Un patto di fraternita’ e cooperazione sociale

Pochi sanno cosa accomuna l’Isola di Ischia e l’isola di Salina, Leni in particolar modo. Vino, mare e zolfo.
“Una storia di ingegno, quello dei fratelli liparioti. Di ingratitudine, da parte degl’ischioti”, così racconta la loro storia lo storico Giuseppe D’Ascia nella ‘La Storia dell’isola d’Ischia’ della disgraziata permanenza sull’isola verde dei tre fratelli.

Siamo nel lontano 1855. In questo periodo un flagello si era abbattuto sulle vigne di mezza Europa, la “Crittograma”, un parassita meglio noto con il nome di “Fillossera”, un parassita che partendo dall’apparato fogliare arriva in breve tempo alle radici.

Arrivati ad Ischia Giuseppe e Antonio San Filippo da Leni, promettono alla popolazione di riuscire a rendere produttive le loro viti.

I tre fratelli furono, infatti, i primi a scoprire che lo zolfo cura e previene le malattie parassitari che colpiscono i vitigni.

I San Filippo avrebbero messo a disposizione capitali, zolfo e manodopera; e così avvenne. L’accordo prevedeva anche che una volta che le viti fossero divenute nuovamente produttive, il prodotto salvato si sarebbe diviso in parti uguali e per metà.

Oggi il vino d’Ischia è ricercato e conosciuto in tutta Italia.

Tuttavia gli abitanti dell’isola non stettero ai patti e i fratelli ripartirono per l’isola di Salina più poveri di prima, con i debiti contratti per l’acquisto dello zolfo e in due, perché Giuseppe si lasciò morire per il dispiacere “poiché tutto si supporta su questa terra fuorché l’ingratitudine”.

Una storia vera che non tutti conoscono, di cui D’Ascia ammette di aver omesso nel suo scritto il dettaglio di molti fatti e vergognose scene.

Di questa storia resta una piccola edicola votiva nella zona di Ischia nota come la Madonnella (in dialetto ischitano ‘a Marunnella). Essa fu eretta alcuni ischitani in onore di Gaetano Sanfilippo, il ‘solfatore d’uva’, e in onore alla Madonna del Terzito, madre di tutti gli eoliani, il cui santuario si trova a Leni.

Nel settembre scorso il Sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, insieme al Sindaco di Leni, Riccardo Gullo, hanno dato vita al primo gemellaggio in memoria dei fratelli San Filippo, per “imprimere e diffondere la storia che intercorre e accomuna le due terre lontane solo dal punto di vista geografico”, come ha affermato il Sindaco di Leni. “Un patto di fraternità e cooperazione sociale” che verrà riproposto ogni anno.

Quest’anno per suggellare il patto si è scelta una location sui generis, il teatro. Riconfermando la sua presenza, ha partecipato alla giornata dedicata anche il Piccolo Borgo Antico, Compagnia Teatrale liparota, con “Le Donne al Parlamento di Aristofane”. La Compagnia ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutta Italia.