L’odore del potere è un’emanazione trasmessa dall’aria, una corrente psicologica percepita dall’apparato cerebrale dell’uomo, e che può fungere da stimolo, conscio o inconscio, per richiamare ricordi, emozioni, bisogni o necessità. Questa emanazione, questa realtà fenomenica è una caratterista ben conosciuta dai dipendenti del Comune di Messina.
Esso si manifesta nelle sue conseguenze più eclatanti in occasione del cambio dell’apparato politico amministrativo che si verifica ciclicamente in occasione delle varie elezioni comunali. La percezione avviene essenzialmente in due diversi modi, uno strettamente fisiologico, l’altro psicologico.
Il processo fisiologico, attivato dai recettori presenti nel naso, è evidenziato dagli odori, esalazioni, effluvi o miasmi che di volta in volta generano le disinfestazioni a cui sono sottoposte le stanze del potere (l’Ufficio di Gabinetto e la Segreteria Particolare) e la ritinteggiatura c.d. elettorale delle stanze del potere, dove il Sindaco, seduto in diagonale rispetto alla porta d’entrata, dispensa prebende, poltrone, regalie, incarichi, appalti più o meno necessari, promozioni, avvicinamenti, avvicendamenti e entrate extrastipendiali, con il non recondito compito di coltivarsi i futuri elettori per le prossime venture elezioni e chiamando tutto questo Amministrazione della città.
Il processo psicologico è attivato invece dalle esperienze, dai ricordi, dalle emozioni che ognuno di noi associa a un determinato odore. In questo contesto un particolare odore politico l’attuale potere di centrodestra l’ha determinato, un odore che per la sua intensità ha costretto all’allontanamento, volontario o coattivo, del fior fiore di funzionari, impiegati e dirigenti ad altre ridimensionate attività. In altri ambienti questa circostanza dell’allontanamento si chiamerebbe mobbing, al Comune di Messina invece si chiama avvicendamento politico. Confermando, ove ce ne fosse stata la necessità, che l’odierna attività politica amministrativa che si svolge nelle stanze del potere è così “intensa e pregna di celati significati” d’abbisognare di funzionari, impiegati e dirigenti di specchiata fede pretoriana ed d’assoluta affidabilità e riservatezza.
Diverse e recenti decisioni, manifestazioni politico-amministrative dell’odore del potere che emana dal capo, sono state oggetto di analisi, speculazioni e introspettive valutazioni psicologiche che come onde concentriche si sono sparse nei lunghi corridoi di Palazzo Zanca e rimbalzando tra i muri portanti e i diversi piani si sono riversate lungo le strade cittadine sino a raggiungere le lande più lontane del territorio cittadino.
L’odore dei tornelli della Casa Comunale per esempio è stato così intenso che ancora se ne sentono le tracce. Non è dato sapere a che cosa servono non avendo altra funzione, oltre allo spreco economico di migliaia di Euro, che attestare il cambio d’atteggiamento e intendimento politico, dal famoso “apriamo le porte di Palazzo Zanca “ del centrosinistra di Genovese all’insopportabile “incarceriamo i dipendenti e impediamo ai cittadini di entrare liberamente a Pazza Zanca” dell’odierno centrodestra del novello “Brunetta” di provincia. Espressione di una filosofia politica che dietro il paravento di una lotta al presunto assenteismo dei dipendenti comunali cela solo l’inconfessato e puerile intento di dire basta: ora comando io. Che le cose stiano nei termini di cui sopra è confermato dalla circostanza che i dipendenti accusati di andare a fare la spesa durante l’orario di lavoro, pare non abbiano abbandonato tale abitudine neanche dopo l’istallazione dei Tornelli e dei budget elettronici come confermato dall’aumentato esponenziale delle ore di recupero oltre il normale orario di settimanale.
Si tralascia in questa sede di considerare l’impatto economico determinato dall’aumento del numero dei Buoni Pasto dovuto a quei lavoratori che per recuperare rientrano nei pomeriggi deputati del Lunedì e Mercoledì. Giorni che guarda caso corrispondono proprio ai giorni in cui gli Uffici Comunali sono chiusi al pubblico, con ovvio allentamento, o meglio totale assenza, dei controlli deputati al rilevamento delle presenze del personale. Successivo rilievo è dato dalla circostanza che anche dopo l’installazione dei Tornelli quotidianamente si continuano a vedere, Cinesi intenti a vendere gadget e ombrelli, Catanesi che ti vogliono vendere calze e vu cumprà di vario genere ed umanità, con tanti saluti alla Sicurezza tanto invocata e acclamata dall’odierno Sindaco. Sorge il dubbio che l’insistita richiesta di Sicurezza (tornelli, agenti della Digos, due omoni del VV.UU., il giannizzero di professione ecc,) sia direttamente connessa al timore che i cittadini di Messina, memori della loro cultura e storia, possano decidere d’assaltare i tornelli della Casa Comunale per buttare fuori l’invasore provinciale e riappropriarsi della loro casa comunale. Una sorta d’improbabile presa della Bastiglia.
L’odore si trasforma in olezzo quando si tenta di determinare il valore e la valenza dei personaggi e dei pretoriani che dietro la scia del potere si sono buttati all’assalto del palazzo. Veri e propri invasori o barbari provenienti dalla provincia, da Taormina, da Barcellona o da Catania, attestano che le professionalità cittadine e nostrane non sono all’altezza di queste grandi personalità.
Abbiamo così un nuovo Segretario Generale che dopo aver cooptato e conquistata Taormina, ben tre pagine del curriculum vitae di presentazione sono formate da attestazione di benemerito rilasciate dalle Autorità politiche ed amministrative di Taormina a questo non sconosciuto luminare del Diritto degli Enti Locali, è stato promosso ad una cittadina più grande e poiché il lavoro gli sembrava non solo scarso ma anche poco remunerativo (circa €.120.000,00 annue) riteneva opportuno autonominarsi o farsi nominare, dietro appropriato e disinteressato suggerimento, Presidente di Gara di una commissione aggiudicatrice. Ovviamente che il provvedimento è illecito per l’incompatibilità della figura di Segretario con quello di Presidente di Gara, essendo tale ultima prerogativa esclusivamente del Dirigente, o che è previsto un compenso per qualche decina di migliaia d’euro, è solo un insieme di dettagli. Dettagli di cosi alta Amministrazione Comunale che l’interpretazione del dettato normativo è ancora dubbia e incerta, come incerta è la fine che abbia fatto il provvedimento in trattazione (sospeso, decaduto …),o la discussione sulla legittimità e “irrilevanza economica di un così misero” compenso extrastipendiale, a fronte del sempre annunciato dissesto finanziario e della decina di cittadini che da giorni bivaccano innanzi alle stanze del potere per vedersi assegnata un’abitazione. Pertanto, se tanto mi dà tanto, si poteva lasciare senza prebenda il presunto disinteressato suggeritore. Non lo so. So per certo, però, che l’odore del potere ha colpito anche il Vicesegretario Comunale recentemente nominato membro del C.d.A. dell’Ente Teatro di Taormina.
Si diceva che l’odore del potere ha anche degli effetti fisici. Esso può essere tanto intenso da determinare emicranie o tremendi mal di testa e, pur non dimostrato scientificamente, può determinare un aumento esponenziale del quoziente intellettivo delle prime file di questi nuovi invasori. Accade così che una oscura funzionaria delle retrovie prenda il sopravvento e memore di una non dimenticata marcia su Roma e continuando a marciare, da Direttorucolo di una misera Sezione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, arrivi sino alla Casa Comunale, dove per meriti sul campo conquista la fascia di Dirigente. Ammantata dall’odore del potere e da natali Catanesi, questa novella Dirigente ha moltiplicato e affinato le sue capacità amministrative tanto da essere diventata non solo Dirigente di c.d. II° Fascia ma addirittura Capo Area e non di una sola Area ma bensì di due. L’Avvocatura e il Personale.
Concorsi, progressioni Verticali, preparazione e aggiornamenti. Dettagli.
Come si possa fare a dirigere due importanti Aree amministrative e quale pensiero o insofferenza abbiano i più stretti collaboratori? Come già detto sono dettagli. In fin dei conti se la fonte del potere riesce ad essere contemporaneamente Onorevole alla Regione Siciliana e Sindaco della città, ci vuole poco ad amministrare delle amorfe e anomale truppe di sconfitti.
L’inefficienza dell’Avvocatura Comunale e il consequenziale deficit di bilancio o i ritardi nell’applicazione dei benefici dei Contratti collettivi di Lavoro a favore degli impiegati e il non chiacchierato resto, sono tutti elementi ininfluenti al raggiungimento degli obiettivi, stanti la valutazione buona e il benefit economico che l’Amministrazione provvede di anno in anno ad elargire e riconoscere alla Dirigente in parola.
Che poi la stessa Dirigente ha predisposto, di là dal patto di Stabilità e della lamentata difficoltà finanziaria delle casse comunali, un provvedimento di mobilità per la copertura di un posto di Dirigente Tecnico e che lo stesso, dicono le mele lingue, è stato assegnato al cognato del Segretario comunale, diventa un dettaglio che parrebbe bisognare di un doveroso approfondimento se non altro sulla veridicità delle voci di corridoio.
Alcune volte l’odore del potere si trasforma in una vera e propria puzza, insopportabili miasmi che dalle retrovie si diffondono di volta in volta in tutto il Palazzo secondo i comportamenti di novelli giannizzeri che pensano di vivere di luce riflessa. Accade così che capita di vedere una Fiat Panda di colore turchese riuscire a posteggiare nel posto destinato alle autorità e mentre la vecchietta di turno chiede al Vigile Urbano un inutile e vano assenso al posteggio della propria autovettura, fosse anche per andare a prelevare la solita cartella esattoriale, il novello giannizzero di esportazione provinciale, soprabito sotto il braccio, chiude lo sportello della sua utilitaria e con passo d’oca s’avvia al suo solito compito giornaliero. Bisogna dire, ad onor del vero, che il giannizzero non è solo un invasore delle terre di Provincia ma anche collaborazionista proveniente dall’Ente Provinciale, autoctono o meno, al servizio del potere quando questo esplicava le sue funzioni su quel disgraziato Ente. Come allora il suo solo e solito compito è quello di aggirarsi furtivo nei corridoi del Palazzo, nelle stanze del potere, nei luoghi di ritrovo, nei saloni del Comune e al Bar per carpire, percepire le parole, le chiacchiere, gli umori e i pensieri del personale comunale, dei Dirigenti recalcitranti, dei Consiglieri comunali, alleati e d’opposizione, arrivando fino alle stanze degli Assessorati. Pertanto non è strano notare stanze epurate e posti vuoti dopo che i suoi rapporti quotidiani hanno raggiunto il potere, com’è solito cianciare; in una lingua fatta per la maggior parte a gesti e da monosillabi, “il dissenso e la critica vanno estirpate alla radice e sin dalla nascita”.
Questo libello, per viltà del suo autore, sarà a firmato con uno pseudonimo, quindi il suo contenuto e i riferimenti a persone e cose è frutto di una fervida fantasia con nessun’attinenza alla realtà, ciò non di meno mi piace riportare un pensiero che il Potere espresse durante la compagna di conquista della città. “Non passerò un mese a mostrarmi su muri e cartelloni, ma andrò a parlare con la gente per ascoltare i bisogni dei cittadini. Non faremo tanti slogan, come Genovese, che parla di Messina, di famiglia e di scuola, quando poi sappiamo tutti quali sono i suoi interessi.”
E finire con il principio d’indeterminatezza “In generale, qualunque coppia di grandezze osservabili, che non siano nella relazione d’essere compatibili, non si potranno misurare simultaneamente, se non a prezzo d’indeterminazioni, l’una tanto più grande quant’è più piccola l’altra”. Volendo dire e significare che non sempre si può vivere di luce riflessa e secondo il principio di causa ed effetto.
ALFA TEMATICA.