Terzo Settore e Legalita’

Il fenomeno mafioso osservato nel convegno-talk show “Che fine ha fatto Matteo Messina Denaro?”

La Formazione Quadri Terzo Settore Sicilia, organizza un gruppo d’incontro fra Sicilia e Calabria del Terzo Settore in relazione alla legalità e all’antimafia. Intervengono Giacomo Di Girolamo, giornalista e scrittore, Nino Amadore, giornalista Sole 24 ore, Giuseppe Cocchiara, questore di Messina, Giuseppe Di Natale, portavoce Forum Terzo Settore Sicilia, Tiberio Bentivoglio, imprenditore di Reggio Calabria, i gruppi di lavoro FQTS siciliani e calabresi. Il convegno “Che fine ha fatto Matteo Messina Denaro?” in forma di talkshow presso la Chiesa S.Maria Alemanna in un’atmosfera suggestiva, ricostruisce la tipica ambientazione della Sicilia ed i suoi vissuti di mafia, narrando a suon di mandolino la storia di Matteo Messina Denaro, l’ultimo capo di Cosa Nostra. Sotto i riflettori, il punto d’osservazione umano, emotivo, antropologico del trascorso e della vita di uno dei protagonisti di mafia, una storia singola che rappresenta un mondo, la storia e la natura delle altre e della realtà mafiosa per eccellenza. Una ricostruzione del dramma del fenomeno mafioso volta quasi per mettere luce sull’animo di quella Sicilia abbandonata a quel torbido compiacimento della rassegnazione e a quella sua convivenza con la mafiosità che sembra quasi abbia ottenuto una normalizzazione nella cultura della società. Effettivamente, colpisce un nostro lato antropologico remoto ascoltare la narrazione di un Matteo Messina Denaro, diversamente di quando si mettono in risalto gli esempi virtuosi dell’antimafia che pur favoriscono maggiormente la crescita di consapevolezza sul fenomeno. Più che l’enfatizzazione o il velato compiacimento, la sensazione è il metter luce su quel lato culturale dei siciliani che li lega ad un’ingannevole accettazione perversa di fascino e sudditanza; il sentire il problema come più grande delle nostre capacità, il vedersi sproporzionati al compito, il quale riduce la propensione della disposizione al rischio. Realtà sociali quali la povertà che poi favoriscono lo svendersi all’illegalità, anche se più che la povertà, sono l’ignoranza e la non consapevolezza i veri responsabili.

Tessuto sociale che comunque è alla ricerca di normalità, seppur in contesti difficili. L’immagine dell’altra Sicilia e della sua reazione, è la testimonianza di Tiberio Bentivoglio, imprenditore calabrese sopravvissuto ad un agguato di ‘ndrangheta per non essersi sottomesso al sistema del pizzo; denuncia degli aggressori non come atto di un eroe o di coraggio, ma dovuto, come la forza di una persona normalissima di non rinunciare a ciò che si protegge, forza che nonostante la paura ed il rischio che possa finire male, bisogna portare avanti.

L’educazione alla legalità deve quindi svolgere una parte decisiva per la consapevolezza dei diritti e delle regole, del senso della legalità, della coscienza del vivere in società non nuocendo l’esistenza dell’altro. Il Terzo settore (le associazioni no profit, di volontariato, di promozione sociale), dedito alla tutela assistenziale delle categorie sociali più in difficoltà, nel contesto svolge un ruolo fondamentale per la relazione e partecipazione fra cittadino e amministrazione, recupero del rapporto di fiducia e stimolo per le istituzioni a dare supporto completo alla società civile, percorsi di responsabilizzazione, informazione corretta e giusta, integrazione per l’immigrazione vista non come problema di sicurezza ma come risorsa. Terzo settore in supporto per i diritti di salute e lavoro del cittadino, quindi restituzione alla comunità dei beni confiscati alla mafia, vigilando su procedure trasparenti in merito, in favore di concrete attività sociali per la collettività.

Giosè Venuto