenzioni dalla fiscalità locale in favore delle imprese che subiscono e denunciano richieste estorsive e/o intimidatorie, sostegno legale gratuito fornito dagli uffici comunali proposti, specifiche clausole da applicarsi ad ogni bando di gara o affidamento diretto di lavori o fornitura di servizi mirato ad escludere le ditte che abbiano subito, senza denunciare, attività intimidatorie da parta della criminalità organizzata.

Per quanto riguarda le norme di contrasto al gioco d’azzardo, terreno privilegiato di infiltrazione mafiosa e tematica assai complessa da regolamentare, tanto da risultare carente di legislazione nazionale così come di adeguata giurisprudenza, si rimanda il compito all’Amministrazione comunale. 

Si parla anche di esenzione dai diritti di pubblica affissione per «i manifesti riguardanti la promozione e la diffusione di attività ed iniziative antimafia o tendenti ad informare la cittadinanza sulla normativa nazionale e regionale antiracket, di comitati, associazioni, fondazioni e di ogni altro ente che non abbia scopo di lucro regolarmente iscritte al Registro presso la Prefettura», nonché della adesione all’associazione di enti locali Avviso Pubblico – con quota associativa annuale di 2mila euro, che potrebbe risultare proibitiva per un ente in predissesto in continua lotta con le spese correnti – e l’impegno «ad opporsi con efficacia al fenomeno dell’abusivismo nell’attività commerciale […] con particolare attenzione ai mercati rionali».

Altro punto, la corruzione. Per contrastare il fenomeno, via libera al whistleblowing – che di fatto significa “fare una soffiata” -, procedura completamente anonima che consentirebbe ai dipendenti della pubblica amministrazione di segnalare sospetti reati di corruzione, ma circostanziati, relativi a colleghi e già adottata dall’amministrazione Pisapia a Milano. A valutare l’attendibilità delle “soffiate” lo stesso istituendo Osservatorio antimafia. Sperando che non si crei un intasamento, visto che in caso di infondatezza potrebbe scattare la denuncia per calunnia o diffamazione per la “gola profonda”.

Insomma una proposta che, pur lodevole nell’iniziativa, rischia di fondere e confondere quelle che dovrebbero essere prassi “ordinarie” dell’attività amministrativa con indirizzi di tipo politico ed amministrativo e norme di concreta attuazione. Un canovaccio da cui cominciare, certamente. Ma i cassetti di Palazzo Zanca sono profondi.

Riuscirà questo regolamento a vedere la luce?

Alba Marino

REGOLAMENTO_PER_LCuATTUAZIONE_DI_POLITICHE_ANTIMAFIA.pdf