Time4life: una speranza per le popolazioni siriane

Time4life è un’associazione di volontariato nata un anno fa dall’incontro di tre amici Elisa, Renato e Stefania, tutti e tre con la Siria nel cuore ognuno con una propria profonda motivazione. Operano sia nei campi profughi come Bab Al-Salam che nelle città e nei paesi devastati dalla guerra portando il loro aiuto concreto ai bambini e alle loro famiglie.

Mi racconta Elisa Fangareggi fondatrice di Time4life: “Abbiamo iniziato ad aiutare le popolazioni siriane con quello che riuscivamo a trovare e che ci veniva dato da amici e parenti. Andavamo giù con i nostri borsoni e quindi acquistavamo la fiducia delle persone perché vedevano che ci esponevamo noi in prima persona. Nello stesso tempo in Siria cresceva il numero di persone che ci chiedeva aiuto per mangiare, per poter sopravvivere. Tanti hanno iniziato ad aiutarci fino ad avere delle case farmaceutiche che vedendo la nostra attività hanno creduto nel nostro progetto. Noi andiamo in prima persona a consegnare gli aiuti. Quindi è nato questo progetto di Time4life. È stata un’esperienza incredibile. Ogni 15 giorni scendiamo, ci muoviamo in squadre di 10 persone. Ci dividiamo per non stare tutti insieme e raggiungere più posti possibili. Continuiamo a portare aiuti agli ospedali, costruiamo scuole, portiamo dei pediatri per curare i bambini che ne hanno bisogno. Le attività vanno avanti nonostante tutto. Abbiamo 60 bambini sostenuti a distanza”

Come mai  hai scelto proprio la Siria?

Ho scelto proprio la Siria perché a Modena dove abito ho degli amici siriani che mi hanno chiesto aiuto per la situazione che c’era nel loro paese e a me non andava di stare con le mani in mano e ho pensato ad un modo per aiutarli.

Col passare delle ore la Siria sta sempre più divenendo il centro del mondo tutti gli occhi e le orecchie son puntate sulla decisione di Obama, su un possibile e ormai credo imminente attacco. Ma la popolazione siriana secondo te in che misura riesce ad avvertite questo suo essere al centro degli intrecci politici e guerrafondai internazionali?

La situazione in Siria è davvero impressionante. I bambini sono a digiuno non mangiano, non hanno accesso alle medicine. Non c’è più un ospedale, gli infermieri operano in cantine sotterranee collegate tra di loro. Non ci sono medici Le persone hanno paura. Sono tutti assolutamente terrorizzati. Erano persone non abituate alla guerra ma da due anni si sono trovati in mezzo a una guerra civile. Ora temono che un ulteriore attacco possa aggravare la loro situazione. Già l’attacco con il gas nervino li ha spaventati. Hanno il timore che un intervento degli Stati Uniti possa peggiorare ulteriormente la loro situazione. Stiamo parlando di persone che vivono senza acqua, senza cibo, senza energia elettrica, senza benzina. Non sanno quando vanno a letto se un bombardamento la sera li ucciderà, e se svegliandosi troveranno ancora la loro famiglia e una casa. La guerra porta soldi la pace no. La pace non crea grandi giri di denaro mentre la guerra si.

Sono giorni concitati questi. Giorni a preludio di una guerra che è già in atto ma che con l’intervento statunitense diventerà ancora più efferata e devastante. Sembra che i potenti della terra non amino la pace affezionati come sono al dio denaro. Gli americani si sono arrogati il diritto-dovere di esportare la democrazia ma la democrazia non si porta con l’atto antidemocratico per antonomasia ossia la guerra. Non esistono guerre più giuste di altre se lo scotto da pagare è la morte di migliaia di persone e il calpestamento dei diritti umani. I genocidi come le guerre sono crimini contro l’umanità e non è detto che perché vengono perpetrati dal paese che si definisce più democratico in assoluto i suoi esponenti e i suoi militari debbano essere assolti dall’infamia di aver sulla coscienza l’annientamento di innocenti.

Chantal Castiglione

 

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