Avessimo scritto miseria o nobiltà, il famoso Film di Totò, o dovessimo trattare argomentazioni pseudo politiche e filosofiche tra proletariato e capitalista o tra ricco e povero, non avremmo potuto aggiungere niente di più, anzi avremmo aggiunto molto di meno, di quelle che sono state le risultante della venuta del Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e della sua Giunta a Messina.
Oltre 10 minuti di promesse piene di milioni (75 milioni di euro a disposizione del Demanio Marittimo locale) ed ancora opere ed infrastrutture che sulla carta e a parole sono già state realizzate e pronte da tempo. Sembra proprio il famoso piatto di pasta di miseria e nobiltà di cui la povera famiglia sentiva il profumo prima di bearsene gli occhi e poterlo mangiare, con una sola differenza che noi la pasta non solo non l’abbiamo ancora vista ma neanche annusata. Un parlare e parlare a ruota libera senza interruzione e contraddittorio. Un solo momento d’incertezza, ben presto superato, quando appena sceso dalla macchina la Sindacalista della CGIL, Clara Crocè, con un cartello bianco in mano l’ha bloccato chiedendo certezze per i lavoratori della Provincia, per i precari e per i licenziati. Quello che colpisce è il suono uniforme e cantilenante della voce, abituata ha dare sempre la stessa identica risposta: “li ho licenziati io ? Non so!…poi se qualcuno soffre di ansia..”.
Certo che davanti a questa sicurezza del nostro Presidente Regionale Crocetta, qualche dubbio sul reale motivo dello stato ansiogeno delle centinaia di decine di lavoratori, di precari e licenziati che protestavano in piazza ci è venuto e non è stato sufficiente a placare la loro a la nostra ansia l’aver ricevuto l’ennesima promessa di stabilizzazione dei precari o l’ennesima garanzia che i dipendenti della Provincia non saranno licenziati… Possiamo ipotizzare che quantomeno si troveranno distaccati in mobilità presso tutti i Comuni del comprensorio provinciale dei Messina.
Ma mentre tutto questo si svolgeva nei pressi della Provincia nel Palazzo Comunale si fremeva. Atteso per le 10:00 di mattina le maestranze sin dalle prime ore provvedevano a mettere a lustro i locali e a dispiegare il tappeto rosso di rappresentanza. Operazione complicata che ha creato il primo dubbio della giornata…ma il Presidente dopo aver asceso le magnifiche scale di marmo che portano alle stanze del potere cittadino sarebbe stato accolto presso il Salone di rappresentanza, già oggetto di numerose polemiche , o presso l’ufficio di Gabinetto ? La domanda non è peregrina e lo sanno bene quei poveri lavoratori che a mani nude e senza nessun ausilio meccanico devono non solo posizionare scalino per scalino le sbarre di bronzo atte bloccare il chilometrico tappeto, ma anche decidere se far fare al pesante tappeto un angolo a 90% affinché l’illustre personaggio di turno, invece di proseguire dritto nel su andare, possa essere accompagnato con tutti gli onori del caso nelle austere stanze dell’Ufficio di Gabinetto. E che l’operazione di posizionamento non sia stata semplice lo testimonia “l’inciampo, senza nessuna conseguenza, che è capitato al Vicesindaco proprio all’intersezione dell’angolo a 90%. Lo lasciamo perplesso e pensieroso che col piede destro tenta vanamente d’appiattire quella strana gobba del tappeto senza riuscire a spiegarsi quella strana anomalia dovuta al sovrapporsi dei due tappeti di rappresentanza e all’angolo di cui sopra.
La giornata è proseguita in un crescendo di personaggi della politica locale, di lavoratori che continuavano le loro proteste e nuclei di giornalisti che raccoglievano notizie, sino ad arrivare all’ora di pranzo dove apprendevamo la novità del servizio di “catering”. In altri termini l’Amministrazione Messinese Accorinti nell’ospitare il Presidente della Regione Siciliana con i suoi Assessori proprio nelle ore del desco aveva deciso per un c.d. “pranzo di lavoro”. Una cosa alla buona e in economia che però non ha fatto i conti con il ritardi cronici del Presidente Rosario Crocetta ed infatti le ultime notizie lo davano alle 15:30 alla Procura della Repubblica presso il Procuratore Generale di Messina Guido Lo Forte e solo dopo le 17:00 sarebbe stato disponibile per l’Amministrazione Comunale.
Ma il pranzo per il Presidente ed il suo entourage era stato ormai ordinato ed è a questo punto che le lavoratrici della Clinica Santa Rita, con l’indomita Clara Crocè, sono stati chiamate dalla sorte a dover scegliere tra le tartine ed i panini
Andiamo per ordine e precisiamo che mentre il Presidente Crocetta era intento a rilasciare le sue dichiarazioni in quel Palazzo della Provincia che presto, per abolizione delle stesse, dovremo chiamare con un altro nome, il suo Assessore Regionale alla Salute, Lucia Borsellino, si era diretta al Palazzo Comunale per chiarire, spiegare e concordare le precedenti promesse che aveva fatto alla Città di Messina in merito alle vertenze ospedaliere, all’impiego delle strutture e all’utilizzo dei macchinari che verranno “razionalizzati” e organizzati nell’ottica di un piano di ristrutturazione dell’intero comparto sanità che la Regione Siciliana sta attuando da tempo. Ed è per questo che vediamo tra i protagonisti del pranzo di lavoro altre al Sindaco di Messina e alla sua Giunta anche l’Assessore Borsellino.
Verso le 13:30 i Messinesi, politici e non, di solito si stancano ed invece di continuare l’attività politica o la protesta abbandonano il campo e vanno a mangiare ed è per questo che nel c.d. Transatlantico delle Stretto, parafrasando quello più famoso del Parlamento, sono rimasti i pochi colleghi della stampa, qualche raro cittadino e un assessore della Giunta Accorinti che non è abituato ad indossare giacche, di rappresentanza o meno. E’ proprio per chiamare al pranzo di lavoro questo componete della giunta che dall’Ufficio di Gabinetto esce il braccio politico d’Accorinti, il quale coglie l’occasione di comunicare ai colleghi della stampa che l’appuntamento con il Presidente Crocetta è stato spostato alle 17:OO.
Pensate possa aver resistito? Ve lo confesso, alcune volte è più forte di me e con temerarietà, per non dire faccia tosta, ho chiesto: Ma la stampa non la invitate a mangiare? Attimo di panico generale e poi la risposta: non lo so…vediamo se riesco a farvi portare qualcosa.
Devo riconoscere che sono nuovo in questo campo e in un primo momento non ho capito le espressioni perplesse dei colleghi. E’ solo quando sono rimasto solo insieme ad un collega di un noto giornale cittadino che abitava troppo lontano per andare e venire, che ho capito che era la solita promessa da politico. Ed è cosi che mesti, mesti ci siamo recati al piccolo Bar di servizio del Consiglio Comunale di Messina per prenderci due panini alla piastra da due euro, mentre sottocchio notavamo la mai domita sindacalista della CGIL Clara Croce, che seguita da 7 o 8 lavoratrici della Clinica Santa Rita tentava vanamente d’accedere presso ii locali dell’Ufficio di Gabinetto. Immagino che gli abbiano detto che si stava svolgendo un pranzo di lavoro e quindi nell’attesa, anche loro che la protesta la fanno senza abbandonare mai, decidevano per il panino da due euro.
Miscredente io e la mia golosità, e mezzo panino dopo vedo un fuggi, fuggi generale. E mentre Clara e le lavoratrici riescono ad accedere all’Ufficio di Gabinetto il braccio destro si avvicina e mi dice: ero venuto per invitarla ma vedo che sta già mangiando…
Tralascio di riportare le considerazioni del collega ma non posso omettere di dire che tre di quelle lavoratrici erano riuscite nelle more a farsi fare tre panini alla piastra e per una sorta di timore riverenziale per l’autorità li avevano lasciati appoggiati sul famoso divano rosso che è posizionato in bella mostra nel transatlantico, senza dimenticare di chiedere all’usciere di dargli un’occhiata mentre andavano a combattere per il loro posto di lavoro.
E’ lo scandire dei minuti e il raffreddarsi di quei tre panini alla piastra sul divano rosso di rappresentanza che mi sono rimasti impressi nella mente ed è solo per questo che alle 15:00, venuto a sapere che erano rimaste ben tre teglie di tartine avanzate dal pranzo di lavoro, che mi sono permesso di dire a Clara, uscita a prendere i tre panini delle lavoratrici: perché non gli dici che se vogliono al Bar possono trovare delle tartine ? La risposta, mentre un sorriso birichino le illuminava gli occhi, è stata:
“Le lavoratrici non mangiano le tartine …è successo un piccolo incidente”.
Ed anche in questo caso non ho resistito e sono venuto a sapere che gli illustri ospiti avendo preferito la pasta hanno lasciato le tartine, che le lavoratrici “inopportunamente” hanno disturbato l’Assessore Regionale Lucia Borsellino assillandola con i loro stati ansiogeni mentre era intenta a mangiarsi il suo sacrosanto piatto di pasta…e a fare molliche “caso mai venisse qualcuno” (Enrico Brignano)
In ultimo voglio tranquillizzarvi circa la mia patologica golosità e comunicarvi che per quanto mi riguarda io sono riuscito a carpire cinque dolci tramite la connivenza di un Assessore compiacente e un piattino di tartine tramite un addetto al catering.
Pietro Giunta
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