Gruppo Every One
Roma, 26 novembre 2011. Si tengono in questi giorni tavoli e incontri per definire le politiche italiane sui Rom. La Commissione europea ha esplicitamente chiesto tali momenti di confronto fra istituzioni e società civile. Bisogna vigilare. La Commissione europea ci scrive e ci chiede di collaborare con le Istituzioni. Però, in Italia, sappiamo bene come è andata finora e come gli organismi preposti a monitorare il razzismo e a giustificare fondi europei intrattengano sinergie particolari non con i difensori dei diritti umani (che l’Onu identifica con la “società civile”), ma con le solite “associazioni”. Non ci risulta che all’ennesimo tavolo (su quale campeggerà – invisibile, ma “profumata” – una grande e “invitante” torta…) ci saranno i difensori dei diritti umani che da anni si impegnano per tutelare il popolo Rom, almeno: non tutti… quei pochi. Di certo non inviteranno EveryOne…. però… però ci vogliamo accertare che non siano escluse quelle rare figure istituzionali che hanno operato e operano con onestà, impegno, disinteresse e spirito solidale. Quello che ci preme è che, stavolta, ogni singolo centesimo erogato dell’Ue venga speso PER I ROM IN CONDIZIONI DI EMARGINAZIONE E POVERTA’ e non per altre iniziative. Quando non ci saranno più Rom poveri e senza un riparo, allora si penserà a finanziare conferenze, iniziative culturali e feste danzanti. Allora, solo allora, si devolveranno stipendi e compensi e si brinderà – a spese dell’Ue – a un mondo nuovo, all’integrazione, al raggiungimento della parità. Fino ad allora, che ogni monetina piovuta dai cieli dell’Ue sia monitorata con estrema attenzione.
Il Gruppo EveryOne, che non viene mai invitato ai “tavoli”, possiede competenze specifiche riguardanti la presenza e la condizione dei Rom in Italia che sono riconosciute per la loro completezza dalle Nazioni Unite, dal Parlamento europeo, da Union Romani e dalle principali Istituzioni e agenzie che si occupano di tutela dei diritti umani. La nostra organizzazione sottolinea – a beneficio dell’Unar, del governo italiano e delle amminstrazioni locali – che il termine “Società civile” che la Commissione europea, il Consiglio dell’Ue e il Parlamento europeo (ma anche le Nazioni Unite) usano quando indicano alle istituzioni e autorità nazionali i referenti per le politiche umanitarie e di integrazione non significa “dirigenti di associazione” bensì “Difensori dei Diritti Umani” (Human Rights Defenders). I Difensori dei Diritti Umani sono riconosciuti in quanto tali e tutelati dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Difensori dei Diritti Umani. Quando un organismo nazionale convoca intorno a un tavolo in cui si definiscono politiche umanitarie la società civile, deve dunque riferirsi ai Difensori dei Diritti Umani, ovvero a coloro (segnatamente indicati in alcuni casi, come in quello del Gruppo EveryOne, nei report di fine anno dello Special Rapporteur Onu per i Difensori dei Diritti Umani, ma identificabili in genere per il loro lavoro e i contatti con le Istituzioni sovrannazionali) che con l’impegno umanitario quotidiano si occupano della tutela delle minoranze da proteggere e integrare. Si veda qui di seguito la Dichiarazione:
Qui di seguito, la recente replica della Commissione europea alle ultime istanze presentate da Gruppo EveryOne riguardo alla condizione dei Rom e dei migranti in Italia.
Reply to your letter addressed to the European Commission – Ref. Ares(2011)1221452
EUROPEAN COMMÌSSION DIRECTORATE-GENERAL JUSTICE
Directorate С : Fundamental Rights and Union Citizenship Unit C1 : Fundamental Rights and Rights of the Child Head of Unit
Ref. Ares(2011)1221452 – 16/11/2011
Dear Mister Pegoraro – EveryOne Group,
thank you for your email of 10 September 2011 addressed to President Barroso. In your email, you refer to the report of the visit to Italy of the Human Rights Commissioner of the Council of Europe of last May and you share his concern about the protection of the rights of Roma people and migrants in Italy, as well as the use of racist speech by Italian politicians.
The European Commission has repeatedly and strongly condemned all forms and manifestations of racism and xenophobia, regardless of whom they come from, as they are incompatible with the values and principles upon which the European U nion is founded. Public authorities must unequivocally distance themselves and actively fight against racist and xenophobic behaviour.
One of the recent successes of the EU in its fight against racism and xenophobia has been the adoption of the Council Framework Decision on combating racism and xenophobia1. According to this legislation, all EU Member States are obliged to penalise the intentional public incitement to violence and hatred against a group of persons or a member of a group, defined by reference to race, colour, religion, descent or national or ethnic origin. All EU Member States were obliged to transpose the Framework Decision into their national legislation by 28 November 2010. Italy has recently notified its implementing measures, which the Commission is analysing. The Commission is committed to following the correct transposition of this instrument as closely as possible. However, it is for the national courts to determine, according to the circumstances and context of each individual case, whether a concrete situation represents an incitement to racist or xenophobic violence or hatred.
Directive 2000/43/EC on Racial Equality2 protects all, including the Roma, from discrimination on the basis of racial or ethnic origin in such areas as employment, education, health care, social protection and housing. All Member State have transposed the Directive into national law, but the Commission continues to work to ensure its correct implementation and application in the Member States.
The Roma, who are the EU’s largest ethnic minority, are of particular concern to the European Union. The EU financially supports activities aimed at combating racism and xenophobia on the ground. All ethnic groups, including Roma, as well as migrants, can benefit from these measures.
The European Commission also adopted on 5 April 2011 a Communication launching the EU Framework for National Roma Integration Strategies up to 2020. In this EU Framework the Commission calls on the Member States to ensure that Roma are not discriminated against but treated equally with other EU citizens, as enshrined in the EU Charter of Fundamental Rights. The EU Framework also calls for determined action by the Member States to address the specific needs of Roma in the areas of education, employment, health and housing. Member States are expected to adopt a comprehensive approach and to present their national Roma integration strategies to the Commission by the end of December 2011.
Also civil society organisations play an important role in the fight against different manifestations of intolerance, including those targeted at Roma and migrants.
I can assure you that the European Commission remains firmly committed to protecting the fundamental rights of each and every citizen making use of all instruments within the remit of its powers.
Yours sincerely,
Emmanuel Crabit
1 Council Framework Decision 2008/913/JHA of 28 November 2008 on combating certain forms and expressions of racism and xenophobia by means of criminal law, OJ L 328, p. 55
2 Council Directive 2000/43/EC of 29 June 2000 implementing the principle of equal treatment between persons irrespective of racial or ethnic origin, OJ L 180, p. 22
Riteniamo che escludere regolarmente il Gruppo EveryOne e le organizzazioni che operano sul campo e/o a contato con le istituzioni internazionali, sia un errore e una perdita. Siamo certi infatti di poter offrire a chi si occupa delle politiche future sui Rom in Italia un notevole patrimonio di esperienze e idee, basate sulle buone pratiche in Italia e all’estero, su una sinergia con le più importanti organizzazioni internazionali del settore e su una lunga difesa – contrassegnata da importanti risultati – dei diritti dei Rom e Sinti in Italia e nel mondo. Ci auguriamo che questo preoccupante e un po’ inquietante trend venga sostituito da un’apertura, che significherebbe quantomeno la certezza che – grazie a un monitoraggio attento e disinteressato – nessuno spreco, nessuna cattiva gestione di fondi si verificherebbe nel futuro. Non è un bene, questo? ci chiediamo e chiediamo a chi continua a ignorare il peso umanitario della nostra presenza in Italia e nell’Ue…