S. TERESA DI RIVA (ME): XI EDIZIONE DEL PREMIO ZAPPALA’

“Per strada tante facce  non hanno un bel colore:

Qui chi non terrorizza si ammala di terrore.”

Citando De Andrè il segretario Amministrativo dell’Associazione  “Amici di Onofrio Zappalà” , Natale Caminiti, presenta a S. Teresa di Riva (Me) la XI edizione del “Premio  Zappalà 2016”. Organizzata nel 36° Anniversario della strage  di Bologna (2 agosto 1980), la manifestazione deve il suo nome a Onofrio Zappalà, una delle 85 vittime di questa assurda strage. “Essere presente a questo evento è un dovere nei confronti della storia – sottolinea Caminiti – , ma soprattutto, un dovere verso chi come Onofrio Zappalà,  è  vittima innocente delle più svariate cause di assurdo fanatismo.”  

Un pomeriggio e  una serata molto intensi a partire dalla visita  al Cimitero di S.Alessio Siculo, l’Annullo  Filatelico, la S. Messa presieduta da S.E. Mons. Giovanni Marra,  Arcivescovo emerito di Messina, per passare poi alla consegna di borse di studio ai due studenti liceali Sergio Lombardo  e Michela Maria Moschella, presso i Giardini di Villa Ragno di Santa Teresa di Riva. In questo scenario si è svolta la consegna della medaglia di rappresentanza del Capo dello Stato, quale onorificenza della Repubblica Italiana concessa al “premio Zappalà 2016” da otto anni, da parte del coordinatore dell’Associazione Antonello D’Arrigo, alla Dott.ssa Carmela   Maria  Lipari, dirigente scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Santa Teresa di Riva. Presenti all’evento gli attivisti del Movimento Agende Rosse gruppo Graziella Campagna-Messina, l’Associazione “Libera-Presidio di Messina Nino e Ida Agostino”, con il patrocinio dei Comuni di S. Teresa di Riva, Savoca e Forza D’Agrò e con la collaborazione dell’Istituto Caminiti Trimarchi e dell’Istituto Comprensivo. Presente anche il sindaco di Messina, Renato Accorinti, che ha consegnato in premio ad Angela Manca una scultura realizzata dall’artista Licinio Fazio.   Angela Manca, madre del Dott. Attilio Manca, emblema di una famiglia umiliata e ferita. Uno dei fatti di mafia oggi più scottanti, sul quale si sta indagando al fine di raggiungere una verità che a tutti i costi si vorrebbe infangare, facendo passare la morte del Chirurgo Oncologo per un semplice suicidio con l’aggravante  dell’autoassunzione di una eccessiva dose di droga. “ Purtroppo la verità su mio figlio non si vuole, perché dietro l’omicidio di Attilio c’è la latitanza di bernardo provenzano. E’ difficile e lunga la strada. Ma noi non ci arrendiamo. Noi speriamo di avere verità e giustizia. Andremo avanti fino a quando la verità verrà tutta fuori.” Queste, le parole toccanti della signora Manca che ha ricevuto il premio Zappalà con tale motivazione : “Al coraggio e alla tenacia di una  madre che non si rassegna, oltre alla sua morte, nel vedere violata ed infangata la memoria del figlio.”

Rilevante anche l’intervento di Fabio Repici, avvocato delle Vittime innocenti di  mafia, che ha sottolineato l’importanza di “ cercare di rimuovere il velo che occulta le responsabilità alte nella strage per la stazione di Bologna. E’ una cosa che vale per tutti i più grossi episodi criminali che hanno punteggiato la storia d’Italia, dalle stragi terroristiche fino alle stragi di mafia. Coltivare la memoria significa anche ricordare queste piaghe buie.” L’avvocato è l’attuale legale della famiglia Manca impegnato a fare giustizia sulle mancate verità e sui depistaggi che avvolgono il “ caso Manca”. E’ stato l’avvocato della famiglia Campagna nel non facile processo per morte della giovane Graziella, uccisa dalla mafia a soli 17 anni. E’ l’avvocato di Salvatore  Borsellino al processo Borsellino quater che si sta svolgendo a Caltanisetta.

Lunghi gli applausi durante l’intervento di Nino Di Matteo, Sostituto  Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, il PM del Processo sulla trattativa Stato-mafia che da tempo si sta celebrando presso i locali dell’Aula Bunker  del Carcere dell’Ucciardone a  Palermo. Un uomo ad alto rischio di vita verso il quale si sta formando una mobilitazione generale a difesa del suo lavoro e del suo impegno civile, umano e professionale. Uno degli eredi più rappresentativi di Falcone e Borsellino ha esordito proprio con una citazione di uno di questi grandi personaggi:  “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”

 Sottolineando l’importanza di questo insegnamento ha aggiunto : “Credo  molto alla forza della discussione e della denuncia. Sono convinto che invece l’indifferenza e la rassegnazione che ci ha caratterizzato per troppo tempo abbiano costituito il terreno fertile sul quale la mala pianta mafiosa ha prosperato fino a mettere in pericolo la nostra Democrazia.” Di fronte ad una numerosa platea,inoltre, Nino Di Matteo ha spronato tutti a conoscere e leggere le sentenze, a stare attenti alla controinformazione e,soprattutto, a distinguere l’antimafia dalla mafia. “Stiamo tornando alla Palermo degli anni 80?”

Ha invitato tutti a controllare il lavoro dei magistrati e ad impegnarsi con le proprie competenze e passioni affinché vengano rispettate quelle persone che sono morte.

“ E’ il modo migliore per commemorare i nostri morti.”

Ha  concluso il suo lungo intervento sostenendo che bisogna preservare la nostra Costituzione e battersi per applicarla:  “A mio parere la Costituzione non va modificata ma va applicata.” Al termine della serata è stato premiato dall’artista Nino Ucchino che ha realizzato , proprio come Lucino Fazio, una scultura in copia unica, con tale motivazione: “Per il suo impegno ed il suo coraggio nel portare avanti battaglie alla ricerca della verità, che sono indispensabili a rafforzare quel senso di Stato che alberga e si promuove nell’onestà e nella  Giustizia.”

Emilia Mazzullo