Diceva Nietzsche: “La voce dell’uomo è l’apologia della musica.”
Voce bianca dei coristi comunali di Cosenza all’età di otto anni.
Voce esordiente nel 2012 per il “Primo trofeo della musica italiana” bandito da Radio Italia.
Voce ferma a difesa delle donne vittime di femminicidio nel 2013, con il brano “Stop” ad “Area Sanremo 2013”.
Oggi, voce de “L’Italia del Meridione” e del “Movimento femminile”.
Carlotta Chiappetta, ventunenne Cosentina, autrice e compositrice, spirito ardente, politicamente coscienziosa.
Il settore della musica lamenta poco spazio per gli emergenti, in Calabria è ancor più difficile perché?
Poco interesse ad ascoltare il ‘nuovo’. È più difficile proporre un brano tuo piuttosto che una cover per mentalità restia, per mancato coinvolgimento forse. Ma ho una passione e spero domani possa diventare un lavoro, i giovani faticano a prescindere.
La tua indole fa si che tu non solo ti proponga musicalmente, ma anche al livello sociale e politico, contrariamente agli standard e agli stereotipi che talvolta rinascono, legati alla donna calabrese, donna che non lavora e resta in casa assoggettata ad un ruolo dipendente. Quale pulsione ha mosso questo tuo senso di rivincita?
Torno indietro con la mente, storicamente, pensando alla condizione femminile, impossibilitata al lavoro come al voto. Ogni donna che ha lottato ha raggiunto la consapevolezza di non essere solo madre e moglie, ha lottato per la conquista di un ruolo che la portasse al pari con gli uomini.
Anche se ancora oggi ci sono casi in cui l’uomo sottomette la donna, mi stimola pensare a quella forza passata.
L’anno scorso scrissi una canzone sul femminicidio, racconta di una storia d’amore che storia d’amore non è. Non è amore se è malato, se è abuso, se è maltrattamento e gelosia morbosa, bisogna sempre tenerlo a mente, anche per questo al termine della canzone faccio riferimento a vittime uccise e maltrattate, c’è anche un accenno ben preciso ad una donna della nostra terra che fu bruciata viva.
Il tuo impegno sociale spiega il tuo ingreso in un movimento nascente come “L’Italia del meridione”, movimento politico che mira alla riqualificazione del Sud Italia.
La mia passione per la musica viaggia al pari con la passione per la politica, ogni cittadino dovrebbe capirne l’importanza ed esserne parte, mi sono avvicinata al movimento innanzitutto perché ne condivido gli ideali, poi perché stimo tanto coloro che ne fanno parte, come Orlandino Greco – leader del partito – e Sabrina Pacenza, artefice del “movimento femminile”
Attraverso il quale con lo scambio di idee e di esperienze tentiamo di portare alla luce un messaggio significativo, ossia che la politica è di tutti e che dobbiamo smetterla di lasciarci sottomettere, prenderne le redini ed esserne partecipi in prima persona, chi può farlo meglio delle donne!
Mentre da una parte avviene una significativa presa di coscienza da parte delle donne in Calabria, dall’altra viene fuori una mancata coesione interna, concordi?
Le donne hanno forse più difficoltà ad associarsi fra loro in genere, ma sono stata testimone di una realtà di coesione non indifferente alla “Giornata delle donne” a Reggio, unite per le pari opportunità, patrocinata da Luciana Bova Vespro, reggina d’adozione. Insieme a lei Antonella Tassitano e un gruppo davvero compatto, forte delle sue idee e delle capacità di ognuna di loro, attivissime sul territorio anche attraverso “Collettiva AutonoMIA” per l’autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne, a dimostrazione di un coordinamento regionale attraverso il quale lottano insieme e si danno manforte l’una con l’altra.
Giovanna Romano