Storie di ordinaria emergenza

Cosa sia l’ “emergenza” è una valutazione soggettiva, oppure una serie di azioni programmate per poi perdersi nel marasma di carte, come anche “fare” quello che, sull’opinione pubblica ha un maggiore impatto.

Ed è così che la città annaspa fra realtà e propaganda, fra esigenze e opportunità. Da oggi inizieremo una serie di piccoli viaggi sul territorio metropolita alla ricerca di emergenze da raccontare: doveri non osservati, urgenze non rispettate, comportamenti incivili e amministrazioni inadempienti.

Già in passato ci siamo dedicati a prendere coscienza, oltre che segnalare sulle nostre pagine, denunciando alle Forze dell’Ordine. (e si, noi denunciamo). Ai link in seguito le nostre denunce su siti meravigliosi ma inorriditi da discariche di pericolosi materiali, quali amianto a tonnellate, rigorosamente rotto sbriciolato, quindi mortalmente invasivo; vedi i link in seguito dove denunciammo situazioni di pericolo su aree di competenza della locale Guardia Costiera, una messa sotto sequestro, ma mai bonificate

/la-foto-notizia/timpazzi-il-residence-dell-amianto-si-espande/

/inchieste/timpazzi-il-residence-abusivo-dell-amianto/

/la-foto-notizia/un-orrendo-luogo-bellissimo/ 

La consapevolezza indotta non ha generato la desiderata presa di coscienza che ci attendavamo, e di conseguenza crescono e si moltiplicano le discariche abusive. Qui troviamo quello non avremmo mai immaginato di trovare e nonostante la nostra pluriennale esperienza, riescono ancora a meravigliarci.

Ci troviamo a Maregrosso, una porzione del centro città, dove il ritrovato affaccio a mare avrebbe dovuto conferire alla città ulteriore pregio e bellezza. Invece è stato solo liberato il transito per i i nostri concittadini più abbietti. Partiamo dalla curiosità di un normale accumulo di rifiuti speciali: copertoni e materassi, oltre che di frigoriferi ( dei quali ne parleremo in seguito).

Continuando nel nostro cammino ci imbattiamo in almeno una tonnellata (non esagero) di eternit in lastre, ovviamente rotte o sbriciolate, addirittura un imbecille ha pensato bene di rompere le lastre in suo possesso in piccoli pezzi e trasportali anonimamente in sacchi di juta. (chissà quanto ne avrà respirato)

A fare compagnia alle lastre riscontriamo almeno una dozzina di serbatoi in eternit, ovviamente anch’essi rotti o addirittura sbriciolati o incendiati, in bella posa accanto a una quantità industriali di copertoni. Mentre documentiamo tutto ciò vediamo arrivare sul posto due tipi alla guida di una moto ape 50 che con assoluta nonchalance scaricano due frigo per smontarne la parte motore e poi abbandonarli  vicino alle altre decine di frigo. Questi frigo vengono tranquillamente raccolti dalla strada dove vendono abbandonati dagli operai che hanno effettuato la consegna del nuovo e abbandonato il vecchio dove non dovrebbero, contrariamente alle leggi che ne regolano lo smaltimento, a carico della ditta. Il cliente ignora che ha pagato un prezzo per smaltirli e le forze dell’ordine sembrano essere complici, non effettuando i controlli del caso.

Da nostre ricerche ci rendiamo conto che la Polizia Urbana non dispone di ordini di servizio per queste attività, mentre i loro colleghi della protezione Civile sono insufficienti, da 38 unità sono rimasti in 12, in attesa di restare in 8 fra pochi giorni.

Per quanto riguarda la Polizia Metropolitana preferisco non esprimermi. Di seguito poniamo all’attenzione del lettore due nostri articoli, a dimostrazione del nostro impegno di vecchia data

/inchieste/emergenza-amianto-il-comune-di-messina-non-ha-soldi-per-la-bonifica/

/il-punto-di/eternit-fra-disinformazione-e-demagogia/

Ovviamente anche questa volta abbiamo denunciato ai Carabinieri del Comando Provinciale, aspettando i N.O.E. da Catania. Mentre la moto ape si mostra sotto casa mia

E adesso godetevi il video: