Nel giorno del ventinovesimo anniversario dell’assassinio mafioso di Pio La Torre, segretario regionale siciliano del PCI, non si può sottacere l’indignazione per quanto sta accadendo nelle aule del Parlamento da due anni a questa parte, ovvero dall’inizio del IV governo Berlusconi.
Pio La Torre ebbe la brillante intuizione che i mafiosi perdono di prestigio quando togli loro i soldi. Fu lui, per primo, a proporre questo cambiamento: la confisca dei beni ai mafiosi. Purtroppo soltanto dopo il suo assassinio, consumatosi il 30 aprile del 1982, la legge Rognoni-La Torre ebbe la luce.
Oggi gli antimafiosi al governo stanno offendendo la memoria di quell’uomo e ne stanno rendendo vano il sacrificio. Le proposte del governo, per la lotta alla mafia, sono state: vendita all’asta dei beni confiscati (così i prestanome dei mafiosi avranno finalmente una loro dignità!), scudo fiscale (così i mafiosi potranno finalmente far rientrare i loro capitali illeciti in Italia!), abolizione delle intercettazioni (così i mafiosi potranno finalmente restare liberi e non subire le ingerenze della magistratura rossa!) e tante altre ignobili idee che espongono i giusti al martirio professionale, sociale e fisico. Soprattutto quei magistrati giusti che servono lo Stato ogni giorno con passione e dedizione, sacrificando i proprio affetti per una giustizia giusta.
Tutte proposte e leggine, quelle dell’attuale governo, che calpestano la memoria e il sacrificio di un uomo come Pio La Torre, che oggi non può riposare in pace di fronte ad un’Italia che continua a subire il mafio-pensiero a scapito degli onesti cittadini.
Valeria Bonanno