Si è tenuto oggi a Barcellona Pozzo di Gotto, nell’Auditorium dell’ex Monte di Pietà “G. Spagnolo”, l’incontro sulla figura di Ludwik Lejzer Zamenhof organizzato dall’associazione “Sicilia Esperantista”, costituitasi lo scorso 18 gennaio 2017.
Il pubblico astante, numeroso nonostante il caldo, ha potuto ascoltare le relazioni sul tema da parte del presidente Giuseppe Campolo, di Anna Maria Crisafulli Sartori e di Silvana Imbesi.
Ludwik Lejzer Zamenhof, nato nell’anno 1859, è stato un medico, linguista e glottoteta polacco. Noto per aver fondato le basi dell’esperanto, la lingua ausiliaria internazionale più parlata al mondo, ha profuso il suo impegno anche in campo umanitario. Infatti, è stato uno dei promotori della “religione pienamente umana”, definita prima hilelismo, poi homaranismo. Anche per questa ragione è stato indicato, ben 12 volte, per il Nobel per la pace.
Pur non rinnegando mai le sue origini ebraiche, Zamenhof decise di non legarsi a “obiettivi e ideali” di una religione o di uno specifico gruppo. Egli era convinto, in realtà, che fosse la diversità linguistica a causare le divisioni e le inimicizie all’interno dell’umanità.
Questa considerazione spinse Zamenhof a pianificare una nuova lingua: il suo progetto iniziò a prendere concretamente forma a partire dal 1875 e fu indicato con il nome di Lingwe Universala. Nel 1887 pubblicò il suo primo manuale in russo dando, ribattezzando la nuova lingua con l’espressione Lingua Internazionale. Fu quella l’occasione in cui decise di farsi chiamare “Dottor Esperanto”.
Fortuna e riscontri inaspettati per questa nuova avventura. Il 1905 fu l’anno in cui, a Boulogne-sur-Mer, si organizzò il primo congresso internazionale. Anche in questa occasione il successo non si fece attendere: oltre 700 persone aderirono, provenienti da circa 20 paesi. Ma fu il 1912 l’anno che segnò una svolta importante per l’esperanto: durante il congresso a Cracovia, infatti, Zamenhof rinunciò pubblicamente ad ogni diritto sulla nuova lingua e disse che gli unici a poterne disporre erano gli stessi parlanti.
Queste alcune delle osservazioni che i relatori hanno fatto su questa importante figura. Oltre a ciò, il presidente Giuseppe Campolo ha evidenziato come spesso “il sistema sociale umano riflette il rapporto crudele che in natura hanno le creature per necessità di sopravvivenza, come individui e come specie”. Tra i vari messaggi lasciati, ha suggerito ai presenti che “la straordinaria unità di mente e cuore, che chiamiamo essere umano, non si rassegna e non può rassegnarsi alla sistematica crudeltà naturale e sociale”.
L’incontro è stato impreziosito dagli interventi musicali curati dal pianista, compositore e direttore d’orchestra Biagio Ilacqua, dal clarinettista, compositore e direttore d’orchestra Marco Salvaggio e dal soprano Romilda Mangraviti. Infine, sono stati consegnati attestati di partecipazione a numerosi studenti della scuola D’Alcontres di Barcellona Pozzo di Gotto.
“Sicilia Esperantista” ha concluso la serata offrendo, per ringraziare i convenuti, un “rinfresco Zamenhof”.