Storie di paradisi abusivi

Nel mese scorso il cronista aveva sottolineato l’incredibile stato di illegalità di Belcastro, un bel paesino del Catanzarese.

 

E aveva avviato un’indagine di stampa su sindaco e alcuni imprenditori. Arriva un primo input giudiziario. Un complesso turistico alberghiero rinnovato in alcune strutture senza alcuna autorizzazione, violando vincoli ambientali e paesaggistici. I sigilli sono stati apposti al villaggio “Nirvana”, situato nel territorio di Belcastro, al confine tra le province di Catanzaro e Crotone, in contrada Magliacane, a pochi passi da Botricello.

 

 E’ qui che i carabinieri hanno scoperto i lavori di ampliamento, in aree soggette a vincolo, e senza alcuna autorizzazione paesaggistica e ambientale. Un complesso turistico tre stelle, immerso, come dice il sito internet, “in un piccolo paradiso sul mare”. Ed in effetti, l’area del villaggio è incontaminata, in una zona dove lo sviluppo urbanistico è ancora lontano, con la struttura composta da 130 camere che è l’unica esistente in quel tratto di costa.
Per questo, i militari dell’Arma tenevano sotto controllo l’area, con l’obiettivo di scongiurare eventuali reati di natura ambientale, ma anche perché in passato è stata spesso scelta per gli sbarchi di immigrati. Fino a notare i lavori e a fare scattare i controlli che hanno permesso di accertare le opere abusive, con il provvedimento di sequestro che ha già passato il vaglio del tribunale del Riesame che ha convalidato il provvedimento dei militari dell’Arma.


Realizzato negli anni Settanta, in un’area incontaminata della costa ionica, il villaggio è cresciuto a dismisura. In sei mila metri quadri, oltre 80 appartamenti, due campi da tennis, l’anfiteatro, cucine, sala ristorante e molto altro ancora. Gran parte di questo, però, realizzato senza alcuna autorizzazione o, in alcuni casi, con permesso in sanatoria. Fino a raggiungere con alcune costruzioni la sabbia bianca del Mare Jonio. Le indagini, durate oltre un anno, hanno permesso di accertare che la struttura è stata realizzata, anno dopo anno, a meno di 300 metri dalla battigia, in una zona Sic (Sito di interesse comunitario, lambendo un territorio a rischio idrogeologico. Per questo, sono stati denunciati due componenti della società Gammatour sas, con sede in Emilia Romagna.


L’attività investigativa è stata illustrata, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Catanzaro, dal maggiore Raffaele Giovinazzo, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale, e dal capitano Giovanni De Nuzzo, comandante della Compagnia di Sellia Marina. Grazie all’impiego dell’Ottavo Elinucleo di Vibo Valentia, i carabinieri sono riusciti a riscontrare dall’alto alcune anomalie, evidenziando anche alcuni lavori in corso proprio durante il periodo dell’indagine che risale al 2011.

Quindi, l’acquisizione di tutta la documentazione negli uffici comunali di Belcastro, fino al provvedimento di sequestro al termine delle indagini coordinate dal pm di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, le cui tesi sono state accolte dal gip Assunta Maiore. Una tesi, quella dei militari dell’Arma, che ha retto anche davanti al tribunale del Riesame che ha convalidato il provvedimento. 


“Dopo questa prima fase di indagine – ha sottolineato il maggiore Giovinazzo – sarà avviata una seconda fase con la quale saranno accertati i presupposti in base ai quali sono stati rilasciati i vari permessi. Quella compiuta è un’attività a cui stiamo dando particolare attenzione, con l’obiettivo di tutelare il nostro paesaggio”.