“L’associazione mafiosa è la degenerazione di qualsiasi tipo di società nata per fini leciti”. Da questo assioma generale comincia la lectio magistralis di Emanuele Crescenti, procuratore aggiunto della Procura di Palmi che abbandonata per due giorni la veste di magistrato ha sposato il progetto seminariale proposto dall’Università di Messina. Il ciclo di incontri ha l’obiettivo di far conoscere agli studenti i principi del codice penale, che non devono essere studiati a memoria da tutti coloro che si affacciano alla mondo forense ma dovrebbero destare la curiosità di tutti i professionisti dell’informazione che ogni giorno aprono una finestra sui tanti processi che popolano la società spesso troppo incline a emettere giudizi e sentenze.
La lezione di Crescenti in particolare si è incentrata sulla nascita del codice penale, il codice Rocco, steso durante il periodo fascista e che nella sua parte generale è considerato un pietra miliare. Dalla legislazione discende anche l’interpretazione e la classificazione del fenomeno mafioso che ha subito un evoluzione in base al periodo storico di appartenenza:” L’associazione a delinquere nasce già nella preistoria- ha detto- L’elemento determinante poi in campo legislativo è dettato dal reato di tipo associativo.”. La dissertazione del procuratore Crescenti ha poi sottolineato come alcuni eventi considerati criminali sono stati “letti” in chiave storica in maniera diversa e in particolare molte caratteristiche che ritroviamo in fenomeni storici particolari come quello di “banda” e di “associazioni” saranno riassorbite dalla cultura mafiosa. Il concetto di banda nasce nel periodo napoleonico e in campo penale spesso chi commetteva un reato veniva giudicato più per la sfera etica e quindi strettamente umana.
Quello che resta restava sfumato era il reato. Nell’evoluzione del codice il concetto di “malfattore” cede lo spazio ai fatti. Resta il concetto di banda come reato associativo che ha come obiettivo il sovvertimento del concetto di stato. Lo Stato ha gettato le basi per il fenomeno mafioso quando si è resa conto che questa poteva sovvertire le sue regole inappellabili e fino al 1982 gli imputati venivano condannati per associazione di tipo semplice. In campo legislativo la vera novità è venuta proprio dalla legge Rognoni- La Torre ed è l’unico provvedimento che può contrastare il fenomeno mafioso. “Quando parliamo di lotta alla mafia-ha concluso- non dobbiamo parlare solo di repressione. Bisogna piuttosto lavorare molto sulla prevenzione. Per questo credo molto a questi momenti di incontro negli ambienti della formazione.
Devo dire che queste esperienze le apprezzo anche altri due fattori: da un lato mi permettono di arricchire il mio bagaglio personale e dall’atro lato mi permettono di confrontarmi con i giovani. Nel seminario però un altro elemento che è emerso è la poca conoscenza che in Italia si ha verso il diritto penale, per questo il professor Luigi Chiara ha lanciato un invito a tutti coloro che ogni giorno si devono confrontare con questa materia un po’ ostica ma di vitale importanza: “E’ utile e indispensabile informarsi. Una cosa è leggere una notizia perché incuriosisce una cosa è approfondire le questioni.
Il ciclo di seminari ha quindi la pretesa di schiudere spunti di riflessioni e dibattito. Per questo non è rivolto solo agli studenti di Storia Contemporanea ma anche a tutti coloro che vogliono approcciarsi a queste tematiche che riguardano tutti noi”.