Una fondazione per chi perde i diritti

Conduceva un’esistenza tranquilla Claudio Ciai, fino a quando un tragico incidente stradale ha sconvolto inaspettatamente la sua vita.  Il 15 Settembre 2010, infatti, l’operaio della Telecom è rimasto coinvolto in un terribile incidente stradale mentre si trovava in servizio. Claudio Ciai e il suo collega sono stati travolti da un camion perché il conducente non si era accorto che davanti a sé si era formato un rallentamento. I due fiorentini sono rimasti schiacciati all’interno dell’abitacolo e hanno riportato gravi fratture e traumi. Immediatamente trasportato all’ospedale di Pisa, Claudio Ciai ha lottato contro la morte vincendo la battaglia, ma riportando gravi lesioni che lo rendono disabile. E’ proprio a questo punto che ha inizio il calvario della famiglia Ciai, la quale si trova a dover lottare contro poteri forti e gente insensibile. La situazione per la famiglia si è ulteriormente aggravata il 19 Marzo 2014 quando Claudio Ciai ha lasciato questo mondo. La moglie Daniele e il figlio Francesco, però, non si arrendono e creano la “Fondazione Claudio Ciai” per sostenere le vittime di incidenti stradali e lavorativi, che hanno riportato gravi lesioni cerebrali e disabilità permanenti.

Intervista a Francesco Ciai

          Qual è stata la reazione della Telecom di fronte alla tragedia che ha colpito la tua famiglia?

           Innanzitutto c’è da distinguere la reazione dei colleghi e dell’azienda. I colleghi si sono mobilitati in raccolte spontanee di denaro che hanno contribuito a farci affrontare le imminenti spese dopo l’accaduto. La Telecom ci ha assegnato un sussidio di 30.000 euro lordi (quindi al netto neanche 15.000) quando solo nei primi sei mesi sono state sostenute spese a nostro carico per oltre 120.000 euro essendoci recati anche all’estero. Dopodiché dal luglio 2012 ha sospeso la retribuzione a mio padre senza recedere il rapporto di lavoro, non consentendogli di accedere agli ammortizzatori sociali, al TFR e ulteriori competenze di fine servizio.

          Avete avuto almeno l’aiuto della compagnia assicuratrice?

          No, la compagnia assicuratrice sta ancora trattando i risarcimenti, chiaramente notevolmente ridotti dopo il decesso di mio padre.

          I condomini, inoltre, non hanno permesso l’installazione della piattaforma elevatrice per permettere a suo padre di tornare casa. Perché? E che disagi ha comportato questa decisione?

          Il Tribunale di Firenze che ha ritenuto prevalente l’interesse dei condomini a non veder alterato l’equilibrio della facciata nonostante avessimo tutti i permessi del Comune di Firenze e dei Beni Paesaggistici e Ambientali, oltre che del Genio Civile. Ciò ha comportato che mio padre è deceduto senza poter tornare a casa. Noi abbiamo sostenuto oltre 100.000 euro di spese che nessuno ci rimborserà perché la piattaforma non è stata installata ma abbiamo adeguato l’appartamento alle esigenze del disabile, abbattuti due pini nel nostro giardino privato e demolito quest’ultimo per creare lo spazio utile per accompagnare mio padre con un mezzo apposito. Le cure all’estero, il sostentamento di mio padre in una struttura privata e i lavori per poterlo portare a casa, ci hanno messo in una grave situazione economica costringendoci ad accedere a finanziamenti per poter far fronte agli ingenti costi. 

          Ritiene che i diritti umani siano rispettati nel nostro Paese?

          Ritengo che nel nostro Paese ci siano gravissime carenze nel rispetto dei diritti umani. Credo che a livello europeo siamo tra i paesi meno tutelati. Chiedo a lei: di cosa stiamo parlando? In questo paese abbiamo ad esempio un premier che non è al potere per risultato elettorale popolare ma che si è autonominato. Anche in questo caso, dove sono i diritti dei cittadini italiani? Siamo in una simil-dittatura, governati da tiranni.

          E quelli dei disabili?

          Fino a quando non li tocchi da vicino, non ci si può render conto di quali e quanti problemi debbano affrontare i disabili e le loro famiglie nella vita quotidiana.

 

          La Fondazione no profit Claudio Ciai che scopo persegue, quali sono i vostri obiettivi?

 

          La Fondazione ha lo scopo di coadiuvare il sostentamento e il recupero di persone che hanno subito incidenti stradali o sul lavoro riportando gravi lesioni cerebrali e/o disabilità permanenti. Si rivolge ai familiari delle persone che hanno subito incidenti stradali e/o sul lavoro mettendo a loro disposizione il bagaglio di conoscenze maturate negli anni trascorsi a cercare per Claudio le cure più adatte a garantirgli, se non la guarigione, una vita dignitosa accanto ai suoi cari. Raccoglie e condivide informazioni sui luoghi di assistenza socio-sanitaria, in Italia e all’estero, sulle opportunità per coprire almeno in parte le spese da sostenere, sulle eventuali azioni legali da intraprendere per far valere i diritti dell’assistito e dei suoi familiari. Intende fornire una guida a chi si trova improvvisamente dinanzi a situazioni d’emergenza e senza alcun punto di riferimento, nella consapevolezza che una mano tesa è un aiuto prezioso per non sentirsi soli dinanzi al dramma di una persona non più autonoma ma ancora viva.

Sonia Sabatino