Di Vincenzo Farinella, a cui la DIA di Messina ha sequestrato beni per 3,5 Milioni di euro, si sente parlare solo nel 2007, quando i carabinieri del Ros smantellarono le cosche di Capizzi-Mistretta. Nasce da questa operazione il processo “Montagna”, oggi in fase d’Appello dopo che in primo grado la magistratura peloritana di Patti ha provveduto a comminare pene a 22 imputati e a 16 assoluzioni.
Attivo nel settore dei lavori pubblici e degli appalti, Vincenzo Farinella imprenditore 52enne di Capizzi, viene considerato dalle forze dell’ordine quale imprenditore collegato al Gruppo di Mistretta e a Camillo Bartolomeo Testa, condannato a 12 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e a 7 anni per estorsione. Attraverso la GIAVIN S.r.l si sarebbe inserito negli appalti pubblici e avrebbe acquisito illegittime commesse, mentre attraverso la Edilcalcestruzzi s.r.l., di cui era amministratore unico, avrebbe intrattenuto rapporti con soggetti già noti alle forze dell’ordine.
Nasce da questo retroterra la misura preventiva dal sequestro disposto dal Tribunale di Messina dietro imput dell’attività investigativa della DIA che avrebbe sancito una evidente sperequazione tra i beni dallo stesso posseduti ed i redditi dichiarati. Conseguenziale un provvedimento di confisca di beni mobili, immobili e quote societarie – del valore di 3,5 milioni di Euro – a carico del FARINELLA Vincenzo, appartenente alla cosca mafiosa del “Gruppo di Mistretta”, operante nella provincia messinese.
La confisca scaturisce da una proposta di misura di prevenzione a firma del Sig. Direttore della D.I.A. ed è il risultato di una indagine che, analizzando le risultanze giudiziarie, le frequentazioni, nonché gli esiti di investigazioni finanziarie del FARINELLA e dei suoi familiari, ha consentito di provare l’esistenza di una evidente sperequazione tra i beni posseduti dal Farinella ed i redditi dichiarati.
Il FARINELLA nel 2007 è stato arrestato, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina (operazione “Montagna”), in quanto appartenente di un’associazione per delinquere di tipo mafioso riconducibile a cosa nostra, finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio, all’acquisizione, alla gestione ed al controllo di attività economiche. A seguito di tali condotte, nel giugno del 2012, è stato condannato dal Tribunale di Patti a 4 anni e 9 mesi di reclusione e alla misura di sicurezza della libertà vigilata.
Avvalendosi dell’appoggio del c.d. “gruppo mafioso di Mistretta”, FARINELLA, mediante la società GIAVIN S.r.l., a lui riconducibile, si è inserito, nel settore degli appalti pubblici, acquisendo illecitamente le relative commesse. Ha anche intrattenuto rapporti con pregiudicati per associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona e stupefacenti, tra cui SCINARDO Mario Giuseppe (49enne, già sorvegliato speciale di PS e destinatario di una confisca, su proposta della D.I.A.), con il quale ha costituito la società “EDILCALCESTRUZZI S.r.l.” (con sede a Militello in Val di Catania), assumendone la carica di amministratore unico.
Il provvedimento di confisca riguarda un compendio aziendale, quote di 3 imprese con sede a Capizzi, operanti nel campo dei prodotti agricoli e nell’edilizia, 11 automezzi, 7 beni immobili e varie disponibilità bancarie e postali.
Redazione –Pietro Giunta