Solo per caso la storia di usura di Paride Margheriti viene dal Salento e non dalla Sicilia, altrettanto per caso i suoi aguzzini appartengono alla Sacra Corona Unita e non alla Mafia oppure alla Comorra, essendo fatti, storie e reati che oggi, proprio a causa della crisi economica che attanaglia il Paese, hanno visto un’impennata esponenziale. Tanto che i reati di usura e estorsione hanno superato in molte classifiche il più famoso pizzo.
La storia è sempre la stessa. Ti trovi in difficoltà, un conoscente t’indirizza ad un terzo, ti prestano i soldi a un certo tasso “concordato” e poi ti trovi a pagare sempre di più senza neanche sapere il perché. E se non ce la fai di danno a fuoco i beni, ti minacciano, ti mandano buste con le pallottole e l’inferno inizia. Anche Paride Margheriti ha subito tutto questo e noi del Carrettinodelleidee avevamo già raccolto la sua storia. (http://ilcarrettinodelleidee.com/sito/attualita/item/3039-paride-margheriti-un-altro-no-alla-mafia.html)
Storia che adesso finalmente ha trovato la strada della giustizia e il rinvio a giudizio per coloro che a detta del neo collaboratore di giustizia Sandro Campana sono stati gli aguzzini di Paride. Si è svolta, infatti, presso la Sez. del GIP del Tribunale di Lecce, l’udienza preliminare che ha visto il rinvio a giudizio di Librato Angelo di Mesagne e Mezzolla Gianfranco di San Pancrazio Salentino per i reati di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso e per fatti accaduti tra gli anni 2010 e 2012.
“Attualmente, dichiara Paride, io non sono nel programma protezione. Ho solo una blanda sorveglianza che consiste nel passaggio di una macchina dei Carabinieri una volta al giorno. Il Prefetto non mi ha riconosciuto nulla e questo è un dilemma che io personalmente e l’associazione Antiracket-Antimafia che rappresento non riusciamo a comprendere. Del resto io sono stato ammesso al fondo antiusura (Il fondo economico predisposte dalla Stato per le vittime del racket e dell’usura) e quindi non si comprende perché non mi riconoscono lo status di Testimone di Giustizia.
A Valeria Grasso (la testimone di giustizia e presidente dell’associazione ‘Libertà e Legalità’ che si è trasformata in una sorta di consulente e amica di coloro che come Paride non hanno taciuto), il prefetto ha detto che io non correvo nessun rischio e che era tutto sotto controllo. Nel frattempo numerosi atti intimidatori, minacce, auto incendiate, lettere minatorie contenenti proiettili, furto dell’auto e l’ultimo cassonetto della differenziata bruciato il 22 di Agosto.
Il mio punto di riferimenti, continua Paride, sono i Carabinieri che mi sono stati sempre molto vicini. E’ chiaro che senza ordini possono fare ben poco. Figuratevi che quando mi hanno incendiato le macchine un Carabiniere del Nucleo Operativo mia ha prestato la sua per tre mesi. Questo per fare capire l’umanità di questa gente che comprende quello che significa. Il problema è che se non si muove quello che è competente a decidere loro non possono più di quello che fanno.”
Al momento, nel procedimento penale a favore di Paride e per la pima volta nel Salento è stata ammessa quale parte civile un’Associazione Antimafia. L’associazione, che si chiama “Antiracket-Antimafia”, è difesa dall’Avv. Pasquale Fistetti. Ammesso pure il Ministero dell’Interno e Tiziana De Gaetani. Rilevante per il rinvio a giudizio degli imputati, oltre che le prove fornite da Paride che con i Carabinieri andava a parlare con gli usurai microfonato, le dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Sandro Campana fratello di Francesco Campana, che ha confermato di come l’associazione mafiosa fosse informata delle pressioni e minacce fatte a Paride Margheriti, confermando quindi il lavoro svolto dagli inquirenti
La storia di Paride seguirà il corso della giustizia, ma altrettanto importante è comprendere come spesso la solitudine e l’omertà che circondano queste storie amplifichino il potere intimidatorio dei mafiosi.
Durante la storia che l’ha visto coinvolto si è trovato solo o abbandonato?
In un primo momento ho avuto un isolamento totale, con il passare del tempo e grazie all’associazione ho avuto una sorta di riconoscimento da parte della gente perbene. Vi è comunque una forte omertà nel territorio e il 70% delle persone che frequento o ha un atteggiamento indifferente oppure non mi guarda di buon occhio.
Perché è finito sotto il torchio degli usurai?
Ero in un momento di difficoltà economica e con l’urgenza di trovare dei liquidi dalla sera alla mattina. Un conoscente mi ha indirizzato a colui che poteva farmi il prestito di circa 8 mila euro, questa persona mi aveva detto che mi avrebbe applicato un tasso d’interesse del 20%. Successivamente, il tasso d’interesse è lievitato sino al 462% come è stato riconosciuto in perizia. In poche parole e solo a titolo d’interessi, escluse le auto incendiate, il danno economico e l’aggravarsi della situazione debitoria, ho pagato 95 mila euro e poi, come da dichiarazioni a verbale, sono venuti e mi hanno preso anche l’Audi A 3.
PG