Taxi parcheggiati in doppia fila, carrozze impossibilitate alla sosta per mancanza di stalli, macchine confusamente distribuite tra pullman, trenini e venditori ambulanti. Questa la prima visione che Messina offre ai turisti che, sempre meno numerosi, scelgono la città siciliana come meta. Uno scenario che si ripropone un po’ ovunque, in particolare nei giorni di attracco delle navi da crociera. La prima impressione farebbe credere che anche i professionisti del settore non abbiano le idee chiare sul comportamento da seguire. La realtà, come spesso accade, è ben diversa. Gli stalli, regolarmente pagati, sono spesso, se non sempre, occupati da terzi. Se si pensa che questi ‘parcheggiatori abusivi’ sono, spesso, operatori turistici abusivi, il quadro complessivo si colora di tinte incomprensibili, se non imbarazzanti.
Piazza Duomo, orgoglio e punto di riferimento che a mezzogiorno si ricopre di teste all’insù regalando uno spettacolo unico al mondo, che si unisce a un puzzle senza incastri fatto di auto, taxi, motorini e pullman. Cristo Re, punto panoramico per eccellenza, dal quale la città si lascia ammirare, distesa sulle acque dello stretto, mentre un trenino rosso ingombra il traffico occupando spazi non a lui dedicati. La Caronte, punto di approdo e di collegamento, una distesa di macchine i cui proprietari sembrano convinti che le cosiddette ‘quattro frecce’ facciano magicamente scomparire l’automobile.
Di fronte a una città violentata dai propri stessi abitanti, ci si chiede dunque come sia possibile che un tassista professionista non sia libero di poter usufruire del proprio stallo, regolarmente pagato. “Mancano i controlli, una presenza costante che garantisca il rispetto delle regole” afferma Massimiliano Vita, presidente della cooperativa Radio Taxi Jolly di Messina. “A questo, si unisce l’assenza di educazione civica e stradale – continua Vita – e le conseguenze le abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. La prima cosa che i turisti notano è il disordine del traffico e la noncuranza per le regole della strada.” In tutto questo caos i controlli hanno un’influenza che lascia il tempo che trova. Dopo qualche fischio e un paio di multe, il teatrino di divieti di sosta riprende non appena la volante ha lasciato la zona. Inoltre, non è sempre facile far valere i propri diritti perché, come continua il signor Vita: “Io chiamo i vigili tutti i giorni perché intervengano, e sono stato minacciato per questo. Chiedo che il numero degli interventi aumenti. Noi siamo in regola, e vorremmo che anche gli altri lo fossero. Chiediamo solo di poter lavorare, sempre nell’assoluta legalità.”
Le proposte da parte della cooperativa Radio Taxi Jolly non mancano e, a sentire sempre Massimiliano Vita, “questa amministrazione ci ascolta, ma non capiamo dove stiano le difficoltà nella realizzazione delle nostre richieste. Si creano percorsi improbabili e tempi di attesa interminabili. Ennesima difficoltà è l’assenza di corsie preferenziali. Sarebbe una grande svolta poter godere di corsie preferenziali nelle ore di maggiore attività, e nemmeno troppo difficile da realizzare. Basti pensare che fino a 15 anni fa avevamo a disposizione 20 km di corsie preferenziali. Ad oggi siamo l’unica città ad averne solo 2”.
Uno scenario decisamente problematico, soprattutto considerando quanto Messina dovrebbe investire in un settore mai veramente decollato, per il quale gode di potenzialità enormi. Una città che potrebbe vivere di turismo, che sembra invece impegnarsi affinché ciò non accada. I numeri, dal canto loro, confermano una condizione allarmante. Dal 2013, anno migliore per Messina, terzo porto d’Europa per numero di approdi con circa 550 mila turisti, al 2014 c’è uno scarto di quasi 300 mila visitatori. “Non solo nel nostro settore percepiamo il disagio – continua Vita – ma anche gli alberghi, i b&b vivono grosse problematiche. Per questo tutti, anche il proprietario del bar deve chiedere come noi maggiore attenzione e più interventi. Ma non solo noi operatori del settore dovremmo attivarci. Manca la collaborazione di tutti gli enti che, invece di agire indipendentemente, dovrebbero unirsi pensando che la città è nostra. Comune, Provincia, CONFCOMMERCIO, CONFINDUSTRIA, e altri potrebbero unirsi per un unico scopo: risollevare la nostra città. Le potenzialità ci sono e anche tante.”
Cambia il mezzo, ma non il problema. Altri professionisti nel campo del trasporto turistico vivono gli inconvenienti di una città dalle potenzialità non sfruttate. I vetturini a cavallo, affascinanti testimoni di una tradizione un po’ dimenticata. Anch’essi, come i tassisti, quotidianamente alla ricerca di un maggiore controllo e una più continua tutela. “In città non esiste più una segnaletica stradale per le carrozze. Siamo privi di un punto di sosta per la richiesta di fermata. In questo modo nessuno può richiedere di salire in carrozza senza che, di conseguenza, non ci si debba fermare in posti non idonei”, afferma Letterio Lanfranchi, proprietario di una scuderia appartenente alla sua famiglia da tre generazioni. “Oltre alle problematiche legate al traffico, alla segnaletica mancante e ai controlli – continua il signor Lanfranchi – vedo le mie richieste ignorate. Quando svolgo il servizio di vetturino, sono costretto a portare con me dei bidoni d’acqua per il cavallo, vista la totale assenza di una fontana nel centro di Messina. Non è bello, in estate, dissetare un animale che per me è un figlio e un compagno di vita, con dell’acqua calda e lasciata per ore nei bidoni. Inoltre le mie richieste inerenti uno spazio espositivo da sfruttare sia come ricovero che come museo non hanno ancora ricevuto alcuna risposta”. Ciò che potrebbe risultare bizzarro o obsoleto, risulta invece assolutamente comprensibile se si pensa che si sta discutendo del declino di una delle tante manifestazioni dell’identità culturale di una città, di tradizioni ormai ricordate solo nei negozi di souvenir. Non ci si rende conto dell’importanza che possa rivestire una semplice fontana vicino al porto, o in una piazza. La presenza di uno stallo in cui poter ammirare un’antica carrozza legata alla mirabile figura di un cavallo agghindato secondo la tradizione siciliana. Inoltre, parlando in termini prettamente pragmatici e, perché no, con uno sguardo diretto verso il commercio e il semplice guadagno, non ci si accorge di quanto una maggiore accuratezza per questi dettagli possa aiutare a decollare un settore che darebbe lavoro a centinaia di persone. Si parla di turismo: fonte di guadagno per gestori di bar, ristoranti, alberghi, b&b, musei, centri commerciali, negozi, trasportatori ed operatori turistici.
E forse è proprio questo il problema: l’inspiegabile cecità di fronte a una pentola d’oro che giace, sigillata, sotto i nostri occhi.
Gaia Stella Trischitta
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