“La notte della cultura rappresenta un grande momento di partecipazione attiva alla vita della città. E più la città apre le porte al suo patrimonio culturale ed artistico più ci accorgiamo che, nella spinta emozionale di rendere tutti partecipi, non proprio tutti possono prendervi parte, e non per libera scelta. Più semplicemente perché gli ostacoli strutturali, le c.d. barriere architettoniche, di fatto impediscono a liberi cittadini, diversamente abili, la libera fruizione dei beni”. A dichiararlo è l’assessore comunale ai servizi sociali, Pinella Aliberti.
“Ma allargando il campo e andando oltre la notte della cultura – prosegue – ci rendiamo conto che la vita dei diversamente abili nella nostra città è davvero impossibile. Non fermiamoci agli scivoli, che spesso sono anche ostruiti dalla auto. Pensiamo alla fruizione, in generale, di tutti i servizi di cui ogni cittadino ha bisogno ed esercita quotidianamente in libertà: andare per i negozi, frequentare uffici, scuole, banche, poste, amministrazioni pubbliche, ecc. Ci rendiamo conto che, nella realtà, incontriamo pochi , pochissimi liberi cittadini, diversamente abili, nel nostro quotidiano. Il perché, potremmo dire, è una vecchia storia. In realtà, diversamente da come avviene da sempre in Europa, in Italia non si è mai fatta una politica seria per consentire ai diversamente abili di essere, davvero, partecipi della vita cittadina, vuoi perché fino ad alcuni anni or sono la disabilità non era visibile come lo è oggi, vuoi perché non si è mai seriamente sviluppata una coscienza forte a difesa dei diritti dei più deboli”.
“Proprio giorni addietro, mi sono incontrata con i rappresentanti dell’Associazione “Senza Barriere” – avverte la Aliberti – e con loro stiamo improntando un calendario di incontri mirati con i responsabili di vari ordini professionali al fine di potere dare vita ad un progetto incisivo contro tutte le barriere architettoniche. Occorre davvero un programma che sia un monito evitando le solite promesse. Dobbiamo raggiungere l’obiettivo per una reale presa di coscienza collettiva del problema, un percorso che stiamo intraprendendo affinché sia garantita a tutti UNA VITA INDIPENDENTE”.
Visto che l’ha nominata l’assessore Aliberti, riportiamo lo sfogo dell’Associazione “Senza Barriere” attraverso le parole di Nino Fiannacca: “Il leitmotiv comune a quasi tutti i luoghi culturali è la barriera architettonica costituita da scale, enormi scale in cui non esiste neanche uno scivolo per le carrozzine: Non sono previsti visitatori disabili!”
“Ma l’inaccessibilità non è costituita solo dalle scale, ci sono dei posti in cui i corridoi sono talmente stretti da non permettere il passaggio neanche a un disabile portato in braccio!
Dulcis in fundo, la mostra di quadri al Teatro Vittorio Emanuele. Il Teatro è accessibile e dotato di ascensori abbastanza capienti, quindi il problema dell’accessibilità è superato. Peccato che i quadri sono posizionati ad un’altezza di un metro e venti dal pavimento, quindi una persona in carrozzina vedrà solo il titolo dell’opera.
Ma non esiste una normativa che detta le regole per rendere gli edifici “accessibili”, “adattabili” e “visitabili”? Forse gli organizzatori l’hanno dimenticato, tanto la persona disabile non ha bisogno di acculturarsi, non ha voglia di andare a vedere un bel quadro o un’opera d’arte. Non ne ha il desiderio, non ne ha la necessità … tanto ha i suoi problemi di handicappato a cui pensare.
Non tutti i luoghi della cultura sono inaccessibili ma il 90% di questi posti, purtroppo sì”.
“Quello che emerge è una mentalità retrograda – conclude Fiannacca- frutto di pregiudizi e ignoranza. La persona con disabilità ha tutti i diritti di usufruire di ciò che la nostra Messina offre alla cittadinanza, solo che la cultura in questa città non è per i disabili!”.