The Last Life, un cortometraggio senza frontiere

Conquista la giuria del pubblico della seconda edizione di “Corti senza frontiere”, il cortometraggio “The last life” diretto dai due giovani messinesi Maurilio Forestieri e Marzio Golino. 

Un riconoscimento importante a livello internazionale per i due registi che raccontano con delicatezza e grande sensibilità quella sottile percezione di cambiamento nel giungere alla vecchiaia.

 Ci siamo fatti raccontare com’è stato affrontare questo progetto.

-Maurilio e Marzio, siete registi giovanissimi con un grande talento. Com’è nata l’idea per il cortometraggio?

L’idea di questo corto è nata da una battuta di Gianfranco Quero, il protagonista. Ci ha contattato per farci i complimenti per un corto che avevamo fatto precedentemente e in quell’occasione ci disse che gli avrebbe fatto piacere prendere parte ad un nostro lavoro. La condizione era che avremmo dovuto sbrigarci perché non aveva tanto tempo. Lui si riferiva al fatto che presto si sarebbe trasferito in un’altra città, noi lo abbiamo interpretata in maniera più macabra…da questo nasce il tema di “The Last life”.

 – La fragilità del passaggio alla vecchiaia è ben evidenziata dalla scelta dei colori desaturati e dall’uso frequente della messa a fuoco selettiva. Com’è stato girare e affrontare un tema così delicato sotto gli occhi della gente della vostra città natale?

Girare qualcosa non è mai semplice, soprattutto se non si hanno a disposizione spazi riservati ma è tutto registrato alla luce del sole.  Fortunatamente durante le riprese abbiamo sempre incontrato gente molto alla mano che si è messa a nostra disposizione con grande entusiasmo, e di questo ne siamo grati.

– So che voi collaborate già da anni e che assieme avete fondato la “Dog’s Movie Production”. Come nasce l’idea di questa collaborazione?

La nostra collaborazione è stata assolutamente naturale. Siamo cugini e condividiamo la passione per il cinema e la fotografia credo da sempre. Abbiamo iniziato con le riprese a casa, spesso demenziali, ed è stato naturale progredire.

 – La drammaticità del protagonista è sottolineata dalle splendide musiche originali di Seba Salmeri, purtroppo recentemente scomparso. Come avete vissuto questa collaborazione? 

Seba Salmeri è stato un amico storico. Dovendo trovare delle musiche originali per il nostro corto lo abbiamo contattato sperando in una sua collaborazione. Lui, come sempre quando si parlava della sua grande passione, fu entusiasta di darci il suo contributo, che si rivelò prezioso. Non potevamo desiderare di più. Non riusciamo ancora a farcene una ragione, è troppo doloroso. Il nostro successo è assolutamente dedicato a lui.

-E la scelta del titolo?

Il titolo si basa sulla dualità del significato. The last Life infatti può significare ultima vita, o vita precedente. Con lo scopo di sottolineare la fugacità del tempo che scorre inesorabile.

 -Il cortometraggio è scandito da tempi veloci in contrasto con il lento scorrere dei pensieri del protagonista, in un alternarsi di fotogrammi della giovinezza e degli angoscianti momenti della vecchiaia. Raccontateci di questa scelta registica.

ll cortometraggio deve cercare di essere il più veloce possibile. Deve cercare di comunicare il massimo nel minor tempo possibile.

Volevamo rappresentare nel modo più chiaro l’alternarsi di due età e di due generazioni. Un confronto continuo con il  se stesso del passato, frenetico e snervante. Volevamo sottolineare quanto sia importante godersi attimo per attimo la vita, senza rimpianti di alcun genere.

il contrasto con la lentezza dei pensieri del protagonista è voluta. Serve per far comprendere allo spettatore che il soggetto è impantanato e sprofonda in questa routine monotona nella quale si è ritrovato senza accorgersene con il passare degli anni.

“The Last Life” è stato recentemente selezionato per il concorso barcellonese “Corto Tendenza” che si svolgerà dal 9 al 12 Luglio.

Luisa Visalli