La verità chiede di essere conosciuta

La verità chiede di essere conosciuta

COME DICEVA GIA’ NELL’ANTICHITA’ TERTULLIANO

descrizione e censimento degli abitanti della via puntale – Giampilieri Superiore.

A pochi mesi dalla tragedia del 01 ottobre 2009 sento il bisogno di trasmettere, con coraggio e fermezza, l’evolversi dei fatti accaduti in quella tragica notte.

Scrivo, in quanto sento l’esigenza di dare risposte chiare ai tanti interrogativi, nati in conseguenza delle molte versioni dei fatti narrate dai mezzi di informazione.

In un contesto sociale dove “non mancano orecchie disposte a sentire”, ma mancano  bocche pronte a parlare,  trovo il coraggio di portare a conoscenza di tutti, il dramma della Via Puntale, incurante di assumere pubblicamente posizioni scomode, non curante del giudizio di una parte della cittadinanza. Ricordo di aver letto da qualche parte che è necessario insegnare agli uomini la difesa della verità che salva.

Ovviamente molti degli argomenti trattati nei particolari nelle pagine che seguono, sono immensi.

Così, l’obiettivo prefisso non è di certo quello di essere esauriente, quanto piuttosto quello di provocare nel lettore un desiderio di conoscenza.

Premesso che, i  miei genitori  erano  residente nella Via Puntale in  Giampilieri Sup. da decenni, dove il sottoscritto ha vissuto parte della propria vita, e che sono molto attaccato alla famiglia e alla terra d’origine. Come tutta la cittadinanza di Giampilieri Sup. sà , la  via Puntale, si raggiunge  attraverso la via Vallone, che si trova sulla destra dopo il Bar di Angelo Rizzo.

La Via Puntale (escluso i Vicoli interni) era abitata a partire dalla parte bassa, dalla famiglia Olivieri Pasquale, detto “u calabrisi”, dalla famiglia Maugeri, dai coniugi Tonante, dai coniugi Alongi, dalla famiglia Panarello, dalla famiglia Neri, dalla famiglia De Luca detto “Pinna”,  dai coniugi Maresca, dalla Sig.ra Scionti Ciccina, dalla Sig.ra De Luca Ciccina in Barbera, dalla famiglia De Luca  Pippo (omonimo non parente) e dalla madre Calogero Santa, dalla Famiglia Bruno Pasquale, dalla famiglia Lonia Antonino e dal suocero Scionti Turi.

La Via Puntale era larga circa due metri e lunga circa 150 metri con dei grandi gradoni,  costeggiata da abitazioni sia sul lato destro che sul lato sinistro.

La frana “assassina”, avvenuta alle ore 20.00 circa,  ha raso al suolo tutte  le abitazioni a scendere  dal lato sinistro della Via Puntale e la metà  delle abitazioni  dal lato destro.

In quella tragica sera la prima abitazione ad essere distrutta completamente dalla frana è quella della famiglia Lonia Antonino, al momento si trovavano nell’abitazione, la moglie Maria Letizia Scionti di anni 33, i figli Lorenzo e Francesco di anni 2 e 6, e il padre della Sig.ra Maria Letizia, don Turi Scionti.

Gli occupanti di detta abitazione sono morti tutti, poiché l’immobile è stato spazzato completamente via dalla furia di acqua, fango, rocce e detriti senza dar loro alcuna possibilità di salvezza.

I corpi sono stati successivamente ritrovati lontano da quella che era stata la loro abitazione.

La famiglia Bruno Pasquale, composta da marito, moglie e due figli, gli stessi sono riusciti a mettersi in salvo dalla furia dell’alluvione grazie alla prontezza di pensiero degli stessi, che sono fuggiti attraverso la terrazza dell’abitazioni di un vicino.

L’abitazione della Sig.ra Calogero Santa, era occupata oltre che dalla proprietaria, dalla nipote Ilaria De Luca di anni 5, dalla moglie di Pippo De Luca di nome Teresa e da mia Madre Li Causi Maria amica della proprietaria.

Gli stessi, si trovavano al momento della frana, al pianterreno nel vano cucina e sono stati seppelliti vivi  dal fango sceso dalla montagna, che ha distrutto ed invaso l’intero piano terreno.

In tale abitazione non erano presenti in casa, il Sig. Pippo De Luca e suo figlio Dennis, in quanto, in quel momento, si trovavano in una parte del paese non invasa dal fango.

L’abitazione della Sig.ra Ciccina De Luca in Barbera, è stata completamente rasa  al suolo, ma fortunatamente, la stessa, quella sera si trovava dal figlio a Taormina.

L’abitazione dei coniugi Maresca, anch’essa massacrata, era occupata dagli stessi, che grazie a “Qualcuno Lassù”, si sono salvati, trovando rifugio nel bagnetto della propria abitazione.

L’abitazione della Sig.ra Scionti Ciccina è crollata su se stessa, miracolosamente si è salvata, e nell’immediatezza, è stata fatta transitare attraverso una sedia, stante la vicinanza tra le due abitazioni, dalla famiglia Neri-De Luca “detto  Pinna”.

L’abitazione della famiglia Neri e della famiglia De Luca “detto Pinna” è stata investita dal fango solo nella facciata prospiciente la Via Puntale, ed è stata danneggiata in uno spigolo dell’immobile al terzo piano dal crollo della casa e della terrazza della signora Ciccina Scionti, mentre l’interno dell’abitazione si presentava  danneggiato dall’esplosione dovuta al gas, ma non vi era traccia di fango (venti centimetri di fango sono entrati circa 20 giorni dopo a cause delle abbondanti piogge).

Gli occupanti si sono messi in salvo rifugiandosi nel punto più alto della propria abitazione ad eccezione del figlio (che, per non muovere la suscettibilità alcuna, lo chiameremo Rossi Pasquale),  che è deceduto perchè sceso nel piano terreno (nessuno sa la vera motivazione) , vano cucina, a seguito presumibilmente dallo scoppio  del gas  fuoriuscito dalla bombola.

I e Sigg.ri Pippo Neri la moglie Angela De Luca detta  “Pinna”, sono rimasti ustionati a seguito dello scoppio del gas.

L’abitazione di Antonino Panarello, “detto Nino”, è stata completamente distrutta dall’alluvione ,ed era occupata dalla Sig.ra Olivieri moglie di Nino Panarello, da  Katia Panarello  (figlia) e il piccolo Brian (nipote), e con molta probabilità, anche dal fidanzato di Katia di nome Zagami Salvatore.

Nino Panarello era residente in altra abitazione per problemi suoi personali mentre le altre due figlie più piccole erano altrove.

In seguito alla frana è deceduta la Sig.ra Oliveri Carmela, ed il suo corpo è stato ritrovato in mare dalle parti di Roccalumera.

Il corpo di Zagami Salvatore martoriato, è stato trasportato e ritrovato alla Piazza Pozzo vicino al marciapiede della focacceria di Eliseo Scarcella, corpo da me riconosciuto come in precedenza descritto nella mia relazione dei fatti accaduti.

Tra le macerie della stessa abitazione vi era incastrata, ma ancora viva, la Sig.ra Katia Panarello e il piccolo  Brian, quest’ultimo salvato dal sottoscritto un paio d’ore prima che arrivassero i primi vigili del fuoco, mentre Katia, estratta dopo molte ore di lavoro necessarie per liberare la stessa intrappolata nella parete e il fango della propria casa, dai Vigili del Fuoco (CQE Morabito, CQE Silicato, VQ Santoro, VE Todaro,VQ Terrana,VQ La Vecchia) intervenuti alle ore 02.30 circa di quella notte, gli stessi hanno  lavorato disinteressandosi del grande stato di pericolo, in quanto le macerie dell’immobile potevano crollare da un momento all’altro.

Katia, dopo tante  sofferenze e dopo aver illuso tutti,  ( medici, familiari, vigili del fuoco che l’anno soccorsa ed il  sottoscritto), non c’è la fatta,  purtroppo con immenso dolore abbiamo appreso, 17 giorni dopo, il suo decesso presso l’ospedale Policlinico di Messina.

I coniugi Alongi abitanti accanto alla famiglia Neri si sono messi in salvo al piano ultimo della propria abitazione (fatto descritto nella precedente relazione).

Cristian e Leo Maugeri, sono stati travolti dai detriti che  gli hanno raso al suolo l’abitazione,  sui luoghi non vi era più traccia di quella che era stata la dimora degli stessi, vi era solo un ammasso di metri di fango.

La madre Raffaella  fortunatamente si è salvata perché si trovava altrove.

Sopra l’abitazione della famiglia Maugeri,  abitavano i coniugi Tonante – Restuccia,  anch’essi spazzati via e martoriati dalla frana.

Mentre la famiglia del Sig. Oliveri Pasquale, detto “u calabrisi”, si è messa in salvo autonomamente trovando rifugio sulla terrazza della propria abitazione.

In dette abitazioni non vi erano altri persone come si evince da tutti i documenti ufficiali redatti dagli organi intervenuti.

Considerando che, tutti i sopravvissuti della Via Puntale si sono salvati o miracolosamente, grazie alla loro prontezza di riflessi, o per assenza dalle loro abitazioni; considerando altresì, che il piccolo Brian è stato preso dal sottoscritto,  che Katia è stata soccorsa dai Vigili del Fuoco,  che i coniugi Maresca sono usciti vivi per volontà di Dio, che la sig.ra Scionti Ciccina, a casa già  crollata, (notizie riferite dalla stessa) è stata fatta trasbordare a casa dei sig.ri Neri – De Luca detto “Pinna”, e che tutti gli altri abitanti vicini sono morti; non si comprende, quali, quante e dove siano le persone salvate da Rossi Pasquale,  ne da dove i mezzi di informazione e tutte le autorità intervenute abbiano preso le notizie sui salvataggi. (Ci sarebbero dovuti essere dei testimoni oculari, cioè persone che avrebbero visto e testimoniato tutto quello che era successo, escluso i familiari), ne vi è traccia di alcuna persona che abbia dichiarato di essere stata salvata da alcuno pur avendole cercate da parte degli organi di informazione.

Invece, a quanto sembra, sono state sentite persone che,  in quei momenti erano lontane dalla via Puntale e addirittura lontane dallo stesso Paese, cioè dal luogo principe del disastro. ( una cugina, una amica, la fidanzata).

Se si considerano salvataggi l’aiuto prestato ai propri familiari nel farli salire ai piani superiori, nel paese di Giampilieri durante l’alluvione,  tutti si sono comportati in tale modo , ad aiutare i propri congiunti, amici e coloro che in tale circostanza erano più bisognosi, perché questo è spirito di sopravvivenza e solidarietà.

 QUESTIONI MORALI E DI ETICA

 Qualcuno sapeva, tutti hanno saputo, ma tutti hanno taciuto, si sono nascosti dietro ad un moralismo pietoso, che nulla ha a che vedere con la Santa Madre Verità, già, la Santa Madre Verità che bisogna cercare e dire sempre, senza che nessuno si nasconda sui se o sui ma, senza paura o timore alcuno.

E’ profondamente ingiusto portare avanti un pietismo per far galoppare sugli altari della Patria una persona che quasi nulla ha fatto, dimenticandosi completamente di tutti coloro che hanno perso la vita,(soprattutto gli anziani) inghiottiti  dal fango che li ha soffocati mentre erano ancora vivi, su un fatto assolutamente inventato e costruito ad arte con molta fantasia.

E’ giunto il tempo di fare scoprire l’arcano, cioè delle menzogne che sino ad oggi sono state dette.

E’ piacevole sapere,come tutta la cittadinanza di Giampilieri, cosa provano coloro che in questa storia, hanno omesso di dire la verità.

Come si sentono dentro sapendo di aver calpestato la Santa Madre Verità.

Non comprendono le motivazioni che hanno indotto alla esaltazione di una sola persona, dimenticando le altre persone che hanno perso la vita.

Tutti coloro che hanno perso la vita in tale tragico evento hanno pari dignità e meritano di essere ricordati, è profondamente ingiusto esaltare un unico soggetto incentrando la tragedia sulle sue gesta, si ripete non testimoniate da alcuno, e porre nel dimenticatoio tutti gli altri.

concludo dicendo che anche io sono molto dispiaciuto e rammaricato nel dovere smontare una favola consolidata, ma mai esistita,disilludendo tante persone, che oramai erano convinti che un loro concittadino avesse fatto un gesto di  estremo sacrificio per salvare tante vite umane; ma è la verità che vedo e riconosco che mi obbliga.  L’uomo può essere obbligato solo dalla verità “per questo siamo liberi”, perché siamo sottomessi alla verità.

 

Giuseppe  De Luca

SEGUIRA’ SECONDA PARTE