Strage Lampedusa, lutto nazionale

“Nel rispetto di questa ennesima tragedia tornatevene indietro, non accettiamo visite”. E’ quanto si legge su uno degli striscioni sistemati nella piazza principale di Lampedusa (foto) da un gruppo di cittadini lampedusani che protestano contro l’arrivo sull’isola dei vertici delle istituzioni. Su un altro striscione si legge: “Un’isola piena di dolore che porta il peso dell’indifferenza del mondo”. E ancora: “Lampedusa li vuole accogliere vivi e non morti”.

Ecatombe! Sono un centinaio gli immigrati morti nel relitto del barcone naufragato davanti alle coste di Lampedusa. Lo scafo si è rovesciato ed è affondato trascinando con sé almeno cento profughi, intrappolati all’interno. Al bilancio dei soccorritori si aggiungono 93 cadaveri recuperati a terra e 151 sopravvissuti grazie all’operosa azione dei soccorritori. Le prime stime indicano che l’imbarcazione ospitava almeno 500 persone e questo da la cognizione di quanto il mare restituirà nei giorni prossimi  in termini di vittime. Un naufragio probabilmente causato da un incendio innescato a bordo del barcone dagli stessi passeggeri che cercavano così di farsi avvistare e soccorrere a poche miglia dalla costa dell’Isola dei Conigli.

La ricostruzione è quella di Antonino Candela, commissario straordinario dell’Assistenza sanitaria di Palermo, attualmente operativo a Lampedusa dove è in azione la macchina dei soccorsi. 

Dimensione della tragedia che travalica i confini di uno Stato, l’Italia. Di fronte ai fatti di Lampedusa si invoca l’aiuto dell’Unione Europea e anche il Papa non nasconde l’agitazione della coscienza. “Vergogna” è la valutazione di un fallimento della politica che guarda con un occhio spalancato sulla sicurezza interna e l’altro volutamente chiuso ed indiffere verso una parte del mondo che – se non compresa, aiutata – riverserà nelle coste del nostro paese flussi incontenibili di persone in fuga dalle violenze e dalla povertà.

Tra i politici di casa nostra le accuse della Lega Nord portano i segni di un sentimento avverso ad ogni forma di comprensione e l’esasperazione dell’emergenza umanitaria diventa bottino propagandistico da sbandierare, mentre tutta la comunità civile si unisce attorno alla tragedia di Lampedusa. L’Italia da anni chiede a Bruxelles di farsi carico di una frontiera che non è frontiera nazionale ma la frontiera di un’intera comunità di popoli, quelli europei. La Convenzione di Dublino carica, di fatto, il peso dell’emigrazione ai paesi di prima accoglienza. Geografia alla mano, l’Italia diventa così luogo di accoglienza perenne e terra non più di transito dei flussi migratori.Un paese in cui l’accoglienza non basta più a garantire diritti e protezione, nonostante una macchina efficiente di primo soccorso che premia il coraggio degli operatori ma non garantisce sempre la vita a chi quella stessa vita prova a difenderla abbracciando un barcone e la speranza di un futuro diverso, lontano dai drammi della propria terra.

“Siamo partiti due giorni fa dal porto libico di Misurata. Su quel barcone eravamo in 500. Non riuscivamo nemmeno a muoverci. Durante la traversata tre pescherecci ci hanno visto ma non ci hanno soccorso”, hanno raccontato alcuni superstiti del naufragio. E il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha raccontato: “L’Italia ha normative disumane: tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento all’immigrazione clandestina”. “È un orrore. Ora basta, cosa dobbiamo ancora aspettare dopo questo?”, ripete in lacrime il sindaco di Lampedusa Nicolini, mentre, sul molo, assiste all’arrivo delle barche cariche di cadaveri. “Il governo – ha aggiunto il primo cittadino – deve cancellare subito questo reato”.  

Le immagini raccapriccianti delle salme che si trovano al momento sul molo Favarolo a Lampedusa, dimostrano lo stato di piena emergenza. Prima del tragico naufragio altri due barconi, con a bordo complessivamente 463 migranti, erano stati soccorsi in nottata al largo dell’Isola. La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Tra i reati ipotizzati, al momento a carico di ignoti, sono di omicidio plurimo colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato. 

LE REAZIONI DA PARTE DELLE ISTITUZIONI 

“Bisogna reagire e agire. Non ci sono termini abbastanza forti per indicare anche il nostro sentimento di fronte alla tragedia di questa mattina. Papa Francesco ha detto: ‘Vergogna’, io posso aggiungere: ‘Vergogna e orrore’”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla strage di Lampedusa in una intervista a radio Vaticana. ”Credo che una delle verifiche che vadano rapidamente fatte è quali norme di legge ci sono che fanno ostacolo ad una politica dell’accoglienza, degna del nostro Paese e rispondente a principi fondamentali di umanità e solidarietà”, chiede il presidente Napolitano dopo la strage di Lampedusa in una intervista a radio Vaticana.

Siamo tutti vittime “consapevoli o no, di quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che proprio a Lampedusa Papa Francesco ha denunciato in modo sferzante” afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, sottolineando la perdurante mancanza di soluzioni a questi drammi e annunciando che si recherà nell’isola.”Il richiamo alla responsabilità, all’accoglienza e al soccorso di chi fugge da situazioni disperate deve essere sentito da tutte le forze politiche e deve portare a una revisione della nostra legislazione in materia e a una più attenta gestione dei flussi migratori”. Così Pietro Grasso, che parla di “tragedia enorme” di Lampedusa.

La Commissione europea, tramite il commissario Jose Manuel  Barroso, ammette come la tragedia riguardi tutta Ue. “La Commissione sostiene gli sforzi per aumentare le risorse a Frontex,  l’ Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne.  Il portavoce del presidente dell’Esecutivo Ue, riferendo il contenuto della telefonata con il ministro degli interni italiano Angelino Alfano, ha ribadito la volontà dell’esecutivo Ue di fare tutti gli sforzi per evitare il ripetersi di queste tragedie. Sforzi a cui il responsabile del Viminale crede fino ad un certo punto che davanti alla scena raccapricciante di Lampedusa. “A testimonianza della considerazione e del rispetto per queste persone, domani 4 ottobre il Paese sarà in lutto”. Così il vicepremier Alfano da Lampedusa.

Infine, sui mancati soccorsi dei pescherecci, il sindaco di Lampedusa  spiega che tre pescherecci non avrebbero prestato soccorso all’imbarcazione in fiamme per paura di essere processati per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. ”Chiediamo al governo di cancellare immediatamente il reato – ha affermato Nicolini –  Se Letta verrà? Io aspetto tutti, sono qui, insieme ai morti”.

 

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