SCUOLA E AUTISMO

L’integrazione scolastica, dovrebbe essere un diritto per tutti i bambini/ragazzi, nonostante le varie difficoltà che la nostra scuola, oggi più che mai, ha sia a livello strutturale, organizzativo che formativo. Il condizionale è d’obbligo, anche se si sa che esistono delle eccellenze in questo campo, frutto a volte di un impegno personale da parte del coloro che sono coinvolti, a vario titolo, più che istituzionale.

Valorizzare una diversità, creare delle emarginazioni verso l’allievo che presenta problematiche relazionali, cognitive e comportamentali non è la soluzione corretta per accompagnarlo nella sua crescita di vita e quindi anche scolastica.

E’ importante avere un’organizzazione istituzionale che, frutto di un investimento di risorse, spesso ha il titolo per potere insegnare, ma non la sensibilità, la pazienza per aiutare, nel quotidiano scolastico, il bambino autistico.

E’ anche fondamentale un coinvolgimento non solo tra alunno e discente, ma anche degli operatori educativi extrascolastici, che il bambino può possedere, e della famiglia di appartenenza, perché la riabilitazione va vissuta in momenti di vita con i quali il bambino si interfaccia.

La scuola, come momento sociale, è la seconda “famiglia” del bambino, dove vive la sua collettività attraverso lo scambio d’informazioni su di sé e sugli altri, senza “etichettamenti” di vario genere, senza ingiustizie o barriere discriminatorie.

La legge 1004 del 1992, prevede, infatti, una scolarizzazione di tutti i bambini con situazione di handicap, affinché loro possano avere un diritto assicurato per una crescita sia culturale che di vita, come tutti gli altri bambini normodotati.

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