Un plauso al ministro Fornero da parte della società civile

Roma, 15 maggio 2012. Il Gruppo EveryOne e Nazione Rom, organizzazioni peri diritti umani, in occasione dei preparativi per un incontro a Bruxelles com una delegazione di europarlamentari sul tema “Migrazioni e minoranze etniche”, rivolgono un sentito plauso al ministro del Welfare Elsa Fornero per le posizioni di grande civiltà che ha assunto pubblicamente oggi in Commissione diritti umani, parlando del tavolo intergovernativo sulla condizione dei Rom in Italia. 
“Oggi registriamo una tappa importante sulla via del recupero della civiltà dei diritti umani in Italia,” spiegano Roberto Malini di EveryOne e Marcello Zuinisi di Nazione Rom, dopo un incontro con l’UNAR sulle future politiche di inclusione dei Rom, “perché il ministro delle pari opportunità ha espresso concetti chiari, moderni, in linea con le richieste rivolte al nostro paese dal Commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, dal Comitato Europeo per i diritti economici e sociali e dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza. Tutti questi organismi hanno stigmatizzato le politiche intolleranti e miopi condotte dall’Italia negli ultimi anni, esigendo il rispetto della Carta europea sui diritti umani e delle Direttive che tutelano le minoranze etniche negli stati dell’Unione. Finalmente il pensiero di Elsa Fornero non mostra alcuna ambiguità: bisogna mettere in atto ‘interventi di integrazione di medio e lungo periodo, non accettando più misure straordinarie, per far diventare l’integrazione parte di un processo di maturazione culturale più complessivo’. Noi difensori dei diritti umani notiamo sia da parte di Elsa Fornero che da parte del ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi una nuova apertura. Finalmente il governo non ci chiude le porte in faccia o peggio, ma ci ascolta, analizza con attenzione i nostri dossier e i nostri progetti e sembra accettare la responsabilità che ne deriva. Se questo dialogo continuerà e diventerà fattivo, proattivo, siamo pronti a dimostrare come le politiche di inclusione – basate sulla creazione di opportunità di studio e lavoro, nonché sulla valorizzazione del contributo di cultura e capacità professionale che i Rom forniscono da otto secoli all’Europa – possano garantire un processo di inclusione virtuoso, sereno ad efficace, con investimenti inferiori a quelli stanziati negli ultimi due lustri per sgomberi, espulsioni, allontanamento o smembramento dei nuclei familiari Rom”.