Abril. ( Kurdistan Iracheno) Due cooperanti italiani, Alfonso Augugliaro e Paolo Zammori, ieri mattina sono stati trattenuti per qualche ora in un posto di polizia di frontiera turca al confine fra Turchia e Kurdistan Iracheno e poi respinti con un foglio di via dalle autorità locali verso il nord dell’Irak, dove soggiornavano da qualche giorno impegnati in una missione umanitaria.
Augugliaro, medico messinese con una lunga esperienza all’ estero, da noi raggiunto telefonicamente a Abril,
capitale della regione autonoma Kurda nel nord dell’Irak, ha confermato che le forze di sicurezza del governo di Ankara erano
a conoscenza dei programmi dei due attivisti che sono stati rilasciati dopo
poche ore senza aver subito alcun maltrattamento.
“ Avremmo
dovuto raggiungere la capitale del Kurdistan turco, Diyarbakir, come
ogni anno in occasione della celebrazione del Newroz, il capodanno kurdo che cade il ventuno marzo”
ha raccontato Augugliaro ai nostri microfoni, “ ma quest’anno la pressione
delle forze dell’ordine del regime di Erdogan è stata più forte, impedendoci di
varcare la frontiera.”
“ Eravamo in viaggio in autobus con attivisti e cooperanti di diverse nazionalità” ha spiegato ancora Augugliaro. “ Una volta arrivati al posto di frontiera con la Turchia, durante il normale controllo dei documenti , solo noi italiani siamo stati interrogati e trattenuti in caserma per essere poi espulsi dopo aver subito anche il sequestro di un paio di valige piene di farmaci per la nostra attività di cooperazione sanitaria . Abbiamo immediatamente allertato il consolato italiano a Abril e la nostra ambasciata ad Ankara che si sono attivate per risolvere il nostro problema“.
La
delegazione internazionale, i cui componenti italiani fanno capo alla Onlus “
verso il Kurdistan” di Alessandria, quest’anno si sarebbe dovuta recare nel
Kurdistan turco anche per permettere ai
suoi membri di svolgere il ruolo di osservatori
alle elezioni amministrative che si
svolgeranno nei prossimi giorni in numerose città e villaggi della regione. Elezioni
che si svolgono da anni in un clima costante di repressione e di violazione dei
diritti umani della popolazione di etnia Kurda da parte delle autorità turche, che considerano terrorismo separatista
l’attività del Partito dei lavoratori del Kurdistan ( PKK) e di conseguenza fiancheggiamento
al terrorismo qualunque sostegno ai partiti democratici locali , come l’ Hdp, e
alle rivendicazioni di autonomia degli abitanti della regione.
Tonino Cafeo