UNA NAVE DI CORPI ILLUMINA LA DOGANA DI MESSINA

Presentata ed inaugurata l’installazione dal titolo Caronte di Santo Arrizzi, restauratore ed artista; vincitrice di un bando che ha visto gareggiare una decina di artisti che si sono cimentati sul tema della navigazione e che resterà esposta, fino al 07 agosto, nello splendido spazio fronte mare della Dogana di Messina.

Un bando che, come ha spiegato il dott. Santi Spina,  si inserisce nel progetto “le scalinate dell’arte” con l’obiettivo di creare stimoli creativi di arte contemporanea per ridisegnare spazi della città.

Il direttore della Dogana, dott. Ivan Santi Spina, ha espresso tutto il suo entusiasmo per questa occasione di condividere, attraverso l’arte, parte di questa prestigiosa sede che rappresenta ancora oggi un luogo logisticamente legato alla navigazione. Quella scoperta dell’arte per le vie di Messina che, come ribadito dall’assessore Gaetano Cacciola, fa parte di una visione che vuole la progressiva riappropriazione, da parte dei cittadini, di luoghi che gli appartengono.

Scaturiscono,tra i membri della giuria, possibili chiavi di lettura dell’opera vincitrice e delle sue finalità espressive, Caronte come elemento di forte suggestione artistica e letteraria, l’allegoria più alta della vita, come traspare dalle parole della critica d’arte Maria Teresa Zagone che ci vede anche un chiaro riferimento alla drammatica Le Radeau de la Méduse di Théodore Géricault. Un’installazione che, secondo  Giuseppe Morgana, ci  parla di segnali di rinascita all’interno della città per mezzo di operazioni di qualità come Distrart che si distaccano fortemente da quanto fatto negli ultimi anni in città.

Puntuale riscontro in un luogo che il compianto Lucio Barbera immaginava come un passaggio non più solo di merci ma di conoscenza, pensieri e modi di essere ed agire, come un vivo contenitore di arte contemporanea che, secondo Mosè Previti, potrebbe restituire un’identità ad una zona ibrida e periferica.  

Fabio Todesco, parlando dell’artista, ricorda la sua vena artistica e l’efficace resa di questo rapporto che la città di Messina vive con il suo mare, un mare spesso fonte di pericolo ma che può attraverso l’arte trasformarsi in qualcosa che ci eleva e che allontana i forti sentori del degrado dilagante nella nostra società civile. Un’opera nata per essere fruita nell’oscurità ed infatti è stata lanciata la proposta di qualche speciale apertura serale.

Toccante e puntuale infine la lettura che Arrizzi fa della sua installazione: “Frutto di una scelta di fantasia che ho maturato ascoltando del ritrovamento del relitto dei 730 passeggeri naufragati nel nostro mare. Avrei voluto chiamare il mio lavoro “i trapassati” con un tono piuttosto macabro, perché qui non c’è più navigazione sono le loro presenze in fondo al mare che sollecitano la nostra coscienza, ciò che rappresentava per loro infatti un sogno si è trasformato in una tomba.” 

Gli occhi di Caronte si trasformano nella fantasia dell’artista in bragia di corpi avvinti nella sabbia del dolore e dell’indifferenza che, come anime prave, riemergono dal fondo dell’indifferenza; corpi di carta e ferro, un relitto di carne, che urla mutamente  su di un modo di fare notizia e di far luce che si concentra troppo spesso sui danni numericamente grandi tralasciando perlopiù i piccoli, tralasciando il singolo uomo che per mare perde la vita.

Sarà possibile visitare l’opera, con ingresso gratuito, sino al 07 agosto (dalle ore 10.00 fino alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00 dal lunedì al venerdì, il sabato solo la mattina dalle ore 10.00 fino alle ore 13.00 e la domenica solo il pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 18.00).

Dott. Giuseppe Finocchio