Sabato 15 giugno, ore 13, piazza di Spagna.
Tra la folla e la confusione che caratterizza una delle più belle piazze romane, la fila delle botticelle in attesa di qualche cliente, che può durare anche ore. I cavalli restano fermi sull’asfalto, sotto il sole cocente, pesantemente bardati, costretti all’immobilità, come unica consolazione alla follia della loro vita fatta di cemento e di smog, il dondolio ossessivo della testa o qualche altro piccolo movimento stereotipato.
Un dolore silenzioso e invisibile, che per molto tempo e per troppe persone è diventato “normale” e quasi nessuno ci fa più caso.
Ma sabato in piazza di Spagna un cavallo attira l’attenzione di alcuni turisti e di un gruppo di attiviste della LAV di Cremona: ha il capo basso, lo sguardo perso e dalla bocca schiumante penzola la lingua. Avrà caldo e sete, la postura indica chiaramente il suo disagio e la sua sofferenza.
I turisti e i volontari della LAV parlano con il vetturino, gli chiedono di dargli da bere. Per tutta risposta l’uomo colpisce sulla schiena l’animale per fargli sollevare la testa e dimostrare così che sta bene, poi gli rimette forzatamente la lingua nella bocca, stringendo la testiera. Il tutto mentre gli animi si scaldano e qualcuno cerca di far intervenire la Polizia Municipale, che in linea teorica sarebbe preposta ai controlli, ma è anche vero che c’è poco da controllare e poco da far rispettare, dato che il regolamento ha maglie molto larghe ed è concepito più per salvaguardare il lavoro dei vetturini che per tutelare – anche in forma minima – i cavalli delle botticelle.
Ed è così che si perpetua quotidianamente una delle insensatezze più clamorose e anacronistiche della nostra società cosiddetta civile e tecnologica, quella dei cavalli usati come taxi, a Roma come in altre città, deprivati di qualsiasi bisogno primario, costretti alla peggiore vita che potrebbe fare un cavallo, che è un grande erbivoro pascolatore, animale sociale e altamente cognitivo, non un mezzo di locomozione.
Fa male al cuore vederli ridotti a macchine, è un oltraggio alla loro natura, è un’onta che pesa sulla nostra società e della quale dovremmo vergognarci profondamente.
Grazie alla proposta di deliberazione di iniziativa popolare, promossa da LAV con altre associazioni animaliste, la città di Roma ha l’occasione di abolire definitivamente le botticelle, dimostrando un senso civico profondo e moderno, capace di stare al passo coi tempi, e di liberarsi dal peso di una iniquità.
Basta guardare la straziante immagine di questo cavallo per comprendere che è ora di dire basta alla botticelle.
Nadia Zurlo
Resp. Settore Equidi LAV