Ho amici ai quali voglio molto bene, e per alcuni di questi provo profonda ammirazione. Si tratta di quelli che si sono fatti da soli, e sono arrivati in alto, dimostrando capacità poco comuni e mettendo su aziende importanti che dialogano quotidianamente con la cosa pubblica. Ecco, per questi sono parecchio arrabbiato. Perché quello che è accaduto ad Aci Catena in questi giorni fa male a loro e fa male a me. E a tutti quelli come me che pensano che la speranza c’è sempre. Perciò ho deciso di scrivere.
Ascenzio Maesano è stato prelevato in casa dalla Direzione Investigativa Antimafia, che ha portato avanti (e lo fa ancora) un’indagine canonica. Ha prelevato dalla sua abitazione il primo cittadino di Aci Catena con un’azione che fa pensare, a chi segue questo modus operandi, che ci fosse un pericolo legato alla probabile diffusione di notizie sull’indagine. Fuga, inquinamento di prove o roba del genere. In seguito la DIA ha diffuso, come consueto, notizie sull’indagine, rendendo pubblico uno stralcio delle intercettazioni che dimostrerebbero come fosse in piedi un classico sistema di tangenti.
Ora: previo il garantismo, alcune cose sono inaccettabili. È inaccettabile leggere sui social network commenti che, sullo slancio morale di simpatie politiche o di antiche conoscenze, difendano tout court il sindaco e, di fatto, tutti i coinvolti. Al di là della colpevolezza o meno, intercettazioni in mano non ci si può davvero permettere di dire che, in fondo, si tratterebbe di pochi spiccioli. O che, in fondo, non sono soldi pubblici. O che, comunque, fosse anche vero è pur sempre un bravo sindaco. Sono tutte menzogne, nel caso fosse vero, e chi le scrive è complice. Ma è complice anche se fosse tutto travisato. Morale, s’intende, ma complice di un sistema malavitoso che esiste, esiste da tempo immemore, e appesta la società, ci costringe a vivere peggio di come potremmo. Un sistema malavitoso fatto di nascondigli e bisbigli, di occhi bassi e di febbrili passaggi di mano. Viscido, maleodorante, per forza di cose complice dell’oscurità, perché solo lì può vivere. Esattamente con lo stesso stile della mafia, che di queste cose si nutre.
Non si può eventualmente giustificare un atto come quello del quale Maesano è accusato. Perché non sono pochi spiccioli, e anche se fossero pochi, fosse anche un euro, sarebbe un tradimento verso chi crede nella cosa pubblica. Un tradimento gravissimo, imperdonabile. Ci sono aziende pulite, giovani o meno, che si muovono nel mondo degli appalti pubblici onestamente, con la certezza che i concorrenti e gli appaltanti facciano allo stesso modo. Se è stato intascato illecitamente del denaro, allora il danno è per queste aziende, e quindi per la società pulita. Per i miei amici, per me. Per tutti quelli che pensano che la speranza c’è sempre.
Tentare una difesa sulla base di improbabili giustificazioni è un assist perfetto per il sistema mafioso: è un po’ come dire che le strade con le buche ci vanno bene, che l’abusivismo edilizio non è poi così male, che il sistema fognario che non funziona non ha molta importanza. È esattamente questo l’argomento su cui si scrive in merito ai fatti di Aci Catena, e la mafia su queste basi cresce benissimo. Come la mala erba.
Ecco: se le scuole prendessero queste traballanti giustificazioni del caso Maesano e le usassero per dire agli studenti “ecco, è così che NON SI FA, e non facendolo contribuirete a salvare questa terra”, potremmo dire che dal letame, pur sempre, nascono fiori.
Ma nel frattempo, per piacere, si smetta di minimizzare.