Il 2 dicembre ricorre la “Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità” come stabilito dal “Programma di azione mondiale per le persone disabili” adottato nel 1982 dall’Assemblea generale dell’ONU. L’evento, che ha lo scopo di promuovere la diffusione dei temi legati alla disabilità per sensibilizzare l’opinione pubblica ai concetti di dignità, diritti e benessere delle persone disabili, diventa anche l’occasione per una riflessione più ampia che ci porta ad interrogarci sul concetto d’integrazione.
Personalmente ho sempre pensato che la parola integrazione è limitativa, escludente e dividente. Anche il significato che diamo alla parola integrare è più di ostacolo all’uguaglianza che altro, essa significa “completare con l’aggiunta di elementi mancanti: Inserire in un gruppo o in un’attività, facendo in modo che vi si trovi bene: ( i portatori di handicap nella società ). Detto di due o più elementi in rapporto reciproco, completarsi a vicenda: inserirsi in un ambiente, in modo da essere in armonia con l’insieme. “
Nel senso dell’integrazione il Disabile non deve essere completato. Come persona e individuo è già completo in se, senza bisogno di nessun elemento mancante. ( Ovviamente se gli manca una mano o è cieco ha bisogno di un miracolo ma non mi sembra che per questo perda il connotato di persona o individuo, per fare un esempio è chiamato a pagar le tasse come tutti pur non potendosi aspettare nessun miracolo da questo Stato.)
Allo stesso modo il Disabile non deve essere inserito in un gruppo o in una attività, “facendo in modo che vi si trovi bene”. Al disabile deve essere soltanto consentito di vivere e come a tutti gli esseri viventi il destino riserverà l’amaro e il dolce della vita destinato ad ogni uomo. Da questo punto di vista la natura, il destino, o Dio, chiamatelo come volete, ha un più spiccato senso dell’eguaglianza di quanto ne potrà mai avere un amico, un parente o una Società che con la scusa di aiutarti a spostarti dal punto A al punto B ti tratta come un pacco postale o mette uno scalino in più rispetto a quelli a cui la vita ti ha già destinato.
Anche gli altri significati della parola integrare non mi appaiono applicabili al solo disabile, cioè il completarsi a vicenda o essere in armonia con l’insieme non mi sembrano desideri o auspici esclusivi del disabile. Anzi mi sembrano mete e aspirazioni che si applicano a tutto il genere umano. Ma questo è un altro discorso.
Dopo questa riflessione che significato può avere la “Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità” ? Che senso ha avere una giornata per sensibilizzare, educare, coinvolgere e interessare quando per i restanti 364 giorni vi è una “Giornata Internazionale diversa ”? Nei nostri calendari ai Santi della Chiesa si sono sostituiti quelli che in modo generico chiamo i diversi o le criticità. Dall’alimentazione all’omofobia, dall’infanzia alle donne, dal Patrimonio al Contemporaneo, dalla Giornata del Disabile a quella del Camminare.
E’ ovvio che di sensibilizzazione ed educazione non vi è rimasto più nulla, sono solo carrozzoni nazionali e internazionali per fare soldi o prendere contributi pubblici. Solo le piccole associazioni hanno ancora un senso. Le associazioni che sul territorio e con poco denaro tentano di mettere l’accento non sull’integrazione ma sull’eguaglianza tra gli uomini. Se nel mondo vi sono due miliardi di persone che muoiono di fame e le altre mangiano per dieci è un problema di eguaglianza ( spesso dimentichiamo che tutti i due tipi di persona hanno uno stomaco dello stesso tipo e genere). Se vi sono barriere architettoniche è un problema di eguaglianza . Uno scalino è tale per il disabile come per vecchio, per la donna con il carrozzino come per il bambino con la palla. E tutti soggiacciono alla superiore legge di gravità.
Per assurdo oggi e nel nostro tipo di società integrare è diventato sinonimo di dividere. E la cosa più grave è che anche la legislazione si è appiattita sulla stessa strada. Cosi oggi ti capita di vedere sempre più spesso disabili che combattono tra loro a colpi di “io sono più disabile di te, io l’indennità e tu hai solo l’invalidità civile… il posto di lavoro tocca a me”.
Per tornare alla Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità una considerazione deve essere fatta in merito alla disposizioni che il Ministero dei Beni Culturali ha emanato. Infatti è previsto l’ingresso gratuito nei Musei e nelle altre Istituzioni su tutto il territorio europeo delle persone Disabili e di un loro parente o accompagnatore. Però mentre molte Regioni e Città italiane hanno aderito all’iniziativa, non si hanno notizie per quanto riguarda la Sicilia o Messina. Un occasione sprecata per rendere accessibile la cultura ? Molto probabilmente si.
Non rimane che andare nell’unica realtà associativa locale che ha sposato l’iniziativa, la mostra del mini contest di fotografica, tra realtà e pregiudizio, che si terrà allo Spazio Officina di via Todaro 7 alle ore 10:00, per staccare il nostro biglietto per l’uguaglianza.
Pietro Giunta