Successo di Ivan Vadori

Un successo la proiezione del film “La voce di Impastato”  di Ivan Vadori, proiettato ieri sera, al cinema Excelsior, per la due giorni organizzata dal Comune di Bagheria e dedicata al giornalista-attivista e poeta caduto in un attentato mafioso il 9 maggio del 1978, Peppino Impastato, organizzata con la collaborazione dell’istituto tecnico economico statale Don Luigi Sturzo, il Movimento Bene Comune e l’associazione Comunità marinara di Aspra.

Dopo un primo momento di dibattito iniziato con il sindaco Vincenzo Lo Meo e l’assessore Massimo Mineo interventi per i saluti istituzionali ed i dovuti ringraziamenti, hanno preso la parola il magistrato Michele Ruvolo che ha lavorato presso la sede distaccata del tribunale, a Bagheria, l’avvocato Giovanni Chinnici figlio del magistrato Rocco Chinnici, il fratello di Peppino Impastato, Giovanni ed infine il regista-giornalista Ivan Vadori.

Particolarmente intenso e vibrante l’intervento di Giovanni Impastato, fratello del fondatore di Radio Aut, ucciso nel ‘78 e divenuto un simbolo della lotta alla mafia: un tuffo nella storia di quegli anni, gli intrecci con la politica, le lotte di Peppino, diversi gli argomenti toccati dal Giovanni Impasto che ha raccontato come sia stato difficile vivere e rompere con la cultura mafiosa della sua Cinisi.

Non meno interessati gli interventi del magistrato Michele Ruvolo che è anche tornato sulla chiusura della sede del Tribunale di Bagheria quale presidio di legalità sottolineando l’importanza dei simboli, della memoria, dei ricordi e dell’ avvocato Chinnici.

Partendo dalla spunto offerto dalla coordinatrice della serata, la giornalista Marina Mancini, addetto stampa del Comune di Bagheria, che ha letto un pensiero di Paolo Borsellino sul magistrato Rocco Chinnici ricordando un forte valore cui teneva il magistrato: la religione del lavoro, l’avvocato Chinnici ha tratto spunto per parlare di economia, di riciclaggio, di necessità di creare condizioni di lavoro certe e legali in terre che sono sempre a contatto con fenomeni mafiosi.

Ha chiuso la carrellata di interventi, prima della proiezione de La Voce di Impastato, il regista, Ivan Vadori, giornalista prima di Affari Italiani, poi di Il fatto quotidiano, ha spiegato agli spettatori bagheresi perché lui, uomo del profondo nord, il Friuli, si sia appassionato alla storia di un ragazzo del profondo Sud e come quel viaggio in Sicilia in un campo scout gli abbia cambiato la vita tanto da fargli decidere di abbandonare gli studi di ingegneria per diventare giornalista.

Con la passione che contraddistingueva l’attivista Peppino Impastato, Vadori racconta la sua avventura, la sua scelta:  “Oggi mi sento un po’ siciliano anche io”  ha detto Vadori ringraziando tutti i numerosi in

Lungamente applaudita la pellicola di Vadori, finanziata parzialmente con il crowdfunding  , che vi invitiamo a vedere  per le emozioni che vi susciterà e per le interessanti interviste al giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, il magistrato Gian Carlo Caselli, il sociologo Nando Dalla Chiesa, la giornalista de “il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, il presidente di “Rete 100 Passi” Danilo Sulis, il fratello di Peppino Giovanni Impastato, il presidente di “Libera” Don Ciotti, il magistrato Franca Imbergamo, lo scrittore Carlo Lucarelli, il co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale.

“Mio fratello Peppino è patrimonio di tutti, non solo di una parte – dice Giovanni Impastato in un’intervista – Peppino è di tutti, le sue idee sono di tutti, non solo di alcuni militanti politici che fanno riferimento alla sinistra radicale. La pace, la fame nel mondo, l’ambiente, i beni comuni. È un peccato fossilizzarlo, ingabbiarlo all’interno di un’ideologia”.