La chiusura della scuola Giacomo Leopardi di Minissale per criticità sismica inerente la staticità della struttura dell’immobile, decisa dall’ispettorato del lavoro di Messina, diventa attività d’indagine della Procura della Repubblica. Le domande a cui l’Amministrazione Comunale dovrà rispondere ripercorrono, in fondo, le vicende di questi giorni. Partendo dalla famosa nota del Dipartimento Immobili Comunali di Messina, con la quale si dava il via alla vicenda e decideva di spostare il seggio elettorale per il referendum del 4 Dicembre dalla Leopardi al vicino Policlinico, “perché i valori di resistenza del calcestruzzo di alcuni elementi sono molto bassi”, e finendo con il chiedere le ragioni del perché se il seggio elettorale era stato spostato, lo stesso plesso risultava nel frattempo ancora fruito dalla popolazione.
L’attività delle Procura s’incardina in un altro procedimento che aveva interessato un altro plesso scolastico e per cui erano state ipotizzate, sempre da parte dell’Ispettorato del lavoro, violazioni della normativa sulla sicurezza nei posti di lavoro con tanto di sanzione pecuniaria applicata e denuncia all’autorità giudiziaria. Nel caso della Leopardi, però, l’attività della Procura può dispiegare i suoi effetti in diversi modi e non è esclusa l’ipotesi del “procurato allarme” se si provasse che la chiusura del plesso non era dovuta.
Di questo è convinto l’Assessore al patrimonio Sebastiano Pino che, pur riconoscendo di non essere un tecnico, è convinto che la decisione presa dell’Ispettorato, guidato dall’Ing. Gaetano Sciacca, è stata quantomeno frettolosa e affrettata. Della stessa idea anche il consigliere comunale l’Arch. Maurizio Rella, che ha posto l’accento sulle conseguenze che il provvedimento ha creato ai Professori, agli alunni, genitori e personale scolastico. Secondo il consigliere, l’ispettorato non ha posto la dovuta attenzione ai carotaggi e ai test sulla staticità strutturale della scuola. Dati che a detta del Consigliere non solo non metterebbero a rischio l’incolumità degli allievi e del personale scolastico ma nello stesso tempo renderebbero nullo il rischio sismico. La tesi della non pericolosità, appoggiata dai tecnici comunali, ha spinto l’Amministrazione a mandare una richiesta di revoca dell’ordinanza di chiusura della scuola all’Ispettorato del lavoro.
Che la scuola Leopardi abbia bisogno d’interventi strutturali di manutenzione, l’amministrazione comunale non lo disconosce, tanto è vero che i lavori necessari erano previsti da tempo e il loro inizio è atteso per il prossimo 2 Gennaio. Quello che l’amministrazione non si aspettava era la chiusura del plesso a ridosso delle feste di Natalizie. Costretta a correre ai ripari, dopo la protesta di genitori, alunni e professori, l’amministrazione comunale ha dovuto trovare negli immobili dell’ex Corelli nel condominio Sitat lungo la via Bonino o il palazzo della ditta Giostra in via Orso Corbino, l’alternativa per consentire la prosecuzione delle attività scolastiche dei 440 bambini della scuola Giacomo Leopardi almeno sino a Natale.
Del resto proprio l’approssimarsi delle feste natalizie e il prossimo inizio del lavori di ristrutturazione rendono quasi inutile la richiesta di revoca perché anche se fosse accolta, l’attività scolastica si potrebbe protrarre solo per le prossime 2 settimane. Ciò non toglie che l’intera vicenda abbia dell’incredibile.
Tutto nasce dalla perizia di un tecnico dell’amministrazione che redatta per ottenere i finanziamenti regionali necessari ai lavori del prossimo 2 di Gennaio, scrive in merito alla vulnerabilità sismica dell’edificio che “…non risulta verificata per percentuali di sisma basso…” e “…necessita di importanti interventi strutturali… ”. Sulla scorta di tanto l’ispettorato del lavoro ha ordinato la sospensione dell’attività scolastica.
L’Assessore Sebastiano Pino, raggiunto telefonicamente, ha sulla vicenda una differente valutazione, “ Pur non essendo un tecnico, la situazione delle Leopardi è nettamente differente rispetto alla Castronovo e alla Paino ( che sono state chiuse per i problemi strutturali che avevano) e alla luce dei nuovi carotaggi che abbiamo effettuato a settembre abbiamo chiesto all’Ispettorato del Lavoro di rivedere la propria posizione.
Infatti, continua l’Assessore Pino, la decisione dell’ispettorato del Lavoro si basa su quattro valori di compressione del cemento e non sulla media dei valori, per i quali il valore di riferimento è pari a 157 e non a 89 come ha ritenuto l’ispettorato”.
Il riferimento dell’Assessore ai nuovi carotaggi effettuati a Settembre è importante perché fissa un punto sui cui la Procura della Repubblica sta indagando. Infatti nel 2015 sono stati fatti 51 carotaggi sulla scuola Leopardi e altri 10 sono stati fatti a Settembre 2016 ma tra i due momenti, precisamente a Dicembre 2015, la Scuola è stata oggetto di altri lavori. La realizzazione e l’istallazione di un impianto fotovoltaico per un importo di 330.258,00 €. Ma l’installazione dei pannelli fotovoltaici ha potuto gravare, ed in che misura, sulla struttura?
Se i nuovi carotaggi del 2016 hanno dimostrato che non vi è rischio sismico per la struttura tanto da trasmettere una richiesta di revoca del provvedimento all’Ispettorato, allegando proprio questi nuovi dati, allo stesso tempo neanche l’istallazione dei pannelli fotovoltaici dovrebbe aver inciso sulla staticità dell’Istituto Scolastico.
Dino Sturiale